Progetto RAINBOW
DI COSA SI TRATTA?
Il Progetto Rainbow nasce nel 2011, nell’ambito della sperimentazione “Oltre le colonne d’Ercole”, messa a punto per individuare concreti percorsi di crescita possibili per cosiddetti psicotici. La sperimentazione parte dalla convinzione, appunto, che sia possibile andare “oltre le Colonne d’Ercole” convenzionalmente fissate dalla psichiatria dominante.
L’interpretazione e il trattamento adottati dalla psichiatria farmacologica risultano essere, infatti, una specie di “Colonne d’Ercole” oltre le quali non è possibile intravedere nessun’altra terra o punto di vista, inquadrando queste forme di disagio in prospettive croniche e senza possibilità di cambiamento.
È una interessante sperimentazione intensiva della durata di due settimane ricche di attività, in cui convivono situazioni cosiddette psicotiche e situazioni asintomatiche, inclusi anche bambini, pre-adolescenti e adolescenti, in quanto ogni individuo, anche se non presenta un sintomo evidente, ha dentro di sé parti “psicotiche” che vanno prevenute, elaborate e messe in dinamica grazie al confronto-scambio con gli altri partecipanti. La convivenza e lo scambio tra le diversità permette un arricchimento e approfondimento delle dinamiche di gruppo e favorisce la crescita, facilitando anche la prevenzione riguardo il disagio diffuso.
La metodologia utilizzata si avvale delle “dinamiche metastoriche”, di momenti di teoria globale condivisa e di attività di formazione, a partire dal nuovo punto di vista messo a punto dal dottor Mariano Loiacono che fornisce griglie di analisi e di supervisione delle dinamiche in atto per la durata di tutto il progetto.
Nel VILLAGGIO-MONDO, tutto veniva disciplinato dall’esterno, anche i pochi sentimenti, il modo di amare, di parlare, il linguaggio era in funzione di un controllo esteriore. Con il MUTAMENTO ANTROPOLOGICO c’è stato un terremoto. Oggi la linfa non la troviamo più fuori di noi, nelle relazioni, nelle tradizioni, nelle usanze. Oggi le risposte vanno cercate dentro di noi, nel lavoro costante e continuo che ci permette di intrecciare un filo conduttore che ci consente di ad arrivare alla fonte primaria, al rapporto con se stessi e al senso dell’esistenza. Scommettere sul futuro significa trovare modalità per andare in profondità. La nostra meta non è l’esterno, dimostrare ad un esterno (famiglia, vicinato, ecc.) che ci siamo realizzati, abbiamo fatto i soldi, la casa, abbiamo un ruolo, una professione, ecc. tutti valori positivi e preponderanti del VILLAGGIO-MONDO che non sono da scartare, ma la nostra meta deve essere la “profondità” nelle nostre vite. Il VILLAGGIO-MONDO era una società apparentemente statica, stabile ma anche una società di forti sofferenze e tagli. Oggi il mondo è profondamente cambiato. Il disagio diffuso è la manifestazione di questi cambiamenti che ci vuole spingere a crescere. Non è un fatto morale di aiutare gli ultimi. Siamo tutti ultimi rispetto al disagio diffuso. Le sperimentazioni del Progetto Rainbow e quindi le dinamiche metastoriche sono un tentativo di andare al di là e vedere, osservare, contemplare le novità che emergono.
Riflessioni di Raffaele Cimetti
– Sociologo –
Referente e Coordinatore del Progetto Rainbow