Una festa per celebrare gli “SCARTI”
Domenica 22 ottobre ad Altamura abbiamo voluto celebrare la ‘Festa degli scarti’, un modo per dare valore a tanti di noi che si sono sentiti o si sentono ancora scarti e che possono arrivare ad esprimere parti belle ed inedite.
Eravamo in tanti da diverse parti associazioni del Sud ed in maniera semplice abbiamo fatto festa.
L’In.di.co. ci ha voluto bene perché la giornata era bella soleggiata, per cui arrivati in piazza della Repubblica ad Altamura abbiamo montato gazebo e tavolini e ci siamo predisposti a festeggiare. Poco per volta siamo arrivati, i primi a stare in piazza erano Giusi ,Giuseppe e Teresa, poi siamo arrivati da Troia io, Marilisa e Paola Selleri, quindi Vito Mundo, Daniela, Cristiano, Mariantonietta, Gabriella, Giuseppe Bardi e Gaia ed infine i foggiani Annarita, Francesco, Giovanni, Nicoletta e Moise.
Dopo aver visitato un po’ di forni antichi con Paola, ci siamo ritrovati in piazza invasi da tamburi e gente vestita con abiti medievali, il che all’inizio ci ha un po’ disorientati, dato che non potevamo fare le nostre attività ma dopo l’ho visto come un modo per festeggiarci, senza fare molto. Solo quando sono arrivati i foggiani (che tra l’altro avevano il grosso del materiale) i tamburellisti hanno smesso, per cui tutta la gente che era arrivata in piazza con i bambini siamo riusciti un po’ a portarli ai nostri tavolini, per cui chi faceva il laboratorio degli scarti con i bambini, chi parlava con i genitori della
Fondazione e del nostro punto di vista, chi regalava palloncini, è stato veramente un flusso naturale. Alla fine, Mariantonietta ci ha regalato la rivisitazione del ‘Principe che si sentiva un gallo’, coinvolgendo noi ed una famiglia che era arrivata lì ai tavolini con il figlio molto a disagio.
Insomma un bel risultato.
Dopo, su mia proposta, siamo andati a pranzo da una famiglia di allevatori di animali, che hanno ancora la tradizione di portare a pascolo pecore e capre sulla Murgia, ed abbiamo degustato un piatto tipico e formaggi prodotti da loro in azienda.
Non poteva mancare anche la visita a Masseria Jesce, una masseria con una storia antichissima, dato che è stata stazione di sosta dei Romani lungo la via Appia, nel Medioevo rifugio dei monaci che scappavano alle persecuzioni islamiche per cui ci sono chiese rupestri e nel 1500 è stata costruita una stupenda Masseria a forma di nave. Insomma da vedere.