“Ho sentito vicino a me lo splendore di mia figlia, Michela”

2023.03.18
Oggi è un giorno di vigilia per me, domani faremo un incontro per ascoltare la coppia tra me e Moris, la nostra coppia che si conosce da marzo 1998. Sono tanti anni, credo di aver passato più tempo della mia vita con Moris che con la mia famiglia di origine: “la casiglia”.
Domani vedremo come procedere dopo una distinzione che dura da ormai ben 6 mesi.
Oggi mi sento spossata, stanca degli attraversamenti che sto facendo grazie alla distinzione. Mi sono sentita sollevata, ho fatto vuoto, mi sono alleggerita, ma poi ho attraversato anche la rabbia, la paura che ora è sempre più costante, ma anche tanto dolore, un dolore profondo che affiora ogni volta che mi fermo e cerco di collegarmi a me.
L’ordinario mi porta fuori ed è difficile stare con un kairos (tempo favorevole) più a partire da me e da quello che sto provando, quando poi riesco a fermarmi, come sto facendo oggi pomeriggio in preparazione all’ ascolto di domani, esce tanto dolore. È un dolore antico, non è riferito solamente agli anni che sono stata nel letto di Procuste del mio matrimonio cercando di adeguarmi a ciò che pensavo servisse a tenere insieme la coppia, è un dolore che nasce con me, con quelle parti di me che giorno dopo giorno ho messo a tacere per vivere per gli altri, per paura di non essere accettata, di rimanere sola.
Ieri però ho sentito che non sarei stata più sola, ho sentito vicino a me lo splendore di mia figlia Michela.
Se faccio un piccolo bilancio di questi mesi, sento di aver perso tante cose, tante seconde dimensioni sballose (soluzioni) che pensavo mi servissero per tenere a bada sta paura di rimanere sola. Le soluzioni se ne sono andate, sparite con la distinzione, ma ho guadagnato una cosa molto più importante, ho ritrovato e trovato per la prima volta una relazione in profondità con mia figlia. Pensarci mi fa commuovere ancora!
Ieri, dopo una convivenza di un mese circa tra i 10 gironi del Progetto e il mio stare a casa con loro (da domani esco io di casa per far rientrare Moris) Michi mi ha chiesto di fare una doccia insieme.
Non era la prima volta, ma le volte precedenti ero sempre io che le facevo questa richiesta e lei accettava più o meno volentieri.
Ieri invece è stata lei a chiedermelo e mentre eravamo in doccia insieme e le lavavo i capelli mi è venuto da piangere. Mi sono ricordata quanto odia farsi toccare i capelli dagli altri, anche da me, e quanto da piccola, quando glieli pettinavo lei piangeva dal dolore perché mi diceva che le facevo male. Mi sono ricordata che alcuni mesi fa non voleva neppure che la toccassi perché non le piaceva il suo corpo. Mi sono ricordata di come era difficile starle vicino mentre faceva qualcosa di difficile: tipo studiare il pianoforte quando non riesce a posizionare le dita nei giusti tasti e la melodia non è quella giusta, si arrabbiava, si chiudeva e niente la prima che doveva sparire dai paraggi ero io. Mi sono ricordata che circa un anno fa alla Finestra di Babich non riusciva neppure a darmi uno schiaffo anche se era molto arrabbiata con me.
Nelle ultime settimane la nostra relazione è molto cambiata: mi cerca quando deve studiare il pianoforte, quando mi racconta le cose che fa con le sue amiche, quado mi racconta del ragazzo che le piace e anche quando deve dirmi il negativo, non fugge e mi rimane accanto sia nel positivo, sia nel negativo, sia nei suoi attraversamenti.
Ieri appunto mi ha chiesto di fare la doccia, mi ha vista piangere e ci siamo abbracciate e quando le ho detto che piangevo perché ero felice di questo nostro riavvicinamento, lei mia ha detto che lo sapeva e ci siamo strette di più. Abbiamo continuato ad accoglierci così sotto la doccia pettinandole i capelli e piangendo e ridendo.
Grazie a questa distinzione ho ritrovato quel portento di mia figlia con la sua dolcezza, la sua determinazione, la sua allegria e il suo grande cuore, è una ragazza davvero speciale, riesce a stare in ogni situazione senza scoraggiarsi, se poi ha qualche difficoltà ora si rivolge a me o a Ulrike, Silvia, insomma qualcuno che sente vicino. Negli ultimi anni si stava spegnendo proprio come me ma, nel cercare una via per risorgere, sento che anche lei sta percorrendo la sua e sono sicura diventerà una donna speciale, con una profondità bellissima, proprio come il suo sorriso!
Cara Michi ti ringrazio perché ora sono sicura che non sarò più sola, lo so, oltre a te ci sono anche altre persone, ma il fatto che tra quelle persone ci sei anche tu mi rende una donna molto fortunata. La relazione tra madre e figlia è spesso contrastante, almeno io così me la sono vissuta, ma vedere che tu riesci a fidarti anche di me e mi regali parti tue ogni giorno mi rende veramente felice e mi emoziona tantissimo.
Domani quello che ci sarà non importa, perché sento che tu, come me, stai riconoscendo che per essere se stessi bisogna partire da ciò che desideriamo per la nostra vita, anche se gli altri non comprendono.
Eleonora

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