Auguri Mamma
Ho atteso questi 80 anni di mia madre, Antonietta, compiuti il primo aprile, quasi fossero un traguardo anche per me che in questo ultimo anno e mezzo le sono stata vicino.
Ho capito in questo tempo vissuto insieme a lei quanto, essendo l’ultima di cinque sorelle e un fratello, abbia vissuto un’infanzia muta e da invisibile; con il padre ha avuto un rapporto esclusivo rispetto alle sorelle e lei per questo è stata anche molto invidiata e giudicata.
Diciamo che per quei tempi un padre che ti permette di uscire, prendere la patente, ti dà i soldi per comprarti i vestiti e ti lascia la libertà di uscire non era da poco anche se le è mancato un materno affettuoso, premuroso e una sorellanza alla pari.
Essendo la più piccola veniva un po’ comandata dalle sorelle e da qualcuna anche aggredita e così crescendo ha dovuto imparare a difendersi e proteggersi.
Ha sviluppato un forte maschile che le ha permesso di fare e fare tanto, di essere affidabile, concreta, di superare tante difficoltà ma, secondo me, poi con i maschi e soprattutto con mio padre, non ha dato valore alla sua bella Specificità che ancora oggi sento ingabbiata assieme alle sue emozioni che sono state più a servizio degli altri che non di se stessa. Nei giorni precedenti il suo compleanno ho condiviso con mio fratello alcune idee per festeggiarla e tra queste c’era quella di passare una giornata fuori, possibilmente al mare.
Così siamo andati a Termoli, una cittadina che conserva ricordi della nostra infanzia assieme ai cugini e abbiamo mangiato fuori, abbiamo passeggiato, siamo stati in spiaggia e ci siamo fatti tante risate io e mio fratello che finalmente ho sentito più gioioso e presente.
Mia madre ha invitato Marinella, una donna che l’aiuta in casa da 40 anni, una figlia adottiva direi e devota a lei che ha ricevuto anche tanto da mia madre, non come aiuto pratico ma affettivo, di supporto e crescita.
Mia madre ha avuto sempre questo istinto materno e anche un po’ crocerossina, penso che sia stato anche un modo di vivere i codici più profondi prediligendo gente semplice.
A noi ha fatto piacere, ho cercato di invitare qualcuno della sua famiglia ma, tra le sorelle che hanno oltre 90 anni e non si possono muovere e i nipoti un po’ distanti, non ho voluto forzare.
Ho voluto fin dalla mattina, prima del suo risveglio, preparare la casa con palloncini, foto, numeri 80 perché sentisse il valore del suo giorno a partire dall’accoglienza festosa in casa e ci ho tenuto a farlo.
Cose semplici che un po’ richiamavano la sua parte bambina e adolescente.
Poi sono arrivati i fiori di Francesco e Annarita, un dono inatteso che l’ha fatta scendere in profondità.
Nel biglietto c’era l’augurio di poter procedere per scoprire ancora tanto di lei.
Un gesto che anche per me è stato significativo perché mi ha fatto sentire una famiglia Ontologica vicina; da quel momento ho sentito che anche io potevo festeggiare le tanti parti che hanno giocato in questo anno e mezzo tra di noi.
Non è stato semplice perché il rapporto forte con mia madre, che io ho in passato subito sentendomi schiacciata e che mi sono ritrovata nel passaggio a Foggia a dover accompagnare ed essere sorella, madre, amica e quindi a fare da quarta dimensione, è stato sempre conflittuale.
Mi sono sempre sentita troppo diversa da lei e l’ho rifiutata anche nel positivo, mi sforzavo di starci ma poi non vedevo l’ora di andarmene.
Ho resistito, mi sono raccontata, mi sono nutrita anche molto della Teoria e di quello che nei 14 anni anconetani avevo coltivato dentro me.
Talvolta ho chiesto ma sento che tanta gente pensa ancora che io me la cavo da sola ma questo ho capito anche che dipende dal valore che io do a me stessa e da quanto poi anche gli altri si spaventano di scendere più in profondità nelle relazioni.
Nei giorni precedenti al compleanno, mentre preparavo, ho visto come mia madre c’è stata, aspettando di ricevere, come riesce a prendersi le cose che le spettano e invece io, quando mi devo fare festa o dare valore, sono ancora un po’pezzente.
Infatti dico sempre che se c’è una cosa che mia madre mi sta restituendo è la dignità di donna perché da lei imparo e prendo appunti ma anche il fatto di avere transitoriamente una casa alla quale oggi sento di appartenere di più.
Poi, mentre preparavo, ho sentito quanto desiderio ho avuto che qualcuno preparasse per me, in questi ultimi tempi a Foggia, per il mio compleanno, con la stessa semplice accuratezza con la quale ho preparato io; questo non l’ho avuto neanche da lei e da mio fratello e non me lo sono tenuto ma l’ho riattraversato sentendone il dolore, un qualcosa che non si ferma alle persone nello specifico ma di più antico.
Mi sono preparata così a sabato ad una festa anche mia.
Una festa a me, alle mie parti figlie che hanno saputo tacere ma anche prendere in mano la casa materna e sentirsi degna, alle parti sorelle che ci hanno permesso di giocare e di svelarci, alle parti donne che hanno compreso, accolto e combattuto.
Al mio femminile che ha saputo entrare e intrecciare, al maschile che ha rotto vecchi equilibri ed è entrato trasformando.
A te mamma che oggi sono felice di averti al mio fianco a sostenermi e che oggi cerchi di andare oltre e capire ma che sai anche attendere.
Benedico anche le tue parti mostruose che troppo spesso ho visto scogli invalicabili e che oggi quando li guardo non ho più paura perché riesco a scorgere le tue paure.
Penso che stare vicino ad una donna anche madre che è nella terza età insegna molto a partire dalla sobrietà, ai ritmi lenti, all’esperienza saggia, agli sguardi che dicono, alla paura di avvicinarsi alla morte e dell’abbandono.
Forse erano parti che neanche io volevo vedere e che talvolta mi davano fastidio o che proteggevo e non me ne rendevo conto.
Se non mi fossi data l’opportunità di stare così vicino ad Antonietta non avrei mai sentito quanto ancora c’erano parti mie che dovevano e devono crescere e non avrei dato valore anche alle parti fanciulle e adolescenziali che una donna di 80 anni vuole ancora vivere e che mi davano fastidio.
Talvolta mi incaponivo nel volerle fare accogliere e capire degli aspetti suoi verso i quali doveva crescere, oggi non mi interessa più, oggi è importante che io mi manifesti e che mi apro alle parti che vogliono vivere, alle novità di me che ancora non conosco.
Talvolta per essere visti dai propri genitori o dalle persone che amiamo, anche dai figli, abbiamo bisogno di fare vedere che stiamo male ma perché non chiedere e parlar prima? Cosa dobbiamo ancora proteggere?
Mi ha liberata quando mi ha detto che mi avrebbe voluta vedere laureata perché anche per me è così, mi fa piacere quando è felice per me e quando non mi chiede e non indaga e si fida, quando non controlla e parla poco, mi piace quando sento che si emoziona a partire da lei e non per compiacere l’esterno.
Mi sento più distinta dalle sue parti mortifere legate alla telecamera religiosa perché io mi sento fortunata ad avere frantumato dentro me questi altari di sabbia.
Ci ho tenuto a lei e forse all’inizio quando sono arrivata a Foggia me ne sono vergognata e invece oggi mi sento fiera di me.
Ho imparato a farmela alleata, a non nascondere e dirle solo il positivo, ad incazzarmi e commutare.
La lontananza è stata buona ma per sciogliere ci vuole l’analogico, il potersi guardare negli occhi e dirsi la verità, ci vuole un tempo insieme ma non troppo perché c’è anche il risucchio delle parti che ti vogliono portare indietro.
Ne ho ricevuti di attacchi sottili da parte sua, che mi hanno ferita ma io non me li sono tenuti e qualche volta sì ho imparato a tenerli e restituirli dopo.
Ho sentito Moise e Malick sganciati dai nostri festeggiamenti.
Mi hanno chiamato dicendomi che la cosa più bella e che li ha alleggeriti è stato vedere come eravamo leggeri noi insieme e felici.
E questo era anche un altro fardello che si portavano loro perché quello che non volevo fare io con mia madre si sentivano obbligati a farlo loro, più Moise che Malick.
Oggi riflettevo sul fatto che io non mi ricordo un compleanno di mia madre che abbiamo festeggiato in passato, in effetti mio padre non le ha saputo dare valore a questa donna e neanche lei ha dato valore ai suoi desideri e alla sua parte femminile, fragile.
Ieri ci ha ringraziati a me e mio fratello dicendomi che pensandoci forse è stato il compleanno più vero e bello dei suoi 80 anni.
E allora auguri mamma che tu possa ancora meravigliarti e meno spaventarti della tua saggia età.
Nicoletta un cuore