Un weekend tra gli antenati del Molise

Era da tempo che volevamo trascorrere un fine settimana insieme, io Francesca e Mariano, e così lo scorso fine settimana, da venerdì 17 a domenica 19, siamo andati in Molise, a Guardiaregia, un comune a oltre 700 metri di altezza in provincia di Campobasso.
Il posto ci è stato consigliato da Fabio e Melissa, ed il suggerimento è stato prezioso.
Siamo arrivati il venerdì nel tardo pomeriggio, ci siamo sistemati nella nostra stanzetta del B&B “Le coccole”, e poi siamo andati a cena. Il posto era molto accogliente, anche per Akira che ci ha seguito e accompagnato in queste giornate.
Abbiamo da subito iniziato a prenderci del tempo con calma, senza fretta e facendo vuoto da un ordinario dal quale arrivavamo abbastanza stanchi.
È stato buono quindi iniziare con lentezza e semplicità, iniziando a prendere visione del posto in cui eravamo, circondati dalle montagne dell’appennino molisano e dall’Oasi WWF Guardiaregia-Campochiaro, di cui si vedevano anche i monti Mutria e Capraro con le loro cime innevate che superano i 1800 metri di altezza. Gli antenati ci hanno accompagnato e infatti la mattina seguente un bel sole caldo ci ha dato il benvenuto incoraggiandoci a fare una passeggiata nell’Oasi WWF di Campochiaro, che è una delle aree più estese tra quelle gestite in Italia dal WWF. Abbiamo seguito il sentiero di San Nicola con la sua bellissima cascata. Mariano si è fermato al primo avamposto per poter rilassarsi e meditare, mentre io, Francesca e Akira abbiamo proseguito la passeggiata costeggiando il torrente Quirino, e godendo dello scrosciare delle acque che fluiscono, ricordandoci il continuo scorrere e mutare della esistenza. Durante la passeggiata Francesca ha fotografato colorati fiori che incontravamo per strada. Akira era felicissima di correre nel bosco, di bagnarsi nel fiume, di respirare aria buona.
Al ritorno, dopo un lauto pranzo presso il B&B e un caldo pisolino, abbiamo coccolato il nostro corpo presso la SPA presente nella struttura, dove abbiamo potuto anche godere della calda acqua di un idromassaggio. Purtroppo, la dimensione della vasca non era idonea per fare una piccola esercitazione di Watsu che Francesca avrebbe voluto donarci.
Durante i momenti del pranzo e della cena, Mariano ha da subito creato e fatto crescere uno scambio più diretto e profondo con i gestori del B&B, parlando della Fondazione, scherzando con loro, facendogli venire voglia di venirci a trovare al Villaggio a Troia.
Il giorno successivo, dopo la colazione e i saluti ai nostri “amici” del B&B, siamo partiti per Sepinum, un’area archeologica di epoca romana situata alle falde del Matese, posizionata in posto di cruciale importanza economica, che collegava il Sannio, l’Irpinia, la Campania, la Daunia. Abbiamo visitato il tempio, il teatro e molti altri reperti riportati alla luce dagli scavi archeologici, e fatto conoscenza di un simpatico signore, una guida del posto, che ci ha dato alcune informazioni storiche.
Ci ho tenuto, nel ritorno a Foggia, di percorrere la strada che passa da Benevento, perché avevo piacere di far sperimentare un gustoso sushi che avevo provato quando con Raffaele Fabio e Melissa siamo tornati dalla visita a Roma al Ministro della cultura.
Dopo Sepinum, prima di arrivare a Benevento, ci siamo fermati a Pietrelcina, il luogo di nascita di padre Pio, che nessuno di noi aveva ancora visitato. È un paese che, pur nell’inevitabile affollamento di negozietti che vendono oggetti di culto del santo, conserva ancora la semplicità della cultura contadina del sud, con le case di pietra nei vicoletti stretti del centro storico, tra cui sorge la casa natale di padre Pio, divisa in diverse ubicazioni. Lungo la strada che si percorre per visitare le case, sono incise sul muro frasi tratte dalle lettere del frate, che ho trovato molto significative e stimolanti.
Padre Pio, come Mariano, ha vissuto in una cultura povera e organica e, come Mariano, partendo dalle sue radici della epistemologia popolare del sud, ha manifestato una grande forza e determinazione nel portare avanti il suo progetto. È un antenato significativo, che sento vicino anche al Progetto Nuova Specie.
Dopo la visita, siamo quindi ripartiti alla volta di Benevento, dirigendoci, data l’ora e i gorgoglii dello stomaco, direttamente al sushi, dove abbiamo gustato e ingurgitato velocemente tutte le portate dell’All you can eat. Poi, dopo diversi giri con la macchina, siamo riusciti ad arrivare all’arco di Traiano, simbolo della città, che ci ha affascinato con la sua monumentalità, i suoi bassorilievi, la sua bellezza.
Abbiamo fatto un piccolo riposino prima di ripartire, e poi nel viaggio di ritorno a Foggia, un bilancio della esperienza fatta, da cui sono emerse anche alcune difficoltà che ancora abbiamo nello scambio tra di noi… Ma sento che questa tre giorni ci ha dato l’opportunità di far crescere la relazione, perché stiamo attraversando tanti cambiamenti, e quindi trovare dei momenti per poter condividere in semplicità e con lentezza è una cosa buona. A me personalmente è servito anche per staccare dall’ordinario, per riposarmi, per godere dei bellissimi paesaggi che abbiamo incontrato. Sarebbe bello se potessimo organizzare con la Fondazione dei progetti in quel territorio, magari con gli adolescenti. Ringrazio quindi tutti e tre noi per il tempo che ci siamo dedicati, ringrazio Akira, ringrazio gli antenati che ci hanno accompagnato e questa regione del Molise un po’ invisibile e poco conosciuta… con l’augurio che possiamo continuare a conoscerci e a progettare insieme.

 

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