Armonia di perle
Più gli esseri sono distanti dall’inizio, più si riempiono di spazio-tempo, più hanno avuto bisogno dell’epistemologia. Il massimo si è verificato con l’uomo.
Altro che vanto, il nostro pensiero
Le persone più difficili a sognare e cambiare sono proprio gli umanoidi prevalentemente razionali, zeppi di spazio-tempo da dipanare e sciogliere.
Necessita una nuova teoria prassi, una Weltanschauung più globale che includa l’universo e ne scruti nuove ipotesi e nuove Gestalt
Grazie Mariano per queste belle pillole. Oserei dire che i più razionali rendono impossibile lo scioglimento dello spazio-tempo poiché: “Le leggi matematiche sono immutabili”, non si rendono conto che è un pensiero più rigido di quello religioso. È un cortocircuito che sarà più difficile da sciogliere rispetto quello delle Epistemologie religiose.
Amerigo
Buongiorno Mariano, il tuo contributo da accompagnatore a questa razza umanoide è prezioso e, per quanto faticoso, ti erge a persona altamente solidale rispetto al genere umano in travaglio disagiato.
Una nuova gestalt vivendi più allineata a ciò che “ognuno di noi già è” mi è sempre più intuibile e concretamente praticabile, questo mi dà speranza rispetto alla prospettiva di vivere la vita e le relazioni in modo più profondo e quindi nutriente. Ti abbraccio con affettuoso coinvolgimento
Angela D’Apolito
Eccomi, finalmente scrivo.
In una giornata dove il lavoro, i ritmi per tener a bada le molte richieste provenienti dall’esterno, la scuola dei figli, lo sport (perché anche il corpo ha il suo valore!), la burocrazia, possono diventare il tutto e annullare così le nostre profondità, mi fermo.
Ora mi fermo, completamente e più a lungo, ma costantemente sento che in tutto quello che facciamo possiamo fermarci: fare brevissime soste dentro di noi, pochi secondi in ciascun minuto di vita, per ricollegarci al nostro senso e non riempirci di spazio – tempo.
Perché non ci fermiamo dentro di noi? Salirebbe quel vuoto, ampio, nero, che ci fa ricordare come i nostri desideri non siano stati compresi, perché ingabbiati dentro scatole, che prevedono solo cose statiche e dettate dall’esterno. Non possiamo uscire dalla scatola, abbiamo perso la speranza di poter prevedere altro al di fuori di questo misero contenitore. Impauriti dalle punizioni e dai giudizi, rimaniamo efficienti e servili a chi ha costruito la nostra bella scatola e ne gode di tutti i servigi.
Elisa, una moglie, mamma, manager che molla…
Ti ringrazio, Mariano, dell’ascolto ancora e di ciò che di tuo mi porgi e della condivisione fra noi e con te e con le persone ora a te care.
É come assistere al disgelo del velo: uno e tanti… dentro e fuori a un fiume di anni e anni. Ricordi che si intrecciano a più età e visi e vasi di esperienze a Foggia.
Non me ne voglia, Mariano, per la mia “soluzione” poetica, ma forse non ci crederai… per me lo sguardo poetico verso il mondo e i mondi è imprescindibile da un guado di vitalità che va insieme a tutto il resto del corpo e dell’anima e non solo.
Quando questo sguardo era venuto meno, e poco dopo avevo contratto il Lyme… ho toccato una orfananza ancora più forte e terribile di quella me… anche negli anni con te visitata e riconosciuta.
Ringrazio questi balbettii fra i messaggi fin qui: stati così spontanei come quei fiori che incontri dai cigli delle strade.
Il disgelo del velo è avviato e le scritture degli ultimi giorni hanno testimoniato indubbiamente anche questo. È come iniziare a incontrarsi anche così… dai 5 sensi in poi
in attesa anche per me che i veli diventino vela sempre più leggera fra i venti guida e non smarrirò l’eco del kairos… già nell’aria… come nel cuore… che ci condurrà attorno al fuoco di un incontro finalmente incontro.
E sarà bello, ma ancora più bello, ad ora e rimanendo in un senso di sobrietà, è essere già approdati a un pentagramma così terso di corrispondenza: per me, già adesso, così sacra e sentita e viva e importante.
эG Ekaterina