Ogni scarrafon è bbell a mamma soie ♫ ♫ ♫. Commenti

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Caro Mariano, ho appena ascoltato i file audio che hai mandato anche a me. Sono due file molto ricchi di riflessioni teoriche, immagino a partire da vissuti tuoi come ci hai fatto da sempre vedere, la tua teoria non nasce da altro se non da questo. Voglio dirti che sono molto belli e che stimoli anche me a spingermi di più in questa ricerca teorica in cui sono ancora abbastanza “latitante”, penso per una sorta di svalutazione. Tante volte ho spunti però poi dico: “magari sono cazzate..”, so che questa cosa ti fa incazzare e non vuole essere una giustificazione ma è proprio più una riflessione per me rispetto a una svalutazione che poco si vede all’esterno ma che vivo molto dentro di me. Gli spunti sono tanti, ascoltando queste parti teoriche, quando parli dei desideri/aspettative come Angoli Alfa, che sono chiusi in ciò che noi ci aspettiamo nella relazione amorosa, di coppia ma sento nelle relazioni d’amore in genere. Quando noi teniamo ad una relazione perché la sentiamo profonda, almeno per me è così, emergono delle Prime Dimensioni e spesso quando emergono abbiamo una Fusionalità Lineare, cioè vorremmo subito che quella Quarta Dimensione decodificasse e attraverso la Seconda e la Terza ci appagasse. Da qui partono le rappresentazioni. E’ anche un po’ quello che io mi sto vivendo in questa fase soprattutto nella relazione con Marino nella quale io sto cercando di proporre un nuovo però mi rendo conto che questo nuovo è ancora sporcato dai bisogni miei, quindi magari lui fugge o si ritira e io rimango delusa e come dici tu, lì emergono le rabbie. La rabbia è la prima cosa che emerge, però proprio come tu ci hai fatto vedere chiaramente, la rabbia è la punta dell’Iceberg perché sotto ci sono le tre D. La riflessione che faccio è questa: noi dovremmo tendere a sanare le nostre Prime Dimensioni ataviche attraverso tante relazioni perché quando noi abbiamo una o due, o poche relazioni profonde è da quelle che noi abbiamo aspettative, ed è in quelle che noi riponiamo i nostri desideri, ed è chiaro questo si confronta/scontra con i vissuti dell’altro, con lo Stato Quiete dell’altro, con gli attraversamenti dell’altro… E invece che bello sarebbe se un giorno potessimo veramente essere uno stormo che vola in profondità e avessimo dei Globcettori tali da interscambiarci in relazioni profonde, d’amore ma di un amore per la vita e la crescita. Un amore per l’Ontologico delle persone. Ascoltandoti l’immagine che mi è venuta, quando tu parli dell’Angolo Alfa dei desideri/aspettative che se delusi portano anche alle impellenze/sintomi, ognuno di noi ha le proprie e togliendo le soluzioni le impellenze sono più chiare, emergono di più. Ho provato a immaginare di applicare il Quadrangolare ai desideri e procedendo nel percorso Beta-Gamma ci sarebbe per forza il Potere Commutativo di cui tu parli e quindi partire dall’Angolo Alfa desiderio/aspettativa con la consapevolezza che è un Angolo Alfa, lasciando aperta la possibilità di un Angolo Beta o più Angoli Beta, perché possono essere tanti i Beta possibili. Questo secondo me ci aiuterebbe a non chiuderci, il Potere Commutativo potrebbe già iniziare da qui se noi iniziassimo a sentirla così, nel senso che io ho questo bisogno/aspettativa però devo tener conto di tutta una serie di cose, quindi potrebbe esser anche in altro modo rispetto a ciò che io mi rappresento, potrebbe essere che questo mio bisogno posso non per forza soddisfarlo con quella persona, magari posso scambiare su altro livello. Quindi aprirsi ad un percorso Beta Gamma in cui nella relazione sono aperto al Procedere Incerto, sono aperto a non sapere cosa vivrò, come andrà, non so cosa uscirà da un incontro o da un appuntamento. Se riuscissimo ad iniziare a fare questo, calerebbero anche le nostre paure saremmo più aperti, meno chiusi nei nostri Fuk che ci portano a rappresentarci delle cose… Se riuscissimo ad avere la prospettiva di un Angolo Gamma come sperimentazione, un gioco questo ci potrebbe alleggerire. Questa sperimentazione potrebbe portare a un Angolo Pi Greco che include tante relazioni che possono soddisfare più pienamente e profondamente un nostro bisogno emergente. Penso che questo sia possibile, magari non con tutti o non in tutte le situazioni. Noi cosa diciamo rispetto alle situazioni cosiddette psicotiche? Che ci vuole una legione! Ma questo vale per ognuno di noi quando i Fuk sono profondi, come hai detto a me “Ferite Ontologiche” … Ci vuole una Legione, non basta una persona, non basta una relazione d’amore ci vogliono tante relazioni d’amore e secondo me questo ce lo insegnano tanto i ragazzi che sono in trattamento in questo momento. Stiamo vedendo i risultati perché c’è una Legione che si muove rispetto a delle lapidi grandi! Altrimenti e a me è successo spesso, soddisfiamo quel bisogno ma è transitorio, ci sembra che non basti mai! Ma perché una persona sola non può bastare! Noi siamo la sintesi di relazioni fetogenetiche, siamo il frutto di cellule diverse che entrano in relazione e che ci tengono le une alle altre a livello ontologico. Forse sono queste le fondamenta dell’Utero Psì.
Queste sono le mie prime riflessioni a caldo, ma siccome gli spunti sono tanti, mi impegno a inviarne altre.
Annamaria Coppolillo

IMPERMANENZA e INTERDIPENDENZA… ‘vettori’ della vita
Caro Mariano, è ammirevole lo sforzo di leggere dalla natura tutti quei segni/vitali che se visti possono dare senso e direzione al nostro ‘procedere incerto’ così bene rappresentato dal C. E. U.
Rimango convinto che le tue teorie siano molto vicine a quanti abitiamo la vita e a maggior ragione a noi umani che, rispetto ai tanti vitonauti, abbiamo la consapevolezza di condividere con l’universo (multiverso?) le due regole che lo informano e a cui tutti ci conformiamo: l’IMPERMANENZA e l’INTERDIPENDENZA.
Nessuno può sottrarsi a questi due ‘vettori’. Non c’è attimo in cui non siamo attraversati dal mutamento. Chi pensa che nulla cambi è semplicemente scollegato con l’esistenza che x sua natura muove dal cambiamento. E nemmeno possiamo pensare che lo ‘spettacolo’ non abbia il suo ‘confinamento’. Ogni alba ha il suo tramonto come ogni nascita la sua morte. Averne consapevolezza è importante perché l’IMPERMANENZA ci impone di pensare che sia il positivo che il negativo devono fare i conti con le regole che informano l’universo e ne determinano la crescita o la regressione in base alle scelte che facciamo. Una foglia che si stacca dall’albero e cade per terra va a finire in un punto/posto preciso, perfetto, e non poteva essere che quello. Le tante variabili che ne determinano la caduta non possono che far cadere la foglia laddove è caduta. In questo caso le variabili non dipendono dalla foglia e non possono dipendere da essa xchè la sua natura l’ha voluta così com’è e nessuno può o potrebbeaspettarsi altro. Noi umani invece possiamo intervenire sulle variabili che ci spingono a determinate scelte, sia quelle che facciamo che quelle che subiamo o non facciamo. Ergo, il nostro modo di stare nel mondo, rispetto a tutte le altre specie viventi, è unico. Ed unici siamo noi. È per questo che la tua teoria/prassi, caro Mariano, mi trova d’accordo. Mi ha dato tanto e mi sono preso tanto. Questo mi ha permesso di dare a tanti alcune parti che ritengo utili all’accompagnamento di quanti mi chiedono una mano x superare difficoltà che seppur ‘naturali’ a volte appaiono insormontabili specie se s’interviene farmalogicamente.
L’IMPERMANENZA come ti dicevo si sposa con l’INTERDIPENDENZA e pertanto è vitale l’idea che la coppia si apra alla commutatività in quanto feconda di novità. Pensare, come dici tu, che la fusionalità intrauterina personale possa rendere la relazione/rapporto di coppia fertile è decisamente inverosimile. La fusionalità x funzionare, necessariamente, dev’essere biunivoca, reciproca, continuATTIVA e disposta a lasciarsi attraversare dalle tante nuvole previste dalla parte sinistra del C. E. U. È importante non lasciarsi prendere dallo sconforto o dall’idea che finito lo spettacolo s’inceppi il ‘ciclo’. La lentezza, la pazienza e il sentirsi parte della relazione/scambio rende i passaggi ‘boa’ occasione di crescita umana e culturale da condividere con chi fatica a mettere insieme ‘vita e conoscenza’
Angelo Vita

Grazie Mariano di queste preziose chiavi per transitare.
È stato potente: “L’amore si affida a fantasiosi angoli alfa di previsioni, normalmente delusi” … racchiude proprio il senso del disagio di ognuno.
Penso sia davvero applicabile ad ogni singolo piano della piramide, non soltanto alla coppia univoca in sé: al rapporto con noi stessi, con i fi-gen, con i gen-fi ed è palese nei cosiddetti. Buona giornata di albe e di vertici.
Un abbraccio, Linda

Stamattina ho deciso di iniziare la giornata con l’ascolto di questa pillola.
Sento che è un tema che mi interroga molto soprattutto dopo la famosa fase delle C.a.b. Mi interroga sull’oggi ma anche sulle relazioni che ho avuto nella mia vita.
È bello che prima di entrare nel vivo Mariano hai parlato delle impellenze, perché secondo me dietro queste si nascondono davvero delle parti nostre che ancora non ci sentiamo di svelare, di portare allo scoperto.
E quindi ognuno di noi dovrebbe ampliare e soffermarsi sulle proprie impellenze per cercare di capire cosa ancora di noi non viene fuori direttamente, in maniera palese.
Non so pensando alle impellenze, mi viene in mente anche che la società in cui viviamo, il faraone finanziario ma anche il mondo del lavoro, specie un lavoro come il mio, è un’impellenza continua, un’urgenza continua, quindi non ci aiuta a rallentare… l’impellenza secondo me è proprio assenza di albero della conoscenza.
In fondo però credo che nessuno di noi nasca a questa velocità, con questi bisogni che reclamano attenzione con tanta forza… abbiamo si necessità di soddisfare alcune richieste però sappiamo anche controllarci, sentire che possiamo anche ridimensionare le spinte se abbiamo un nostro potere fusionale che ci fa sentire appagati.
Questo in teoria… la pratica risulta essere più difficile ma secondo me non impossibile.
Come dicevo all’inizio, sento che sono in una fase diversa della mia vita e quindi anche rispetto alle relazioni, di coppia ma non solo quelle, sento che ho smesso, dopo la crisi e il passaggio avvenuto nelle c.a.b. e nella relazione con Cristiano, di procedere così inerzialmente.
È come se fossi in costante riflessione, è come se sentissi che davvero i due alberi, vita e conoscenza, non possono non coesistere e devo dire che questo aiuta a procedere più spedita, senza paura che le cose possano finire.
Dopo la fase c.a.b. Ho sentito che comunque venivo riconsegnata a me e alla mia storia, pur avendo iniziato una relazione con Giuseppe. Non so come ben spiegarlo ma sento che la mia storia, la mia esistenza viaggia in parallelo con quella di Giuseppe ma siamo due nodi, due processi che si intrecciano certo ma non si sovrappongono.
È come se la chiusura con Cristiano e il sogno di un amore assoluto, desiderato da bambina e avallato da tutte queste menate sdolcinate, si fosse infranto in mille pezzi dandomi la possibilità di rimontare il mio Graal per quello che sono io in profondità. È come se stessi disegnando una me nuova che porta con sé il buono di quello che ha vissuto ma con delle piccole novità. E devo dire che così secondo me è tutto più vero, con tutte le sfumature, bianche e nere che siamo, vortici e vertici che siano. È come se fossi uscita da un incantesimo che, a causa dei miei fuk e della coppia dei miei genitori, mi teneva legata anche all’idea di una coppia solo positivo (che poi cosi non è), una coppia basata sul sacrificio di uno, sul subire lo stile di vita dell’altro…
È un processo ancora in corso e secondo me per me che non ho figli il rielaborare, insieme anche a Giuseppe, come continuare a strutturare la nostra coppia e le nostre esistenze è una sfida che mi piace portare avanti. I figli secondo me in alcuni casi portano proprio a mettere da parte la relazione di coppia in funzione della crescita dei figli ma prima o poi i nodi vengono al pettine.
Ti voglio proprio ringraziare perché davvero, mentre parlavi, mi rivedevo, ci rivedevo, nel mio, nostro procedere in questo mondo caotico che per niente ti facilita, pieni di obblighi doveri.
Sento che quello che hai detto è proprio un manuale, un faro per non farsi risucchiare da un negativo che in alcuni momenti potrebbe portare solo a distruggere. E questo secondo me riguarda tutte le relazioni, non solo quella di coppia ma anche quelle con i pari, in famiglia…
È come se vedessi anche più chiaramente che per procedere in una relazione, di coppia ma anche di altro tipo, per prima cosa bisogna rimanere in rrrete con l’esterno, aprire le proprie finestre, respirare e godere anche di altro ossigeno… anche perché veramente alcune volte nelle nostre giornate siamo così appiombati che è pure ingiusto che ci sia un utero infinitamente grande nella coppia che deve stare là all’infinito ad accoglierti. In questo sento che le relazioni che creiamo nella nostra esistenza sono fondamentali, certo in questa fase sento che devono essere reciproche (la fase vestale/mammina mi sembra che non vada più di moda) … e ciascuno nella coppia deve avere le sue, avere i suoi nodi specifici.
E l’altro aspetto che non deve mancare, come dici tu, è quello di alimentare il proprio buffering, proprio perché mentre maciniamo vita, ci serve poi carburante per procedere proprio quando attraversiamo momento di vortice.
È proprio bella Mariano l’immagine del vuoto, del cielo… spero di farne memoria sempre quando mi sento che sono in cantina o mi trovo in situazioni di sprofondamento.
Sai che quando ho scelto questa casa, la cosa che mi aveva più colpito è che era all’ultimo piano in contatto con il cielo, con il koilos, lontana dal centro città dove prevale l’albero della vita.
Sento che questa vicinanza con il vuoto mi aiuta, è come se sentissi che qua ho tempo per ricontattare il mio potere fusionale quando mi sembra che mi abbia abbandonato.
Queste sono alcune riflessioni che mi è venuto di fare ovviamente pensando a me, mi piacerebbe riascoltarla perché davvero ci sono infiniti link e collegamenti che si possono fare.
Ti ringrazio per il tuo essere un teorico concreto, che è la cosa che più mi piace di te, che teorizzi ma anche metti in campo. A me quelli che “a dicere…” non mi sono mai piaciuti.
Tvb, Giusy

Grazie Mariano per il bellissimo regalo. Sento che questo livello di teoria mi da un ulteriore aiuto nella mia personale gravidanza del negativo, legato soprattutto alla Casiglia e alle epistemologie storiche a cui la Casiglia si ancora con tutte le forze di resistenza possibili, prima delle quali la forza di gravità. Sento che rinnovare la parola “amore” sia doveroso, altrimenti qua, con tutte le poesie, le canzoni, i film e le teorie umanoidi fatte sull’amore, non riusciamo a superare lo schema e restiamo invorticati nei suoi meccanismi. Per costruire un vertice è necessario usare la Gestalt e far scivolare sullo sfondo il concetto e le aspettative che abbiamo sull’amore, mettendo in primo piano una visione nuova. La “coppia commutativa” è una proposta che sento può essere davvero uno Juvenis rispetto al Senex della coppia univoca a cui ancora guardiamo dallo specchietto retrovisore. Possiamo quindi decidere se continuare a lottare contro i mostri dei meccanismi umanoidi, oppure farci guidare dal buffering, che in primis ci doni tu, ma che poi possiamo costruire anche da soli con gli strumenti che ci hai donato, per non far più saltare la nostra canzone, le nostre vibrazioni, con le quali abbiamo l’opportunità di riempire l’esistenza.
Come si dice in Romagna “cun e grezia us magna poc” (col grazie si mangia poco), quindi oltre al grazie, seppur sentito, mi impegno a incarnare ciò che dico coi fatti, perché rappresenterà il riconoscimento più grande per il tuo dono.
CVTB, AdalBirth

Le impellenze, da quello che ho compreso della teoria di Mariano, diventano quella cosa incontrollabile che prende il sopravvento. Il mio sintomo è stato ed è il rapporto con il cibo. Le impellenze sono collegate alle dipendenze. Si dipende dalle impellenze che sono lo specchio fedele del punto in cui mi sono arenata/o e, quindi, come sottolinea Mariano, dei FU.K. nati all’interno della Casiglia.
Il mio teatrino bulimico, vedi Graal T.A.Q., all’interno della mia Casiglia me lo ricordo bene e talvolta, quando sono scarica o mi appresto a fare un Salto Quantico Oltre, sta ancora lì in agguato, come a voler dire: “Ma sei sicura?”
Quando ho dato un taglio al buffering con Luca, ormai senza prospettive, e un ulteriore taglio decisivo alla Casiglia la scorsa estate, ho iniziato a mangiare molto di meno fino ad arrivare a mangiare poco. Sono giunta a dicembre al punto di non sentire più lo stimolo della fame.
Per me è stato anche uno sballo, riuscire per certi versi ad andare oltre questo vecchio FU.K. Nei mesi scorsi, ho sentito quanto potessi fare a meno dei vecchi rapporti forti in cui mi svenavo, mi svuotavo per ricevere quelle poche briciole, consentite dalla Casiglia.
“Cindy è servizievole, è proprio brava!” Così diceva mia nonna, nonna Tina! Cindyna, sì, ma Cindy nel B.AD.A. VECC non può limitarsi solo a questo, non più!
Quando a dicembre, Mariano ha favorito insieme a Grazia l’incontro tra me e Benedetta nel MansUtero e ci ha proposto di trascorrere due giorni insieme da sole, poi in tre al ritorno di Grazia, c’è stato un altro passaggio per me.
Il primo giorno di convivenza, a scuola, a fine mattinata, pur non avendo mangiato molto, ho vomitato… Ho sentito che vomitavo un po’ dello schifo rispetto alla prima donna che non mi ha saputo fare da IV dimensione: Vivette. Da subito è stato chiaro che Benedetta non c’entrava! Tanto è che quando sono arrivata al MansUtero, a pranzo, le ho detto quello che mi stavo vivendo: la chiarezza rispetto a Vivette.
Sono felice di essere tornata sul luogo del delitto: su miei rapporti forti al femminile soprattutto. Ma sento anche che voglio riprendere e sto riprendendo il buffering con me stessa, cercando di mettere insieme le mie parti ovulo e le parti spermatozoo. Il cibo, è ovvio, non può fungere da collante! Anzi, è solo una parte bambina che mi fa ripiombare nell’angolo α vecchio, in cui non è la Casiglia a fare schifo, ma io! E mi raccomando: “Sentiti in colpa!”, come da copione paolino! Lo shunt col cibo o con le relazioni (l’innamoramento, la ricerca della simbiosi) mi impedisce di progredire all’interno del percorso β-γ, costringendomi tutt’al più a fare degli angoli β virtuali che non sono più degni di me, né del buffering a partire da me: del mio Nnnodo che merito di costruire.
Cindy

Ciao Mariano grazie per avermi incluso nella lista broadcast e per la precisazione che tu hai fatto all’inizio dicendo: non ho preso i numeri di telefono e li ho inseriti così a caso, ho scelto le persone che ritengo siano aperte e questo mi è arrivato. E grazie anche per la teoria che tu fai perché sempre accendi una luce sulla mia storia, mi ha colpito quando tu hai detto che viviamo di infiammazioni di impellenze, la sento come una cosa che mi è accaduta ed anche per lunghi periodi, ora ci sto lavorando nei rapporti forti, non tanto sulla coppia che in questo momento non ho, con mio figlio
soprattutto perché mi rendo conto che a volte ho delle pretese; chiedo a lui delle cose e spesso non mi sento contraccambiata (…possibile che io ti tengo i figli, ti aiuto nel lavoro nelle scelte importanti quando devi andare a vedere un terreno, ti ascolto quando hai voglia di parlare e poi non hai tempo quando io ti chiedo qualcosa? Con tutto quello che ho fatto per te!!! (frase odiosa di noi genitori). Mi deludo subito e li mi rendo conto che la mia delusione è legata ai
miei vuoti a quello che a me manca. – Lui, mio figlio, non può darmelo. Vorrei che lui riempisse i mei vuoti. Ora lo capisco quando accade e cerco di ripartire con una modalità diversa pensando che comunque forse io ho fatto più strada
di lui e come tu dici chi comincia per primo è quello più solidale e ricomincio io quando la relazione si ferma per miei errori. Questa cosa è importante perché tu mi aiuti a vederla, mi hai dato gli strumenti per vederla. Oggi dopo tanto
tempo è venuta a pranzo Sara (la compagna di Federico) ed i bambini Eleonora e Nico. Federico non c’era!!!! Abbiamo parlato a lungo davanti al caminetto acceso con i bambini che ogni tanto intervenivano e facevano domande. Giovanna Velluto un giorno mi ha detto: accoglila come una figlia tua nuora. Sto provando a farlo. Anche nel rapporto di coppia sono stata sempre un po’ pezzente perché anche lì ho fatto delle cose in funzione del fatto di essere apprezzata, dell’essere vista anche lì c’erano bisogni impellenti e quindi guardandola adesso che sono proprio fuori dal rapporto di coppia me ne rendo conto di quanto, nella relazione, hanno giocato quelle parti che vogliono essere viste quei vuoti che vogliono essere riempiti. (vedi lo scritto precedente sulla mia storia con Renato). In questa storia mi ero talmente
svuotata, stancata di stare sempre dentro i ruoli che me ne sono scappata. La fusionalità si era completamente esaurita. Quando ho cominciato a vedere tutte queste cose si è aperto uno scenario diverso, qualche volta dico: forse
stavo meglio quando non vedevo niente. Lo dico con una sottile ironia ma talvolta lo penso davvero. Adesso sto meglio con i fari accesi, con quei fari che tu hai acceso. Tutto ciò mi fa pensare come nella relazione di coppia che deve
essere commutativa. Certamente, non voglio più veder l’altro come l’unico appoggio, l’unica ancora di salvezza. L’ho fatto questo errore di far ricadere sull’altro le cose mie, invece io le cose mie me le devo vedere con le altre persone con cui sono in relazione. Le relazioni (non tutte), mi arricchiscono e quando ritorno dentro il rapporto di coppia nella vita ordinaria ci ritorno in modalità diversa, molto più ricca e molto più mia e forse anche più serena. Questo rigenera la coppia e così sento che posso mettere io qualcosa sul fuoco per alimentarlo. In questo momento la coppia come scelta di vita è in stand by, non riesco a trovare questa modalità di stare insieme… Mi sono un po’ stancata della vita di coppia in sé, è un appiglio. Cerco di lavorare sulle relazioni importanti e scelgo anche tra le tante quelle che contano, non voglio
più creare situazioni di fusionalità lineare scambiandole per una coppia, in tal modo una relazione nasce con poco e finisce quando va in crisi. Mi sono un po’ stancata, ne ho avute tante di situazioni così. Le ho tuttora queste occasioni,
ma le capisco e so che non è quella la strada che mi fa stare bene. In questo momento osservo quello che c’è intorno a me e poi si vedrà.
Tiziana

 

 

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