Ogni scarrafon è bbell a mamma soie ♫ ♫ ♫…Commenti

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Caro Mariano, cari anche tutti i lettori, commento la preziosa pillola audio in questo 23 gennaio freddo su questo pezzo di pianetino terrestre sempre più asfissiante per me.
Al minuto 5.11 dell’audio sento la parola cresciuti/crocifissi e mi si illumina la consapevolezza profonda di ciò che ascolto e riconosco.
Anche per la me/figlia è vero che i meccanismi di sanzione che abbiamo vissuto ognuno nella propria Casiglia, mentre venivamo cresciuti /crocifissi da chi si prendeva cura di noi, sono simili alle sanzioni con cui il Faraone Finanziario ci incute timore.
I sintomi del timore sono le impellenze.
A proposito di Nina proprio sabato scorso, dopo un pomeriggio passato a casa con anche Lucia e Mimmo venuti in visita dal napoletano, ha avuto un impellente dolore /bruciore alle vie urinarie, delle fitte che ho accompagnato con irritazione, perché non sapevo bene cosa fare, e che sono diminuite poi facendole fare più volte pipì.
Le impellenti richieste del corpo e del simbolico di Nina hanno proprio fatto partire la ricerca su questi meccanismi di svuotamento fusionale.
È spaventoso poi se mi penso mamma e sanzionatrice di una bambina che a sua volta cresce e di cui io, la rete, la famiglia /Casilla o Globale si fa carico di educare e riempire non di sola fusionalità lineare
Rispetto ai miei meccanismi di esaurimento della fusionalità mi sono sentita toccare e far male nel profondo ascoltandone la teorizzazione.
Io vedo e ricordo il modo in cui per dare a Nina, che richiedeva, mi sono in pochi anni svuotata. Sento vero di aver smarrito finanche il punto Lagrange che più profondamente può sostenere, può far confidare nella trascendenza.
Nel recente passato ho dovuto per forza fare da unica referente, l’altra rete che avevo era la Casiglia conosciuta, e ora?
Confido che questo anno sia davvero il tempo in cui ci potrebbero essere finalmente gli altri per me, a cui delegare per alleggerirmi dall’essere referente della situazione, passaggio obbligato è costruire prima relazioni presenti e profonde per poi potermi togliere dalla situazione per aiutare ancor più Nina a circolinfare
Ora mi trovo di fronte allo stesso meccanismo di sempre, sto rischiando di esaurire la fusionalità. Mi sto svuotando e Nina richiede. Mi auguro di sapermi togliere in tempo dalla situazione e attingere, per non svuotano del tutto, alla fiducia nel CEU
Rispetto alla riflessione sulle relazioni amorose importanti e fantasiosi angoli alfa di pre-visione, dico di me che ho imparato per esperienza personale che l’innamoramento di coppia, anticamera necessaria dell’amore, è una corsa ad impedire lo svuotamento, non è per me ora. È un gran sollievo non essere innamorata di alcun adulto.
Certo è vero, ed anche una soluzione vuota, come indichi, Mariano, che il simbolico indugia di tanto in tanto in favolose fantasie di previsione, che lasciano il tempo che trovano e assolvono il loro compito di donare passeggera leggerezza. Il cammino verso la sperimentazione di relazioni commutative è in fase di buffering. Lento processo di caricamento dei dati. Non sono ancora vertice per poter costruire un poligono, qualunque relazione amorosa si rivelerebbe in poco tempo un groviglio di vortici personali su cui attorcigliarsi senza dar spazio ai vuoti. Osservo e ammiro le coppie, in primis tu Mariano, che ci stanno provando a crescere in una relazione commutativa.
Mariano Grazie per avermi inserita nella lista broadcast “Prima i denti” con questa pillola continuerò a teorizzare sulle mie impellenze di figlia, mamma, donna, sorella, compagna, con procedere incerto.
Angela D’Apolito

Carissimi, l’aggiornamento che sto per inviarvi della nostra coppia fi gen, è abbastanza positivo. Il difficile periodo della scorsa estate lo abbiamo ben superato e ringrazio Mariano per il dono delle pillole sulle relazioni profonde, se oggi, ho chiaro cosa scrivere. Da giorni cercavo di aggiornarvi, ma non riuscivo a trovare le parole giuste per descrivere il mio sentire. L’ascolto delle pillole mi ha trasmesso quanto forte io senta la “fides”. Come dice Mariano, “la fides non è la fede ma una cordicella che tiene legati all’indico” a cui si arriva quando in noi è giunta la consapevolezza di far parte del CEU che permette a vita e conoscenza di camminare insieme. Sento che in me questo miracolo, nel corso di questi quasi tredici anni di percorso, sia avvenuto. Le tante esperienze della mia vita, belle o brutte che siano state, mi hanno portata a constatare l’impermanenza dell’esistenza. Prima di conoscere il metodo, rifacendomi alla teoria dei corsi e ricorsi di Vico che la rispecchiavo anche nella mia vita, quando attraversavo un brutto periodo, aspettavo il successivo… la ripresa puntualmente arrivava ma non comprendevo perché non durasse in eterno, sentivo la sensazione di chi, dopo essere riuscito ad arrampicarsi sopra un albero quasi fino alla cima, puntualmente, ricadeva giù. Non riuscivo a spiegarmi la continua ricaduta e mi dannavo, mi sentivo delusa da me stessa e me ne davo la colpa. Comprendere il ciclo della gravidanza universale mi ha fatto scoprire il valore della ricaduta e mi ha fatto acquisire il coraggio di saltare nel vuoto con la fiducia che quando la bella scarpa è diventata scarpone ciò che si lascia non serve più e quel che si trova, in ogni modo, elimina quel che stantio è diventato. L’importante, come dice Mariano, è alzarsi e ricominciare a camminare ed è quello che ogni volta che ricado cerco presto di fare. Certo, nei momenti in cui sono nei vortici, dapprima mi svaluto ma presto la consapevolezza dell’impermanenza dell’esistenza, mi permette di trasformare, come dice Mariano, la linea appiattita ed attorcigliata dei miei vortici, legati alla materia ferma che non fa andare oltre, in quella, aperta e sospesa nel vuoto che permette di mutare i vortici nei vertici di un poligono che delineano nuove forme. La pillola di Mariano mi ha anche trasmesso come questo passaggio sia necessario non solo per me stessa ma anche per chi amo, lo sento come un dovere nei confronti di Nathan, i vortici possiamo averli entrambi ed è legittimo, ma io che ho gli strumenti, posso compiere il grande atto di amore di far sì che i miei vortici non arrivino ad infastidirlo troppo, anzi posso aiutarlo a prevenire i suoi di vortici e a trasformare quelli che in lui si stanno formando in opportunità per andare avanti
Questa è davvero la più grande manifestazione d’amore che possa dargli, aiutarlo a prevenire i suoi vortici distinguendomi dai miei, sospendendo la mia rabbia, accettando il mio dolore e transitando. Ma solo questo non basta, il resto lo fa il mettermi in relazione con gli altri, accettare la rrrete! In questo ho avuto difficoltà, ci sono riuscita soltanto dopo aver riconosciuto i miei limiti e di conseguenza anche quelli degli altri. In questo sono stata aiutata da Mariano quando mi ha bastonata dicendomi che per quanto potessi avere ragione, non potevo chiudermi in me stessa pretendendo dagli altri ciò che non potevano darmi. Le sue parole mi hanno fatta diventare più tollerante verso gli altri ma soprattutto verso me stessa. Per anni ho pensato di poter fare tutto da sola, avevo fatto del mio senso di solitudine la mia virtù, avrei dovuto farcela soltanto contando sulle mie forze! In passato questa convinzione mi è servita ma fino ad un certo punto, mi ha aiutata a non abbattermi per il non sentirmi pienamente compresa da chi mi circondava ma in verità io volevo essere compresa? L’essere controcorrente mi dava forza, mi piaceva sfidare chi non la pensava come me col mio modo di fare e di vestire, provavo gusto nello scandalizzare e volontariamente mi escludevo dal resto, riservandomi, in mezzo alla tanta gente che conoscevo, soltanto poche amicizie, le sole che ritenevo potessero comprendermi. Oggi ho imparato che da tutti posso ricevere, anche da chi di me non ha capito niente, sto imparando a non saltare più in aria quando non mi sento compresa, riesco a contare fino a dieci, come si suol dire, rendendomi conto che, come me, chi mi sta davanti ha i suoi limiti, io magari posso averli per un altro verso ma sempre limiti sono! Nel metodo sono riuscita, col tempo, ad instaurare bei rapporti di amicizia sia con persone diverse da me che con quelle con un carattere più affine al mio. Ultimamente ho consolidato un bellissimo rapporto con Simona Bramati, è stata mia ospite per un bel periodo e ci siamo ritrovate in tante cose, in più è molto bello il rapporto che si è instaurato tra Nathan e Tancredi, ci stiamo aiutando tanto. I primi giorni in Nathan sono affiorati i suoi fuk che lo portavano ad essere geloso e prevaricatore nei confronti di Tancredi. Sia Simona che Tancredi sono stati molto bravi a comprendere il suo comportamento, mi ha sbalordito come Tancredi, che sente forte la storia di Nathan, sia stato tollerante nei suoi confronti pur scoppiando ogni tanto amorevolmente e spiegandone il perché. Tancredi si è rivelato un buon accompagnatore per Nathan ed anche Simona che di fronte alle sue esuberanze nei miei confronti gli ha messo in evidenza il mio valore. Devo dire che questo scambio è servito a tutti e quattro, si è creata una vera famiglia ontologica, Tancredi mi chiama nonna e Nathan chiama mamma Simona, di conseguenza loro dicono di essere fratelli, e Simona è per me la figlia ritrovata. Sono felice per Simona che qui ha ritrovato la sua vena artistica, sento di volerle un gran bene ed è come se ci conoscessimo da sempre. Abbiamo potuto constatare che nella vita ci muoviamo in maniera molto simile e che su per giù abbiamo vissuto esperienze analoghe. Incredibile il fatto che contemporaneamente, senza sapere l’una dell’altra, stiamo lavorando sulle nostre dipendenze dagli sballosi e la motivazione per entrambe è quella di non sentirci di buon esempio per le vite che stiamo crescendo. Ci stiamo aiutando anche in questo… Anzi, ne approfitto per chiedere se è possibile metterci insieme nella stanza alla prossima 5 giorni, tanto ogni volta i bambini finiscono per dormire insieme e diventa un po’ scomodo nella stanza di chi li ospita e poi, noi abbiamo ancora tanta voglia di scambiare e sostenerci. Nel modulo ho segnato di volere essere ascoltata perché vorrei confrontarmi sul fatto che penso di far fare a Nathan un salto quantico cambiandogli scuola. Quella che frequenta per tanti aspetti non va e lui se ne rende conto ma alterna momenti in cui dice che vuole cambiare e non vede l’ora ed altri in cui, invece, prevale la paura del nuovo e dice di non volere ricominciare daccapo. Non so se continuargli a prospettate la nuova scuola, oppure, non parlargliene più ed il prossimo anno scolastico metterlo davanti al fatto compiuto. In questo ho bisogno di aiuto, magari si potrebbe pensare a prepararlo insieme a questo cambiamento…non saprei… La scuola in cui voglio trasferirlo è senz’altro migliore ma ve ne parlerò di presenza. Un bacio ed un a presto a tutti ed ancora un grazie a Mariano per la pillola.                                  Pina S.

Ti ringrazio Mariano per questo dono. È stato bello ascoltare le tue riflessioni e la teoria che n’è venuta. Mi è piaciuta molto la novità di contemplare l’opportunità di poter trasformare i vortici in vertici. Essere in grado di riconoscere i vortici dell’altro e sapersi distinguere è un atto d’amore per se stessi e per l’altro, e per forza deve venire da chi ama di più. Se non c’è l’amore che ti spinge come si potrebbe essere solidali nei confronti dell’altro? Avere il coraggio di staccarsi da una situazione di vortici e creare vuoto.
Mi domando e nel contempo mi faccio delle rappresentazioni sul primo rapporto forte che ho, che è quello con me stessa. Anche io con me attraverso varie fasi, mi sperimento e mi osservo e contemplo che ciclicamente divento io stessa da bella scarpa a scarpone e .. ascoltando il tuo audio, ripercorro con la mente, i diversi momenti che attraverso. Pensando al ciclo del Ceu e sono orgogliosa, ne attraverso le 4 parti. Riesco a essere spettacolo per me stessa, mi permetto cose che sono dei regali per me, contemplo progetti e obiettivi possibili da raggiungere e quindi il tutto riporta a funzioni, cose da fare e comportamenti da avere che dopo un po’, ed è incredibile per me sperimentarlo sempre, mi ritrovo, come una misera mosca nella marmellata, senza che me ne sia resa conto, a fare, senza sentirmi davvero libera di poterlo fare. Finché mi rendo conto che sto richiedendo a me stessa uno sforzo che è troppo, a volte troppissimo, e mi deludo da sola, perché mi rendo conto che non è quello che davvero desidero. A volte è come se assolvessi ad un surrogato di desiderio, che in realtà poi scopro essere bisogni, vuoti o paure, che vengono da lontano. E quando sento la rabbia verso me stessa per essermi “ricacciata” nella qualsiasi, ce l’ho il coraggio di rialzarmi e prendere un’altra direzione. Mi domando quale direzione è quella che mi fa procedere nel Mio viaggio, nella Mia crescita, e, anche se è scomoda, riesco a vederla. Poi, devo decidere di percorrerla, ma questo succede dopo. Dopo aver riconosciuto che solo io mi posso amare di più e posso fare un nuovo atto d’amore verso me stessa. Ecco che mi riconosco la capacità di trasformare i miei vortici in vertici, con i tempi che ci vogliono e che per fortuna ancora conservano lentezza! Posso dire che, a oggi, riconoscere a che punto sto, riconoscere di star diventando nuovamente scarpone, è più facile. È un allenamento! Voglio dire che poi anche attraversare l’arco di sinistra è più scorrevole. So, perché è qualcosa che sento realmente in profondità dentro me, che anche nella merdona più totale, e anche quando c’è una mancanza totale di prospettive e non so cosa devo fare, la Vita lavora per me. E io, l’unica cosa saggia che posso fare è attraversare, stare, trovare un cantuccio caldo e non smarrire il senso del viaggio. Per fortuna ci sono altri “esseri viventi” come li hai chiamati tu Mariano, con cui scambio, ma per me, quando mi trovo in quel punto che non sento e non vedo più nessuno intorno a me, li, ci sono soltanto io. Io e me. Me e io e il silenzio. Sento i polmoni che si dilatano di nuovo, sento il cuore leggero, sento fortissimo il mio valore e l’amore che ho dentro. Ogni volta provo stupore di come nella caccona che arriva, riesco a riconoscere il grande aiuto e opportunità per sciogliere ancora, per vedere altro, per crescere. Bellissimo.
Questo è motivo di gratitudine per me. È vero, alla fine del ciclo, c’è qualcosa di più che si sedimenta, è un altro piccolo mattoncino della mia “casa”.
Ho trovato stimolante il concetto di buffering, (mi viene in mente che il buffer è una soluzione salina e mi viene in mente mia nonna che spesso ripeteva che “chi tiene chiù sale conza la minestra”), che spieghi nell’audio e con soddisfazione ne ho riconosciuto il valore. Questo perché sono consapevole di questo processo di Preparazione, che attuo con me stessa. Pensando agli altri rapporti forti che ho, lo sento più complesso, perché me lo rappresento come se io fossi in un grande campo, e spargo semini qua e là, ma più facilmente arrivano squadriglie di gabbiani a mangiarli e, invece di avere germogli di piantine, c’è merda di gabbiani. Beh, anche nel rapporto con me ci sono gabbiani del passato che vengono a fregarsi il semino, ma sicuramente nei rapporti forti al di fuori di quello con me stessa, i gabbiani mangioni sono di più, non sono solo i miei, sono insolenti e ingordi.
Scrivendo… poi penso che anche ci vuole quella merda dei gabbiani, per concimare un terreno che forse è ancora troppo giovane e non ancora saggio e amorevole da poter accogliere e tenere al calduccio quei semini. E allora bisogna riprovare, riseminare, bufferizzare ancora, finché il terreno da acido diventa più basico.
D’altro canto, se rifletto su come funziona anche il nostro corpo, l’ambiente chimico migliore è quello basico. È in presenza di un ambiente basico che i nostri batteri buoni, lavorano al meglio, creano anticorpi più forti e antibiotici naturali che ci aiutano a vivere più in salute. Hai parlato del sistema nervoso, che è il primo che si forma, dall’ectoderma, cioè dal foglietto neuronale più esterno. Ed è straordinario il fatto che da quello stesso foglietto da cui si forma il Sistema Nervoso, si forma tutto il Sistema della nostra Pelle.
La nostra respira, traspira, trasuda ed è al contempo ciò che ci mette in contatto fisico con l’esterno ma anche è barriera dell’esterno. È una piccola divagazione che mi permetto, ma mi viene, ergo la scrivo.
La pelle del corpo umano è un altro grande sistema o organo di comunicazione tra il nostro dentro e il nostro fuori. Tra il nostro cum e il mondo esterno.
È una sottile e delicata connessione quella che c’è tra Sistema Nervoso e Sistema della Pelle, con una intercomunicazione continua e complessa ma affascinante nello stesso tempo. Miliardi di connessioni che portano messaggi e risposte, dimostrazioni di amore o di resistenze che abbiamo verso noi stessi e verso gli altri. E chi ha occhi per vedere, veda! E ancora riflettendo, penso all’importanza cruciale e poco, pochissimo considerata dalla medicina tradizionale, del processo di bufferizzazione, di tamponare l’ambiente acido che si crea e che peggiora il funzionamento del nostro corpo. Tamponare, aspettare, creare, Preparare un ambiente più favorevole per la vita è veramente importante. Tantissime manifestazioni di malattie, dalle psicosomatiche, ai tumori, alla semplice acne, sono espressione di un nostro vivere interno ormai acidificato, sia in senso fisico stretto che più amplio sul piano emotivo. Sono espressione di quella comunicazione esclusiva tra Sistema Nervoso e Sistema della Pelle. Una delle prime vie per iniziare a “interferire con rispetto” per entrambi è proprio iniziare a fare buffering, tamponare. E questo lo riconosco.
E quando siamo nell’arco di sinistra non siamo forse in una condizione di acidità, dove pare che tutto possa essere bruciato e ridotto in cenere? Quando l’altro ci delude non sembra che bruci il nostro desiderio e riduca in un microscopico mucchietto di cenere o in una poltiglia acida e informe?
Io credo di sì, e credo che anche la rabbia che poi si prova sia un fuoco che aumenta quell’acidità. Ecco perché è straordinario, e ti ringrazio per questo nuovo aiuto, poter pensare che anche di fronte a uno scenario del genere, abbiamo l’opportunità di poter preparare altro, di poter tamponare e trasformare i vortici in vertici.
Nelle relazioni forti della mia vita sento che ancora quella che ama di più e che ha un cum più saldo tra albero della vita e albero della conoscenza sono io. Contemplo nel negativo le nuove albe che potranno venire.
Ancora non comprendo benissimo se riesco a preparare proprio così prima la relazione a cui tengo, se riesco a sentire prima l’altro e aiutarlo ad esprimersi. A volte si, avvolte no, a volte mi affido e basta, a volte mi tolgo.
Mi è piaciuto molto anche il termine continu-attivo perché include in sé il concetto dell’impegno che ognuno di noi, come co-creatore, ci deve mettere in quella che è la Gravidanza Universale.
Ti ringrazio nuovamente per questa bella opportunità di spunto per una riflessione che mi aiuta a fare teoria e rinforza quel cum tra conoscenza e vita.
Ti abbraccio forte, Fiorella

Innanzitutto sono felice di essere in questa nuova lista broadcast perché è un modo per entrare in relazione più profonda con te Mariano, ma anche con la rrrete. È un momento in più per riflettere su spunti importanti che ci doni, ampliando l’albero della conoscenza e anche questo è un modo per fare buffering.
Queste Pillole sulle relazioni profonde sono un dono preziosissimo, almeno per me che in questo momento della mia vita sto attraversando un’infinità di dubbi e riflessioni, percorrendo tortuose vie, proprio nell’ambito della ricerca della costruzione di relazioni profonde.
Per me lo schema della coppia, che nella società odierna è considerata l’istituzione della relazione profonda tra due persone, è in realtà uno dei nuclei psicotici più forti che esistano. Allora mi sorge una domanda: un nucleo psicotico può essere una relazione profonda? Nel nucleo psicotico non entra nessuno, ci si conforta, rafforza, esclude, elimina a vicenda. Questo miscuglio avviene incredibilmente tutto all’interno di un unico CEU, perché i singoli CEU di ogni componente della coppia si sono fusi insieme, non si riescono più a distinguere. Nella mancanza di distinzione e sfasamento dei CEU, non c’è possibilità di trasformare i vortici in vertici, ci sarà solo un incrementare della potenza del vortice, che potrebbe essere indirizzato in due possibili direzioni: internamente (la coppia litiga vorticosamente e trova soluzioni sempre più povere all’interno della stessa) o esternamente (la coppia esclude altre possibili relazioni profonde, versando il negativo fuori, isolandosi). In entrambi i casi si va dritti verso il disagio dei singoli componenti della coppia.
Dunque in che modo posso accogliere i vortici altrui, trasformandoli in vertici, e poi vedere la nascita dei poligoni, con il vuoto necessario e poter far entrare cose nuove, co-creando? Secondo me l’accoglienza dei vortici dell’altro, è strettamente correlata al rapporto quadrimensionale con la propria famiglia d’origine e al livello di distinzione verso di loro. Se voglio essere più distinto dalla mia famiglia d’origine devo aver scelto in profondità di non voler più essere figlio, il malato, che ha aspettative, che non sa fare scelte ponderate per conservare il proprio olio della lampada, o di continuare a non integrare albero della vita con l’albero della conoscenza. Questo significa fare da quarta dimensione in primis per se stessi, e poi posso farla anche per mia madre e mio padre, che sono rimaste ancora figure infantili. Ma non faccio più il genitore del genitore per risolvere la situazione disastrosa della loro coppia, o per salvarli, parto da me: faccio quarta dimensione a loro per recidere definitivamente il cordone ombelicale che tiene appiccicata la mia vita al loro giudizio, ai loro rimandi, al loro disagio. Da qui posso iniziare a partire da me, da quello che solo io già sono, in ogni minuto della mia vita, anche quando entro in relazione profonda con l’altro, mantenendo così il livello di distinzione, senza sottomettere il CEU alla parzialità, vivendo solo di archi di sinistra o di destra fasulli.
Penso che questo sia il primo mattone della coppia commutativa, per poter poi costruire il poligono: personalmente me lo rappresento come un bell’aquilone, che vola alto nel cielo e fa da spirito alla vita. In questo senso vedendo i vortici altrui più dall’alto, si ha una visione più globale, meno psicotica. Nel lasciare il modello psicotico, mi posso anche affidare: non ci siamo più solo IO e TU, ma c’è il Pamoja, dove l’era del controllo, del possesso, della paura di perdere, del confronto differenza, che sono gli elementi alla base dei vortici, si dissolve piano piano come sale in acqua. Non è detto che i vortici li debbo accogliere sempre e solo IO. IO non sono l’unico riferimento, l’unica fonte, e TE per me lo stesso. Per me l’albedico, inteso come “dico albe” nuove, è proprio questo nuovo sentiero che si sta facendo strada tra la nebbia. Il Globale Massimo si amplia e il buffering aumenta, potendo così rientrare in relazione con i rapporti forti con nuova linfa, per trasformare ancora altri vortici in vertici.
Elisa – sopravvissuta all’olocausto, nel beta – gamma della cocreazione

Buongiorno Mariano,
Ho ascoltato e riascoltato più volte il tuo “scarafone”… La prima volta mi è sembrato di ascoltare cose già sentite e risentite. Poi ho avuto la necessità di riascoltare più volte.
Indiana Jones andava” Alla ricerca dell’arca perduta”, io dico: “Alla ricerca della fusionalità perduta, smarrita, ed esaurita”.
Nel primo piano della piramide ossia nei rapporti forti se non si è sufficientemente messo mano ai sottostanti cimiteri che si hanno, non si possono vivere rapporti di sano amore fatto di reciprocità scambio per darsi e dare la possibilità di crescere anche all’ altro/a che sia.
Non è un processo facile da attuare e mettere in atto, quando il San Paolo di turno ha per secoli ed intere generazioni “fukkizzato” con il concetto di peccato tutto ciò che poteva essere vissuto più naturale dall’ essere umano.
“A li mortacci sua”… Stronzetto che ancora oggi ci fa vivere anche se in maniera più flebile ma, ancora esistente come filamento.
Viversi un rapporto “forte “qualunque esso sia in maniera Commutativa è una cosa forte, non improbabile certo ma, significa avere una voglia o il desiderio così forte di liberarsi e liberare.
A volte non ci si libera per paura di liberare l’altro, diventa un rapporto gioco/forza più che un rapporto di Amore reciproco.
Ricordo ancora quando il mio ex mi disse: “se la cosa ti può far stare bene trovati un fidanzato anche tu”. (fanculo l’avessi fatto) e invece no. La mia risposta spavalda e fiera fu: “Dovevo nascere in casa tua”, maniera mooolto dispregiativa per dire che il tradimento come cosa brutta apparteneva alla sua famiglia.
Eeee che casino altro che vortici ho vissuto, mi sono invorticatissimamente invorticata…
Invece si poteva trasformare in altro, meno tempo avrei speso.
Potevo chiedergli come si fa? Come hai fatto tu ad andare al di là di un soffocante matrimonio? Anche se io ho sempre detto che non mi sono mai sposata. Questo non significa che avremmo fatto la coppia libera, tu con un’altra e io con un altro ma saremmo arrivati a dirci di più. Probabilmente ci saremmo lasciati lo stesso ma, più sciolti. Questo credo che sia buono. E questo succede quando c’è un buon buffering.
Con questo non voglio dire che l’esperienza è quella di trovarsi un altro/a ma di dirsi: “bè tu ti vivi questo ed io mi vado a fare un viaggio. O che ne so vado a sentirmi più in contatto con un albero che sta nella foresta Amazzonica… Mo faccio esempi così ma per dire che uno non è patrimonio dell’altro.
Ma sento anche di dire che per arrivare a dire ciò, vuol dire che veramente ci si ama e non le chiacchiere.
Io posso dire che sono stata molto sul pezzo del possesso… Tu sei e devi essere solo mio…
Adesso ho una prospettiva più ampia e dire: “ma anche no’. Sapere che c’è un potere commutativo.
Sapere e quindi cogliere che c’è un processo di gravidanza in ogni ambito di vita che si attraversa.
C’è un arco di destra e uno di sinistra imprescindibili.
Vortici e vertici stessa matrice ma con un diverso attraversamento, le impellenze, i sintomi….
C’è tanta roba da approfondire.
Poi mi sembra anche tende a mandar giù per essere digerito ed assorbito ciò che si vuole perché, le scomodità d’ attraversare sono tante… Eeeeh non è semplice, mandiamo giù ciò che si vuole, il resto lo si tiene nei livelli sovrastanti.
Sono d’accordo ad uno scambio /apertura perché gli argomenti sono interessanti e non si possono trattare solo “en passant”…
Necessitano di essere approfonditi. C’è un bel concetto che mi piace tanto:” L’ Universo premia gli Impavidi“           Angela Q.

Per la prima volta mentre ascoltavo ho sentito la necessità di fermare per iscritto quello che mi colpiva per poi poterci ritornare. Quando ho ascoltato le parole “previsioni”, e poi “previsioni deluse”, riferite ad una relazione con conseguente prospettiva di cambiare la relazione amorosa per renderla commutativa ci ho rivisto in queste poche frasi il mio vissuto, e come avrebbe potuto essere diverso se avessi avuto minimamente l’albero della conoscenza che oggi inizio a comprendere. Certo togliere alla relazione l’univocità, che per ogni essere umano è uguale a certezza, è come levare dalla nostra cultura prevalentemente religiosa e contadina delle fondamenta sul quale da secoli si costruiscono società. Però poi puntualmente arriverà sempre e per tutti quel momento in cui ci rendiamo conto che se pur delle verità ci sono state date come assolute, senza averle sperimentate… aggiungo io, qualcosa non quadra nella relazione che da bella scarpa diventa uno scarpone puntualmente. Nel mio caso è successo nonostante io abbia sperimentato anche paia di scarpe completamente nuove, nemmeno accettate dalla nostra società convenzionale, comunque la nuova esperienza è diventata uno scarpone. Per di più si vive anche in parte il “fallimento” di aver osato ma comunque fallito!
L’ impermanenza è un altro concetto molto bello da te espresso Mariano, è una delle cose più difficili da inglobare, accettare nelle nostre vite, ci fa sentire impotenti e ci fa notare quanto quello che ci raccontano e raccontiamo da millenni con tutte le teorie soprattutto religiose sia discutibile. Però se si cambia l’leggermente punto di vista e si aggiunge qualcosa come il C.E.U. dove l’impermanenza acquista un valore positivo e non negativo da combattere ed esorcizzare, lì le cose iniziano a cambiare.
È bello sapere che in questa vita piena di variabili, nei sui infiniti cicli possiamo attraversare queste variazioni aiutandoci però nell’ottica quadrimensionale, dove le nostre parti neonato possono essere viste e soddisfatte da qualcun’altro che fa da quarta dimensione per noi e lo fa in maniera totalmente devota. Per chi come me sta sperimentando queste teorie, sa che non sono solo bei pensieri ma c’è la prassi di tutte queste cose ed è l’aspetto più intrigante di tutto quello che si dice e si fa quindi finalmente non sono solo parole.
Adesso mi è chiaro perché già nei primi anni di relazione con Roberto la mia bile iniziava a farsi sentire, quanta delusione che poi è diventata rabbia che ingoiavo, quanti vortici insensati e inconcludenti mi sono vissuta per anni senza contemplare che avevo la possibilità di fare vuoto, di sospendere quella rabbia e di accogliere il dolore proprio come fa un utero. Quindi nelle mie coliche biliari l’alimentazione c’entra, ma centrava anche il come stavo in relazione con Roberto. Non entro nei particolari mi dilungherei troppo, ma sono cose che prima non vedevo e mi sento un po’ come una cieca “miracolata” che adesso vede, e posso dire che se ad oggi vedo, cose che non vedevo, e anche perché mi sono data la possibilità di vedere e riconosco l’indispensabile accompagnamento che mi danno le teorie del metodo come anche questi due file audio che arrivano in dono, prezioso aggiungerei per me perché sento che lentamente mi stanno liberando da tutte quelle lenti colorate che non sono le mie lenti colorate e che non mi facevano, e avvolte ancora fanno vedere.
Quindi è inutile dire come la prospettiva di trasformare un vortice in vertice mi abbia totalmente rapita, con la consapevolezza che per far sì che questa trasformazione in una relazione amorosa, ma in qualsiasi relazione profonda, possa avvenire bisogna mettere insieme l’albero della vita e conoscenza.
L’Albedico è stata una parola nuova per me e mi ha colpito moltissimo il gioco di parole, (da autrice di canzoni), mi affascina sempre e chiaramente anche il suo significato. Il sapere che se io posseggo l’Albedico e cioè l’albero della conoscenza e sapendo che “Albe” sta anche per alba, quindi un inizio di qualcosa di inedito, io posso sentire in anteprima l’albero della vita dell’altro che ancora deve venire e quindi lo posso aiutare veramente beh questa cosa mi fa emozionare… e come fai notare tu Mariano l’utero nella gravidanza fa proprio questo. Grazie per questi due audio per me hanno un valore grande.
Michela Marinò

Caro Mariano
Mi fa piacere scrivere due righe sull’argomento da te trattato, un argomento che mi interessa due volte, X un Senex e per uno Juvenis.
Già da giugno sto lavorando su questo tema, il tema relazioni. In questo caso mi pare relazioni di coppia. È molto difficile mettere veramente in pratica una relazione commutativa, che ritengo fondamentale X una buona riuscita di una relazione. Pregiudizi, schemi mentali, educazioni familiari e sociali, carenze affettive, schemi comportamentali, possessività ci inducono a rendere le nostre relazioni un fallimento. lì dove si potrebbe godere nasce la sofferenza… Anche nel mio rapporto col mio socio ad un certo punto io ho iniziato a prendermi cose di cui avevo bisogno, quali un lavoro autoreferenziale che mi dava soddisfazione, amicizie e frequentazioni ed incitavo anche lui a prendersi degli spazi diversi dalla solita quotidianità ed infatti vedevo che quando andava in montagna con gli amici tornava più contento ed anche il nostro rapporto era arricchito. Non mi è mai mancato in un rapporto prendermi degli spazi ma mi è mancato prendermi stima, affetto, sesso ai quali ho io rinunciato, chiudendomi dentro al mio guscio, non dando altresì nulla se non il ruolo affibbiatomi ed a lui affibbiatogli…che povertà… E non chiedendo mai nulla all’esterno…in una vita da morti viventi nelle relazioni familiari, diciamo che dal 2000 in casa eravamo rimasti solo noi due, visto che le ragazze stavano a studiare a Torino e tornavano due volte all’anno e quel mesetto estivo nel quale tornavano con amici e che era il mio mese di vita relazionale…
Vabbè, passato…
ora nel presente sono consapevole di voler vivere una relazione nella quale ognuno ha il diritto di soddisfare altri bisogni, se li ha, che certamente non vuol dire essere esagerati, ma riconoscersi. Il buffering, albero di conoscenza e l’albero della vita hanno da camminare insieme, cioè l’albero della vita ha da seguire il solco.
Io sono stata anche fortunata perché avendo avuto Mario ad accompagnarmi ho avuto la possibilità di entrare meglio nel solco del metodo, avendolo lui ben incarnato.
Ora,
Dopo 3 settimane di malattia, che sono state come un lungo sonno il mio alb.di.co. mi dice che devo seguire la mia strada, che è sempre la stessa X la quale sono scesa a Troia, e provare se sono in grado, piano piano, di essere quello che io già sento che sono eliminando, sempre piano piano, le turbolenze che mi impediscono di realizzare, turbolenze o vortici, vritti in sanscrito, e vedere di trasformarle in vertici.
Certamente devo scegliere la strada da percorrere… Come al solito ho tante belle idee X la testa, ma forse X un periodo io dovrei chiedere affidamento e lasciarmi guidare…imparare.
Mi faccio sentire, ma spero ci vedremo presto alla cena. Buona serata e grazie per l’attenzione,
Antonella

Mi colpisce di questa pillola l’importanza del vuoto. Se il 99% dell’atomo è fatto di vuoto su questo non si può contraddire perché è così , mi è venuta una riflessione rispetto alla sofferenza , perché quando si vuole anche fare vuoto ( distinzioni , separazioni , parti morte di catabolismi che non servono più e quindi da rinnovare ) si deve soffrire ? Può essere che non siamo stati abituati a questo ?
D’altronde mi viene in’ altra riflessione . La gravidanza insegna il contrario , perché passiamo “tutti i viventi “da un vuoto nell’ utero ad un pieno , inserito nell’arena esistenziale transitando soffrendo e con dolore ( l’attraversamento del canale da parto PERISTALSI ) . E mi chiedo: allora il voler ritornare al vuoto non dovrebbe renderci felici? Conquistandolo magari anche sempre più con il fu.fu. (funerale festa). Io sento che mi sto vivendo già da un bel po’ di anni un vuoto continuativo che mi accompagna. Ho perso in profondità la coppia, ho perso la famiglia di origine, ho perso dei lavori, quest’anno per via del TFA sto perdendo anche la relazione forse ormai anche vecchia col progetto nuova specie, e sento che ritornerò anche rinnovato. Ho ripreso il viaggio anche di tante cose nuove, sento il bisogno di sentirmi nei miei bisogni attraversando il vuoto. Non è facile per me, ma sento che più si fa più si sta. Grazie Mariano di queste preziose teorie che a me aiutano a rielaborare e creare il buffering anche di rrrete, per procedere fra pieno / vuoto e vuoto/ pieno. Buon Albedico a tutti.
Emanuele

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