Racconto di una giornata di Team Building.
Tornato ad una quotidianità meno impegnata, dopo diversi giorni frenetici tra Bari e Monaco, mi fermo oggi per raccontare un’esperienza per me significativa. Il 22 novembre scorso, infatti, tre miei colleghi di lavoro tedeschi hanno visitato il Villaggio Quadrimensionale e partecipato ad un laboratorio artistico all’interno del nostro spazio Lab.Off. (Laboratorio Officinale).
Già da alcuni anni, sento la necessità che tutti gli ambiti della mia vita siano collegati, in qualche modo, e che tra loro si crei una rete di collegamenti che generi arricchimento reciproco. Nel mondo di oggi, molto spesso siamo costretti a, o nei casi migliori scegliamo di, tenere ben divisa la vita lavorativa da quella personale, i nostri hobby dalle nostre competenze professionali, le nostre ore in ufficio da quelle a casa. Ebbene, questo a me sta stretto da un po’, soprattutto perché, nonostante si possa godere del positivo di avere dei confini più chiari, in realtà genera un modo di vivere per me scisso, diviso. Ciò che sono e mostro di me in un ambito è diverso da ciò che mostro e sono di me in un altro, fino a quasi dover manifestare identità tanto differenti da quasi essere irriconoscibili.
Per questo, da tempo, sto cercando di cucire insieme le diverse aree esistenziali in cui sono impegnato e nelle quali porto avanti, per un motivo o per un altro, il mio lavoro (in senso ampio). In quest’ottica, il mio impegno nella Fondazione Nuova Specie, che va ben aldilà del “volontariato”, parte dal desiderio di seminare un nuovo punto di vista sull’esistenza e sulla vita, del quale io per primo ho beneficiato. Non si tratta di fare propaganda ma di trasmettere strumenti, mezzi e idee che possano migliorare la vita di ognuno di noi. Anche solo come singola esperienza.
È da tempo che parlo ai miei colleghi della Fondazione, del suo Villaggio (che in inglese poi definisco come ‘Headquarters’ ovvero la sede centrale sul territorio italiano) e del Mosaichaos delle meraviglie, magnifico esempio di Weltanschart coordinato da un cosiddetto psicotico, realizzato da 300 persone e apprezzato anche da istituzioni come la Commissione Italiana per l’UNESCO. I miei colleghi compagni di team, tutti tedeschi dato che lavoro per un’azienda facente parte di un gruppo multinazionale Tedesco dell’editoria, si sono mostrati incuriositi dall’opera ma anche aperti alla mia proposta di fare una visita al Villaggio ed un laboratorio artistico come pomeriggio di Team Building, in occasione di un meeting in presenza (lavoriamo prevalentemente in Smart Working) che si sarebbe tenuto a Bari (sede italiana dell’azienda) a novembre.
Il 22 novembre è stata la data scelta per questa mezza giornata di team building. Nel primissimo pomeriggio, subito dopo aver terminato altre attività lavorative, ci siamo diretti a Troia (da Bari), insieme, nella mia auto. Una volta arrivati al Villaggio, il tempo non era dei più clementi ma ciò non ha impedito loro di poter apprezzare il luogo e le opere d’arte realizzate e in realizzazione. Uno di loro, con mia grande sorpresa, ha detto ‘ma questo posto è aperto ai visitatori?’, intendendolo come un luogo dove venire per fare turismo e un’altra delle loro voci ha detto ‘un luogo per rallentare e calmarsi’. In sostanza, il Villaggio è già un luogo che può essere aperto ad un nuovo turismo: il Turismo di Profondità. Un tipo di turismo dove visitare i luoghi, l’arte e la natura ma anche sé stessi, le proprie profondità e fare esperienze che ricontattino le emozioni ed il senso della vita, tutti elementi che oggi possiamo visitare poco, così abituati ai ritmi frenetici e superficiali del Faraone Finanziario.
La visita al Mosaichaos, a conclusione del tour del Villaggio, ha sicuramente toccato molte corde loro ma anche mie. Non era la prima volta che lo facevo ma spiegare in inglese le meraviglie di questo mosaico pavimentale di 130 mq, con il complesso intreccio di storie e vissuti del coordinatore e delle 300 persone impegnate nella realizzazione unite strettamente alla teoria globale del Progetto Nuova Specie, mi ha molto spinto a vedere quanto il linguaggio umano, che si incarna nelle diverse lingue, non è una barriera quando si attinge alla profondità di tutta la nostra storia antenata. Inoltre, vedere cosa colpiva loro e per quale motivo è stata una esperienza arricchente. Infine, fare teoria su di loro e su alcuni elementi della loro vita è stata una bella sfida rispetto alla ordinaria interazione lavorativa che è ben diversa.
Dopo la visita, Melissa, mia compagna e artista molto versatile e variegata nella sua espressione, ci ha condotti in un laboratorio di mosaico. Prima di mettere le mani in pasta, nel Lab.Off. abbiamo trovato ad aspettarci Mariano Loiacono, fondatore del Progetto Nuova Specie e della Fondazione. Come in ogni sua interazione, Mariano ha mostrato sul campo che per noi la distinzione e asimmetria tra Maestro e Discepolo non esiste e che siamo tutti Maestrepoli (Maestri su alcune cose e Discepoli su altre), facendosi vedere per la sua affabilità e interagendo alla pari e con semplicità. Abbiamo poi, io compreso, attraversato le varie fasi realizzative del mosaico, dall’idea al bozzetto, passando per il taglio delle tessere fino all’incollaggio su una tavoletta. Eravamo tutti concentrati e quando il tempo stava per finire, non ci eravamo accorti di quanto fosse volato. Soprattutto perché non era stato un laboratorio solo ricco di informazioni ma anche della passione di Melissa per l’arte e della energia che anima il Villaggio Quadrimensionale per via di tutte le storie di tutte le persone che ci hanno messo piede.
È stata una grande soddisfazione e sento che le relazioni al lavoro sono migliorate, avendo toccato aspetti più profondi. È proprio vero che i confini devono essere soglie da attraversare e non muri da costruire.
Grazie, Fabio