Spe.Psi.Co.L.A. Sperimentazione Psiconauta, bilancio di Mariella

 SPE.PSI.CO.L.A. SPErimentazione PSIconauta COsiddetti Laboratori-Labirinti Autista

Sono 4 anni che sono in percorso con il Metodo alla Salute. 4 anni continuattivi, con uno stacco di 5 mesi nell’anno 2021. Come famiglia abbiamo fatto tanti progetti e lunghi periodi di convivenze ordinarie, insieme a mia figlia Fede.
Ci siamo avvicinati al Metodo a causa di un manifestato disagio di mia figlia. Disagio che stavamo curando con gli psicofarmaci. L’obiettivo era quello di togliere i farmaci e far ritornare Fede alla sua vita.
Nel corso di questi anni, ci siamo resi conto che il problema non era solo di mia figlia, ma di tutta la famiglia, della coppia e delle nostre parzialità come persone, che abbiamo ereditato dalle nostre famiglie d’origine.
E dunque, abbiamo iniziato a scavare nelle caverne più profonde e, man mano che scavavamo, scendevamo sempre più giù e non abbiamo più visto la strada, perlomeno quella che pensavamo fosse la strada.
Ad oggi siamo ancora con i picconi in mano, per continuare a scavare, ma un piccolo spiraglio di luce è arrivato ai nostri occhi, non so se si tratta di illusione o di allucinazione indotta, ma per ora sembra averci illuminato un sentiero.
Questo raggio di luce si chiama Spepsi, che è il Progetto che abbiamo appena concluso, come famiglia, dove l’embrione era Fede e tutto il resto del gruppo ha fatto da utero.
Nel progetto siamo stati coinvolti anche noi genitori, come protagonisti, insieme a Fede, di un percorso inedito e imprevedibile.Sin da subito, Fede, è stata l’autista del progetto.
Lei ci ha condotto, con i suoi tempi e le sue modalità, a fare dei passaggi importanti, con il gioco, con gli abbracci, con le immersioni, con il pianto, con la rabbia, insomma con tante emozioni che si sono susseguite, in un ordine quasi precostituito, che ci hanno portato a fare un viaggio, nelle nostre profondità, insieme a tutti i componenti del gruppo.
Siamo arrivati al progetto con tanti dubbi e paure e ne siamo usciti fiduciosi per aver intravisto un sentiero.
Durante il Progetto, in cui si sono alternati momenti di prassi e momenti di teoria, Mariano è stato sempre presente, dando l‘incipit al progetto con una profonda teoria e guidando il fenomeno vivo.
Io, personalmente per la prima volta, ho visto, in presenza di Federica, i limiti della mia famiglia d’origine e soprattutto di mio padre, che avevo sempre difeso. Un padre autoritario, con una forte cultura contadina, che non mi ha dato lo spazio di crescere, ma mi sottometteva a regole rigide “perché cosi era giusto”.
Sono andata nel mio passato, a recuperare quella bambina che, per sopravvivere e scappare fuori dalla prigione della Casiglia, ha dovuto cambiare la sua identità, adeguandola a quella che gli altri volevano.
Nel toccare questo profondo dolere, che ancora adesso mi prende lo stomaco, penso di essere cresciuta nella consapevolezza di non aver vissuto pienamente la mia vita a partire da me e dalle mie emozioni.
Spero anche, con questo attraversamento doloroso, di aver liberato mia figlia. Non so … si vedrà. Fatto sta che Fede, a conclusione del progetto, era centrata e meno iperattiva e si è allontanata da me serenamente, per continuare la sua crescita nella rrrete.
Ringrazio tutti quelli che ci sono stati con coraggio e devozione e soprattutto ringrazio Mariano che, per amore della vita, non si stanca mai di sperimentare, di teorizzare e di insegnare la VITA.

Mariella

 

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