Spe.Psi.Co.L.A. Sperimentazione Psiconauta, bilancio di Cristiano

 SPE.PSI.CO.L.A. SPErimentazione PSIconauta COsiddetti Laboratori-Labirinti Autista

Caro D, ti scrivo per comunicarti alcune sensazioni ed emozioni che mi si sono smosse dentro durante questa Spepsi Cola e che adesso vedo e realizzo un po’ più chiaramente.
Mi ha colpito molto la devozione con cui ci sei stato nell’accompagnare tuo fratello E. all’interno di tutti e tre i giorni. Ho sentito che non lo facevi per tecnica o perché ti era stato richiesto ma perché sei anche innamorato di tuo fratello. Questo ha toccato molto le mie corde di fratello “più piccolo”. Come hai raccontato tu ad E., anche mio fratello da un certo momento in poi, più o meno dalla sua adolescenza, non mi ha cagato più, mi ha rifiutato. Sento che quando eravamo più piccoli mi ha anche cercato più volte, ha anche cercato in me un alleato per spalleggiarci e procedere insieme in una famiglia il cui reticolo familiare di relazioni è stato praticamente inesistente. Io, da pezzente, come anche lui per altri versi, ero impegnato invece a racimolare le poche briciole di relazioni che cadevano dai piatti di mia madre e mio padre non ne parliamo proprio. E questo a costo anche di mettermi contro di lui e mettere lui in cattiva luce.
Da un certo momento in poi (penso dalla sua adolescenza), mio fratello mi ha mollato proprio e si è chiuso sia verso i miei che verso di me. Non mi ha cercato più, anzi mi ha messo proprio distanza, come fossi passato dall’altra parte della staccionata, lui il ribelle ed io il pezzente pauroso ed omologato.
Come ha detto Mariano per E., anche io ho visto in F. il mio “scudo”, il mio vero riferimento in un deserto senza relazioni e direzione. Ma ha visto che non lo seguivo nella sua battaglia ed è andato per la sua strada. Questo mi ha impedito anche di conoscerlo, a tutt’oggi. Ha messo una lapide sopra che sento è diventata la sua fortezza ed il suo baluardo  che lo ha difeso e protetto dalle tante invasioni e incomprensioni, ma che allo stesso tempo gli ha fatto tagliare fuori tutta una parte fetta del suo Jahvindico. Lui ha una grande e raffinata sensibilità ma si è irrigidito, è diventato duro veramente come una lapide ed ora anche il cuore e gli stati d’ansia che lo iniziano a toccare penso glielo vogliano far capire, anche se è ancora lontano dal comprenderlo. Si è costruito una sua “dottrina” e filosofia di vita autarchica e presuntuosa che ancora pensa lo possano “proteggere”, un po’ sulle orme di mio padre che ha dovuto farlo per la sua disastrosa storia.
Probabilmente, come Giobbe, dovrà subire le varie prove sui piani del suo pira-graal prima di cedere e mettere in discussione il suo “Dio”, se lo farà.
Ti sto scrivendo con commozione e ti voglio ringraziare per le verità che hai detto ad E. e per l’amore che gli hai espresso. In quel momento, per un istante, i conti non mi sono tornati e mi sono detto: “ma come mai gli vuole ancora bene ad E. se si è chiuso e non è stato più reciproco nella relazione??”. E’ come se lui avesse dovuto meritarselo il tuo amore, come probabilmente io ho sentito di non meritarlo l’amore di mio fratello. E invece era lì, sotto i miei occhi che questo poteva succedere senza se e senza ma, era e basta.
Questo ha creato le premesse per ciò che ho vissuto dopo, qualcosa che proprio ho sentito penetrarmi nel mio bioorganico come un coltello caldo nel burro. E’ stato quando abiamo fatto la doccia tutti insieme. Non è la prima volta che faccio la doccia con maschi ma per la prima volta ho sentito una inaspettata ed imprevedibile attività verso di me. Una cosa apparentemente banale ma che ho sentito arrivarmi dentro. Mentre mi prodigavo io a lavare gli altri, ad un certo punto ho sentito le tue mani amorevoli e naturali che hanno toccato il mio corpo ed hanno iniziato a lavare me, senza che lo avessi chiesto e senza che me lo aspettassi. E’ stato un gesto semplice che ho sentito spontaneo e naturale e che lo facevi con piacere, senza obiettivi particolari. Questo mi fa commuovere anche adesso che ti sto scrivendo. Quando mi hai toccato, mi sono bloccato istantaneamente nell’analogico, mi è venuto automatico di chiudere gli occhi e di abbandonarmi al tuo insaponarmi, tant’è che mi pare di avertelo anche detto. E’ stata una dinamica metastorica per me. Ti ho sentito come mio fratello maggiore, che ti attivavi con semplicità e gioia verso di me, pur avendo tu meno anni. Ovviamente non sarebbe successo lo stesso se lo avesse fatto qualcun’altro per le cose che avevi già aperto dentro di me nella dinamica precedente. Da che io abbia memoria, mio fratello non si è mai attivato verso di me se non con il negativo e oggi mi sono anche stancato di provarci attivamente, sia col positivo che col negativo come avvenuto nelle ultime volte. Certo, rimango aperto, ma sono felice adesso di far entrare altri fratelli nella mia vita e soprattutto che sono capace di accoglierli con piacere. Per me questo è un traguardo non banale perché la cosa più difficile è aprire la porta e sento che questa dinamica mi ha dato prova che ho selezionato ed accolto il desiderio, me lo sono goduto e che sono disponibile per accogliere anche altri fratelli che non sia il mio biolgico, e per me non è scontato.
Questa tua vicinanza specifica l’ho sentita anche ieri mattina, mentre raccoglievamo i nostri “uteri T”. Ho cercato la tua mano ma ho sentito che attivamente hai cercato anche tu la mia ed avevi piacere di avermi vicino, anche se non realizzavo bene quanto fosse accaduto. Anche quando ieri sera ti ho visto al villaggio mi ha fatto strano perché non ti vedevo come D. S. ma come una persona significativa, quasi come un membro della mia famiglia che avevo conosciuto da poco.
Adesso mi sento più vicino a te e più vicino ad E. e mi piacerebbe continuare a fare delle cose insieme.
Ringrazio profondamenet Mariano MaDNuS per questa benedetta Spepsi Cola perché oltre a far accrescere le mie competenze come enzima in più breve tempo, mi ha consentito di essere anche substrato e trovare il filo di Arianna per navigare il mio e gli altrui labirinti. Inoltre ringrazio anche voi, devoti compagni di Utero T con cui mi sono sentito “a casa”.

Cristiano

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