TeoLab, teoria sul posto di lavoro, 8 giugno 2022

Durante la Settimana Intensiva Quadrimensionale ho partecipato alla mia prima TEOLAB in “Ciukina”, una teoria sul posto di lavoro (che in questo caso era la cucina). L’idea di dedicarsi un momento di teoria e riflessioni sul posto di lavoro la trovo geniale! La nostra società ci ha fatto credere che se lavori e devi essere produttivo, non puoi fare altro, non ti puoi fermare e “perdere tempo” con le teorie. Se vuoi fare le teorie devi lavorare in una scuola o un’università ma non in cucina! E chi l’ha detto?? Nonostante quella mattina bisognava preparare il pranzo per 60 persone, siamo riusciti a includere anche un momento di profondità, di teoria, di riflessione, di racconto. Ed è stato davvero bello perché abbiamo messo insieme più parti e abbiamo anche lavorato meglio stancandoci meno. Non solo. Ha permesso anche a noi “cuochi” di scambiare e conoscerci un po’ di più. Spesso lavoriamo fianco a fianco per anni con i nostri colleghi e di loro conosciamo poco o niente.

Non è incivile tutto questo? Non è meglio, invece, sentire anche il posto di lavoro come un ambito in cui posso essere me stesso, farmi conoscere per quello che sono, comunicare ciò che mi vivo senza paura di essere giudicato o escluso? Quella mattina siamo partiti dal fare teoria su un brano musicale proposto da Marino: “Aspettando Godot” di Claudio Lolli. Dopo una interessante introduzione di Marino grazie alla quale abbiamo conosciuto parti della sua vita che ancora non conoscevamo, Mariano ha contestualizzato la canzone facendo una bella ricostruzione della Beat-generation e dei movimenti scaturiti da questo. Grazie alla teoria di Mariano abbiamo riconosciuto le tante volte in cui siamo stati in attesa di qualcuno o qualcosa che dall’esterno portasse dei cambiamenti nella nostra vita senza che questo “Godot” arrivasse mai. Quanto tempo in attesa di Godot che non ci ha fatto e non ci fa procedere nell’arena esistenziale a partire da noi! Nella canzone l’unico momento vitale è, paradossalmente, il momento del suicidio.

La morte diventa l’unico modo per entrare nell’esistenza con qualcosa di specifico. Che povertà! Poi Mariano ha aggiunto il commento anche di un altro brano di Claudio Lolli “Quando la morte avrà” sul rapporto padre-figlio in cui, invece, la morte è un passaggio, un mezzo per far procedere un viaggio e una relazione ormai ferma. Non voglio ora fare il “Bignami” delle interessanti teorie venute fuori. Mi fa semplicemente piacere dare valore a questa TEOLAB perché ha aperto tanti link in tutti i partecipanti. Sono state ore preziose in cui abbiamo potuto riflettere sui meccanismi che ognuno di noi vive e mette in atto per “attendarsi” e fermarsi soprattutto quando sentiamo che l’esterno non è come noi vorremmo che fosse. Vi invito a chiedere gli audio perché sono davvero interessanti ma soprattutto vi auguro di partecipare almeno una volta nella vostra vita a questa interessante novità che è la TEOLAB, Francesca

 

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