“È difficile fare da mamma, zia, nonna…”, Sabrina e Alice.

19 giugno: Cara Francesca io e Francesco stiamo al Villaggio per ascoltare Mariano e per prendere Alice che da oggi sarà a casa nostra. Siamo contenti di fare questa sperimentazione da nonni o da zii non so. Sentiamo che sia giunto il momento di dare vigore al nostro amore per i bambini che finora abbiamo vissuto entrambi in modo diverso. Ti aggiornerò e vi ringrazio per aver dato vita ad una sperimentazione così importante.

20 giugno: Oggi siamo al mare. È tutto così nuovo per me ed emozionante stare con una bambina che ci sente zii ontologici. Sì, i bambini che crescono nella Fondazione hanno meno bisogno di tanti perché si affidano di più.

Prime considerazioni
Stanotte abbiamo dormito insieme abbracciate con i nostri bambolotti preferiti facendoci cullare da una ninna nanna. È stato delizioso per me. Zio Nana’ (Francesco soprannominato così da ieri) è stato spedito in cameretta!
È una bimba che sa leggere le difficoltà che io mi vivo. Adora troppo il mare e oggi l’ho lasciata libera.

21 giugno: Buongiorno, oggi Alice si è svegliata e mi sembrava un po’ triste e invece era solo stanca perché ieri si è veramente sbizzarrita. Sto comprendendo la crescita enorme che ci danno i bambini. Oggi non l’ho assillata con mille domande e ho accompagnato il suo stato quiete con il silenzio e con l’attesa. Per me non è facile in quanto si attiva il maschile che vuole subito risolvere. Le ho comprato un libro e poi piano piano è risalita. Apprezzo molto ciò che sta facendo Giuseppina. Non la chiama! Io certamente non ci riuscirei. È bello questo suo donarci Alice.
Ci stiamo dedicando completamente alla nostra relazione! Io ho messo da parte la deregistrazione e cerco di ascoltarla il più possibile.
È difficile fare da mamma, zia, nonna perché è un continuo gioco di equilibri tra noi stessi e loro in quanto devi imparare a non invadere, rispettare, giocare, vivere insieme- distinti
Domenica Mariano mi ha mandata a casa con una pillola di saggezza: sono portata a chiudere le dinamiche. Ovviamente all’inizio non avevo compreso, poi ho capito che nelle relazioni, soprattutto con i bambini, non serve programmare o meglio ti affatichi molto meno se segui il flusso della esistenza. Se ho ancora problemi e paure è perché ancora non so fare questo. Il mio femminile avvizzito può prendere vigore dai bambini

22 giugno: Stamattina siamo stati a Manfredonia-Siponto a prendere Francesco il mio nipotino di 9 anni. Siamo stati al mare e adesso sono in cameretta a giocare (da due ore). Alice è serena e Francesco è così felice di averla conosciuta! Sono felice e molto curiosa di vivere le prossime ore con due bambini. Spesso mi assale la paura di sbagliare. Non so come facciano i genitori a crescere i figli. Sono totalmente inesperta e il fatto che abbia insegnato per 30 anni significa veramente poco. Sono due situazioni completamente diverse. Mia sorella ci sa fare molto di più! Francesco li sa intrattenere ma angoli alfa zero! Ed io, come al solito… Mi sento una bilancia senza molla. Vediamo che succede e io cercherò di sentire e di vivermi le cose senza schemi.
La mia casa si è trasformata in una casa-vacanze. Non puoi assolutamente seguire i tuoi schemi psicotici con due ragazzini. Penso a Monica l’anno scorso quando è stata da me, le tante paranoie che le facevo per il disordine. Non parliamo dei progetti Rainbow!

Considerazioni
24 giugno: Oggi è venuta Giuseppina a prendere Alice. Mi è dispiaciuto tanto anche se sento di aver stabilito una bella relazione con lei fatta di complicità, di gioco e di ascolto. Ha una bella ironia che mostra tutto ciò che coglie e lo trasforma così in sapere e conoscenza. Questi bambini del Progetto Nuova Specie stanno crescendo molto ma molto più ipostemologici di noi. Ad Alice non servono gli schemi che noi studiamo, leggiamo da anni, tutto viene naturale come è naturale che sia. Noi abbiamo respirato aria fritta Paolina, loro tentativi nostri di fusionalità e quindi desiderio di esprimersi e libertà di essere ciò che solo loro sono. In questi giorni mi sono venute spesso in mente le parole di Gesù: lasciate che i bambini vengano a me. Quando le incarni le cose è perché le hai sperimentate, vissute ed è proprio cosi per ciò che ci ha tramandato Gesù. I bambini sono liberi e ci insegnano i nostri limiti. Sono degli anticamente abili felici. Io non li ho amati per anni, pensavo che il motivo fosse il non avere avuto i figli, ora capisco che non volevo vedere il loro dolore. Sono stata una bambina sempre fragile nel corpo e lenta nel simbolico. Tutti erano più bravi e più astuti di me. Non riuscivo a correre come gli altri, anche se avrei voluto essere la prima. Mia sorella mi ha protetta ma poi mi ha rinnegata perché presa dai suoi problemi e ha visto solo la mia parte “riuscita”. Nessuno nella mia famiglia ha letto la mia sofferenza di bambina che cercava solo le cose semplici di mia nonna e di mia zia. Invece sono stata invasa da luoghi comuni, idee, religiosità parziali che non mi hanno fatta mai sentire di avere un corpo. Un corpo che ancora oggi maltratto e non riconosco! Nonostante i miei tanti attraversamenti. Grazie cara Alice accompagnatrice fedele di questi giorni caldi e profondi. Domani sarò al Villaggio per fare le griglie del Corea e ti ho chiesto di accompagnare il mio nipotino che è un bambino sereno, ma che non sta avendo la tua stessa fortuna di crescere e di godere degli altri in maniera meno parziale.
Zia Sabry

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