“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso” – 1984 – Reazioni

Mariano, mi fa molto piacere leggere le testuali parole tra te e Ferrari, sia per la reciproca relazione di stima che evidenziano, sia per l’effetto che le sue parole hanno, poi, prodotto in te. Mi suona anche forte perché, in periodi diversi della mia vita, ho affidato la mia salute prima a lui e poi a te ed anche io ho potuto verificare quanto fosse sensibile al dolore e alla sofferenza, purtroppo, però lui, oltre a qualche saggia e paterna raccomandazione, prescriveva farmaci per aiutare i suoi pazienti, perché non aveva sperimentato altro ed io quando lessi il bugiardino delle compresse, decimai l’uso di alcune e scartai del tutto l’uso di altre. Poi, nel tempo, seppi di te che mi proponesti un percorso e ringrazio l’INDICO per avermelo permesso perché anche se lento, doloroso e spesso difficile da comprendere, mi permette di scoprirmi e riprendermi la MIA VITA, di vivermi il viaggio di cui avevo sete e di cui avevo perso traccia.
Titta

Leggendoti, penso a quanto sei stato tenace e saldo dentro. Solo persone di valore, non malate di ruoli e potere, potevano cogliere la tua autenticità, competenza e umanità nel descrivere fenomeni così complessi.
Empaticamente sento quanto hai sofferto e sei stato incompreso “in patria tua”. Spero che questo libro sia letto, con occhi diversi. Ora capisco di più la metastoria, che “Droga drogati e drogologi“ era già avanzato per quel periodo storico, dove molti si arricchivano grazie a conoscenze succubi del potere dominante. Sei veramente brillante, si sente il tuo mondo interiore. Le parole del prof. Ferrari le condivido pienamente, tu hai dato voce e contenuti concreti ” scientifici” e sperimentali ai drammi della tossicodipendenza. Vi sento legati nella vostra fine cultura e capacità di osservare il bello della realtà.
Forse solo uomini ancora a diretto contatto con i valori culturali e morali della “civiltà contadina” – non contaminati dalla sottile quotidiana filosofia consumistico-edonistica della società industriale e postindustriale – possono riflettere lucidamente e con sana risonanza emotiva sulle sciagure della droga: reificazione in “polvere” del consumismo-edonista.
In questo passo, si coglie la stima e la profondità anche intellettuale che vi accomuna. Tu hai portato “luce” nel sud, sfatando lo stereotipo che l’eccellenza fosse appannaggio solo delle realtà dove benessere significa cambiamento sociale, innovazione, ma non sempre è accompagnata dall’ evoluzione umana. Ho sentito la speranza che questa figura importante, quasi un padre intellettuale, ti ha trasmesso nel riconoscerti e spingerti a continuare ad osare, di fronte ai signorotti, umanoidi che mai avrebbero fatto quello che tu da solo, con onestà e rischio, hai portato avanti. Ti stimo, il tuo valore, come ti ho detto più volte, è emerso subito anche all’Università di Urbino e gli invidiosi non hanno voluto vedere e onorare la VERITA’ di cui sei portatore.
Betta

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