Maestrepolo del 29 Aprile 2022, “dialogo” tra Anita e Sabrina.

Mi chiamo Anita… Lo ricordo bene il mio nome, sono una signora per bene…
Oggi sono stanca… Più degli altri giorni. Il cielo è nero e non entra un briciolo di luce. Quando c’è il sole, la stanza si illumina e da qui posso vedere anche le nuvole (clicca). Il gioco delle nuvole mi ha sempre affascinata, scrivevo poesie e le nuvole (clicca) mi ispiravano… Dal mio terrazzo le sentivo vicine e accarezzavano i miei sensi… Era un terrazzo alto, pieno di fiori e di profumi primaverili, ricordo il profumo intenso dei gelsomini e delle rose… Ne avevo di tutti i colori e quando sbocciavano, sapevo che qualcosa di nuovo stava nascendo in me…
Sono sempre stata legata alla natura, ai fiori, alle nuvole e, alla ricchezza… Ero ricca, mi guardavo attorno e la mia casa era piena di oggetti preziosi, di tende, mobili antichi… Mi piaceva arredare le mie stanze e guardarle soddisfatta a lavoro ultimato…

Dal letto di questa stanza, posso sognare e vedere i prati immensi e il mare… Il mio letto è in fondo, non si trova vicino alla finestra, ma è vicino alla porta così, quando mi alzano e mi portano a lavare, fanno meno fatica… Sono diventata troppo magra e non mi va di lavarmi… A loro questo fa piacere… Così non sono costretti ad alzarmi e mi lavano sul letto, ma non lo fanno spesso… C’ è un odore di urina e manca l’aria fresca. La mattina lasciano aperta la finestra solo per qualche minuto e poi, per tutto il giorno rimane chiusa, dicono che le donne, se strillano, disturbano gli altri reparti… E noi rimaniamo incarcerate a vita… C’è chi si può alzare, è fortunata…

Può passeggiare, andare in refettorio, andare al bagno a fare la pipì!
Io mi vergogno a farmi vedere nuda. A farmi lavare. Io ho sempre avuto vergogna di spogliarmi anche con Ettore era lo stesso… Non mi facevo vedere mai nuda… Lui si lamentava e io non riuscivo a superare quella paura… È stato mio padre, la sua bigotteria, il suo conformismo vietava in me ogni forma di vita.
Poi con Ettore è stato diverso…
La vedo diversa. Sembra che non mi stacchi gli occhi di dosso, spia ogni mio movimento. Io non l’ho sposata per questo… Era bella, con una carnagione chiara e una pelle morbida e lucente…
Non c’era mai, non mi accarezzava mai, né mi degnava di uno sguardo… In fondo in fondo a me faceva comodo così non disubbidivo a mio padre anche da sposata…

Mi ha dato tre figli, tre gioielli, tre figli maschi sani e robusti…non sono sicuro che sia sana di mente… Invece di badare a loro…Sta ore ed ore a guardare il cielo… Sono stanco di questa apatia…Almeno mi spiegasse il perché, ma io non voglio chiacchiere inutili, ho bisogno di fatti…Di una moglie che mi dia ciò di cui ho bisogno…
E io, da qui, vedo che il cielo si sta schiarendo…
Aspetto Sabrina, viene ogni venerdì e mi porta la liquirizia e l’acqua fresca. Viene e vuole che racconti racconti… Oggi non lo farò, sono stanca e poi lei mi mette ansia… Vuole sapere sempre le stesse cose, come se la mia vita fosse un romanzo! L’ansia accelera i rumori che emetto dalla bocca e la saliva inonda la inonda e io non riesco a pulirmi…
È bello averla qui, ma dovrebbe essere più attenta ai miei bisogni… Non devo per forza ricordare… Non devo per forza raccontarle che un giorno il mio terrazzo fiorito illuminò la mia esistenza, sentii inondarmi di una sensazione profonda di inadeguatezza… Non so se ho mai avuto figli, non ricordo quando e come mi innamorai veramente di mio marito, ma sapevo che mi mancava, mi piaceva, alto, moro e io piccolina, esile…. Con gli occhi azzurri…
Orami non mi avvicino più a lei, la sento oppressiva, si dimena nelle sue fantasticherie… Io un amante? Per carità!
Vidi in quello spazio infinito la soluzione al mio dolore, la soluzione a non saper dargli ciò che volevo e precipitai giù… Per mesi sono stata in ospedale senza sensi e poi… Ti prego ti prego… Non mi far ricordare, lasciami ai fiori, all’aria, alle nuvole….

Poi mi hanno rinchiusa prima a Bisceglie, poi qui… Avevo tentato il suicidio senza una ragione, dissero… Non le mancava niente… Sabrina mi mancava la libertà da mio padre, la libertà di amare mio marito come meritava… Ora mi riposo, se penso a lui, mi manca il respiro….
Ma che fai? Vuoi che mi alzi? Per andare dove? Mi stropicci la mia camicia da notte! Ti piace? Me l’hanno portata due anni fa! Non so chi fossero quelle persone che vennero a Natale e mi portarono anche i calzini, le pantofole e tante caramelle! Non le ho riconosciute ma… Mi insegni a lavarmi i denti ora? Ma lo sai chi sono io? Avevo i migliori profumi e… Ma la senti questa puzza… Non riesco a lavarmi se non apri prima la finestra e fai entrare un po’ di luce!
Ho cercato di ammazzarmi e sono finita qui, è peggio della morte…

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