“Oggi, come San Francesco, ti spogli della tua veste più rappresentativa…”, Silvio.

L’immagine in anteprima è presente sulla quarta di copertina del libro ” Alla ricerca della mia stella”, scritto da Silvio e pubblicato nel 2012.

Buongiorno Mariano,
attraverso Michela ho letto la tua mail riguardo la tua decisione di uscire dall’ordine dei medici. Se vuoi aggiungermi alla tua mailing list mi fa piacere.
Non esistono scelte assolutamente giuste ma scelte che noi riteniamo giuste per noi e per i passaggi verso i quali ci sentiamo chiamati. In questo senso ho colto come per te questo passaggio sia stato importante per spogliarti di un’altra veste istituzionale riconosciuta dall’esterno.
È stato certamente la tua veste più rappresentativa nella relazione con l’esterno ed anche il mezzo che ti ha permesso di infiltrarti all’interno dell’ospedale e avviare la tua progettualità. Certamente non è mai stata una veste nella quale ti sei riconosciuto, ma soltanto una maschera che ti ha permesso di trasformare in un angolo gamma l’intuizione che hai avuto durante il passaggio dalla tua adolescenza alla vita adulta. Essere psichiatra è stato soltanto una sorta di green pass che ti ha permesso di entrare, non ho mai sentito che per te avesse un altro valore al di là di questo. Credo, però, che allo stesso tempo abbia avuto un significato più profondo, in quanto essere medico è stato anche un tuo modo per essere riconosciuto dalla famiglia, dai gruppi e dalle istituzioni, nella speranza che questi riconoscessero il valore del tuo annuncio al mondo. È stato un compromesso al quale ti sei adattato nella speranza di essere “accettato” e riconosciuto. Oggi, come San Francesco, ti spogli della tua veste più rappresentativa per consegnarti nudo a te stesso e all’In.di.co.
Apprezzo questo tuo gesto coraggioso e ne colgo il senso profondo che ha per te.
Allo stesso tempo, come ti avevo detto a Campomarino, io ritengo che la scelta di uscire fuori dal solco delle istituzioni non sia positiva per la crescita e diffusione del progetto Nuova Specie. Questa scelta non è stata fatta oggi con la tua uscita dall’ordine dei medici ma anni fa quando, con il tuo pensionamento, non si sono create le possibilità perché il progetto continuasse all’interno dell’ospedale. Possibilità che, certamente, non ti sono state offerte dall’azienda ospedaliera. Da quel punto in poi hai e abbiamo scelto il passaggio verso la Fondazione e la successiva nascita del Villaggio Quadrimensionale. In quegli anni ti ero a fianco e, anche io, ho sostenuto questo passaggio ma, purtroppo, l’ho fatto perché era ciò che tu desideravi e non perché anche io ci credessi veramente. In quel momento delicato non ho avuto il coraggio di esprimerti la mia posizione a causa delle mie solite paure di perdere il tuo riconoscimento. Io non ho mai realmente creduto in questa scelta e, ancora oggi, ritengo che sia stato un errore separarsi dalle istituzioni. Fosse stato per me non avrei interrotto la relazione con l’ospedale e avrei continuato a tentare altre soluzioni. Infatti l’aspetto più rivoluzionario e che più mi ha affascinato del PNS è sempre stato quello di voler trasformare le istituzioni dal di dentro. Il Metodo Alla Salute l’ho vissuto e visto soprattutto come un luogo che trasforma le persone per poi farle diventare loro stesse trasformatrici delle parti di “società” dentro le quali sono inclusi, a partire dalla famiglia. Non un modo per uscirne fuori. La cosa che ancora oggi più mi appassiona oggi è proprio questa ed è soltanto grazie ai “poteri” che ho acquisito attraverso il percorso se lo posso fare. Anche nella mia esperienza con l’associazione Alla Salute Marche, credo che la cosa che più mi ha caratterizzato è sempre stata quella di cercare di entrare in relazione con il territorio. Sai quanto ho sofferto anche io per andare oltre gli stigmi sociali che il PNS subiva (in particolare dopo Silvetti) e credo che, anche grazie al mio lavorio fatto in quegli anni, il PNS abbia riacquisito maggiore credibilità in Ancona e nelle Marche.
In questo senso ho nostalgia del centro di Via Arpi al quale tutte le famiglie potevano accedere pagando soltanto il ticket, posizionato al centro di Foggia e in relazione con il territorio intorno. Questo compromesso con le istituzioni, oltre che portare dei vantaggi concreti per poter far partecipare le famiglie più povere, era una garanzia di affidabilità per chi era scettico verso le novità metodologiche e, senza conoscere l’esperienza dal di dentro, facilmente si fermava a giudizi esteriori e superficiali. Io per primo ho potuto conoscere il PNS grazie all’Università e agli stage formativi che si facevano in collaborazione con l’azienda ospedaliera. Il fatto di averti potuto conoscere attraverso l’università e l’ospedale inizialmente mi ha dato fiducia e, probabilmente, senza queste condizioni di partenza non ci saremmo nemmeno conosciuti o mi sarei fermato dopo il primo gruppo alla salute giudicando l’esperienza in modo superficiale. Ricordo bene che, quando parlavo alle persone dell’esperienza che stavo facendo al centro di medicina sociale di Via Arpi, ribadivo spesso come il Metodo Alla Salute fosse un servizio pubblico perché questo abbassava fortemente le difese-resistenze di chi mi ascoltava.
Separarsi dalle istituzioni significa separarsi dalla “società”, ma è dentro questa che le persone vivono ed è secondo i parametri che questa ci dà che spesso giudicano la realtà. Essere inclusi nella “società” per me è la prima chiave necessaria per favorire l’ingresso dentro lo Stato Quiete delle persone e trasformare gradualmente e concretamente le istituzioni e, quindi, la “società”. Tirarsi fuori invece può avere l’effetto contrario, accrescendo gli stereotipi, le etichette e i pregiudizi già esistenti.
Il Villaggio Quadrimensionale è certamente un’opera grandiosa costruita in modo grandioso ma, anche geograficamente, è molto più isolato rispetto al precedente centro di medicina sociale, assumendo delle caratteristiche più simili alle esperienze già abbastanza diffuse di comunità separate dalla “società”.
Non ho mai riconosciuto questo passaggio come “fetogenetico” ma, al contrario, lo riconosco “embriogenetico” perché maggiormente rivolto verso l’interno. Mi dispiace se non ho saputo manifestare questa mia posizione prima. Certamente è dipeso dalla mia mancanza di coraggio ma, secondo me, anche dalla difficoltà di ascolto verso posizioni contrarie all’interno del progetto. Dal mio punto di vista, separarsi dall’ospedale e togliersi dall’ordine dei medici ha sicuramente un valore importante per te ma, nel rapporto del PNS con il territorio, ha aumentato le distanze e i pregiudizi.
In questo senso, la mia scelta, nel progetto Arcopolis, di aver poco annunciato pubblicamente il fatto che la progettualità che sto proponendo è frutto del mio percorso nel PNS, non è una forma di irriconoscenza verso il percorso che ho fatto e l’accompagnamento che ho ricevuto, ma una modalità che ho scelto per facilitare la mia relazione con il territorio e rappresentanti istituzionali che ancora sono scettici verso il PNS. Dentro di me la riconoscenza è totale come lo è sempre stata, ma è cambiato il mio modo di rappresentare ciò che il PNS mi ha donato. Ho scelto di non partire più dall’annuncio di un nuovo punto di vista come solitamente facevo quando ero incluso nel PNS, ma dalle dinamiche che posso attivare in tutti i livelli della mia piramide. Sto verificando come questa modalità mi ha portato vantaggio nell’acquisire maggiore fiducia dal territorio senza smarrire il mio Globale Massimo che continua ad orientarmi come prima. È semplicemente cambiato il mio angolo gamma che, nel momento della mia separazione, non mi sono sentito libero di esprimere rimanendo all’interno del progetto.
Scusami se ho approfittato della tua mail per farti anche delle comunicazioni personali ma ne sentivo il bisogno per me e anche per provare ad iniziare una relazione personale e progettuale nuova. Infatti, anche se avessi scritto soltanto cavolate, mi è servito per palesare delle riflessioni che sono convinto non sono state e non sono soltanto le mie.
Ti voglio bene, Silvio

1 Commento/i

  1. topcollection978

    Ciao diciamo che l’aspetto didattico e formativo trova , come in ogni cosa, un radicamento se all’inizio c’è una funzione M anche rigida che fa da identità !! allora padre o non padre! attivi , passivi , dissolti o dissoluti sono uno step successivo e aprono il successivo specchio della specularità ; al momento , ma l’ho approfondirò nelle disquisizioni ,- l’indipendenza maturata da ‘abbandoni reali di figure madri’ favorisce una certa precocità nelle tappe di vita nel volersi distaccare , è concreta quanto realistica nel non risentire poi il distacco e la propria creatività molto precoce , dicontro la dipendenza mai risolvibile dell’altra forma creativa è astratta e non si distacchera’ mai perché cerca ancora la rivendicazione delle proprie radici. In teoria e prassi è pure così istituzionalmente , giocando con i livelli , o per salvaguardare i metodi , la direzione evitando lo scadere e le confusioni o illudendo lo scadere del tempo come epilogo comune e certo che ,come la fisica naturale anche ci insegna, veniamo tutti alla fine attratti dalla gravità del centro della terra ed ecco perché tutti con l’età tendiamo a rimpicciolirci . Entrambi i poli esaminati conservano la veste frusta “sottile” nell’autonomia dell ‘interpretazione , quanto sottile è quindi cadere nell’intento di non saper ben distinguere e metter sulla bilancia il radicamento sulla terra e il mare , ma per tendenza dinamica tendiamo tutti alle acque alte e incerte impervie come rispetto antico all’archetipo di ciò che ha creato le prime forme di vita nell’oceano e anche gli uomini nel primo mare della vita ,seppur non lo vedono o non lo vogliono apprezzare. Sono le basse maree di acque piccole di certezza e verità (fase lunare nel modello prenatale) , riferite nella sequenza filosofica temporale del/nel centro terra ….. inizio già come apocalisse nel sincrono di ritorno iniziatico in crescendo!
    Rivestire il simbolo della propria famiglia d’origine…..sdoppiare la personalità tra padre e figlio e nella persona stessa è presente il fratello possibile a cui tendere l’arciere nell’ultimo segno di fuoco ! L’archetipo del mostro marino che ingoia l’eroe è presente nella letteratura per bambini e l’isolamento nel ventre del pesce mette in contatto con la coscienza e porta alla decisione di uscire dalla propria chiusura mentale. Indipendentemente dal loro aspetto, fanno parte della storia della letteratura da sempre, poiché rappresentano forze soprannaturali, contro le quali l’uomo si rivela impotente, o quasi. Essi si nascondono nel profondo degli abissi e attaccano non visti. Nel mondo antico, in cui gli spostamenti via mare erano gli unici possibili, rappresentavano il rischio e l’ignoto del viaggio. Perdere il cuore o confonderlo nel sacrificio alla propria identità .

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