Le dieci stazioni dell’arco di sinistra, pensieri degli “ascoltatori”.
Caro Mariano, tutte le 5 pillole dell’arco di sinistra sono preziose perché spieghettano tutto ciò che si cela dietro il dolore, dietro la disperazione e danno anche una prospettiva, ma, la quinta pillola l’ho sentita particolarmente preziosa perché dà al calore e quindi all’holding, un valore vitale che io non avrei mai immaginato così grande se non avessi parlato dei moscerini o della schiusa delle uova. È magistrale il tuo saper cogliere i segreti della vita nelle cose che abbiamo sotto gli occhi, ma, che non vediamo. Grazie Mariano per farci dono di tanta saggezza. Ti voglio bene
Grazie Amerigo per l’impegno continuattivo
Titta
Commento a Pillola n.2
“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la Divina Podestate,
la Somma Sapïenza e ‘l Primo Amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”
L’incipit al canto terzo del dantesco Inferno dipinge una prospettiva sinistra, oscura, quanto mai realistica e direi onesta, per quanti scelgono e si accingono, volontariamente ma con piglio indeciso, ad addentrarsi nel tunnel del proprio Salto Precipiziale/Esodo. Può essere questa una grande “benedizione nella maledizione” del volerlo attraversare: incamminarsi nonostante s’abbia a lasciar fuori finanche la speranza di uscirne!
Io la vedo come una grandissima prova di coraggio e di umiltà, dove forse l’unica cosa che può rimetterci in viaggio è solo la nostra Fede; questa Fides che può mantenerci in vita anche nei momenti peggiori. La stessa Fides che potremmo anche, per tratti più o meno lunghi, non sentire più.
Questa scelta è così dura che l’IN.DI.CO. (qui attraverso il nostro Sommo Poeta) per spingerci alla possibilità di prendere una decisione, ci dipinge con immagini crude ed evocative la sorte angosciante di coloro che si fermano “alla porta”:
costretti per l’eternità ad inseguire un vessillo, una idea, una corrente di pensiero, un punto di vista che non appartiene a loro; privati ormai (qui è il caso di dirlo…) d’ogni barlume di quella che avrebbe potuto essere la loro volontà!
Qui però voglio soffermarmi sulla figura importantissima, spesso fondamentale, di chi può guidarci, sostenerci, spronarci ed indicarci a via attraverso il Nostro Inferno: l’Accompagnatore Devoto. Lo stesso Dante lo chiama “buon maestro” spingendosi prima a declamarlo:
“…tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore/
tu se’ solo colui da cu’ io tolsi/
lo bello stilo che mi ha fatto onore.”
e poi a chiedergli apertamente sostegno per procedere nella sua “selva oscura” (preludio alla temuta Porta dell’Inferno, di cui sopra):
“Vedi la bestia per cu’ io mi volsi:/
aiutami da lei, famoso saggio/
ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi.”
Abbiamo conferma, anche qui, che occorrono diverse condizioni affinché tra accompagnatore e accompagnato si formi quel binomio atto a transitare efficacemente nei durissimi ed insidiosi “passaggi infernali”; tra queste condizioni (che non starò ora a rammentare), spiccano secondo me:
Dal punto di vista dell’accompagnato il riconoscimento dell’accompagnatore come “buon maestro”, del quale avere ammirazione e di cui fidarsi; e dall’altro che l’accompagnatore sia soprattutto “un volontario” sì, ma anche che pure lui “abbracci la propria croce” e cammini fianco a fianco (letteralmente!) del proprio “pupillo”, infondendogli Coraggio, tendendogli la mano…”prestandogli” anche la sua di Fides attraverso questo tunnel che potrebbe non aver mai fine! Perché non è per nulla scontato che chi v’entri possa, un giorno, uscirvi a “riveder le stelle” …
Samuele
Caro MAR.TRA.KE ho ascoltato solo adesso la pillola n.5 e mi sembrava che stessi parlando di me.
Luce sulle nostre vite. Io non mi sono mai drogata di sostanze, di droghe, ma negli ultimi anni mi sono resa conto di essere comunque una DROGATA.
Mi sono riconosciuta drogata, prima del negativo, come una sostanza non ne ho saputo fare a meno per una vita intera, negli ultimi tempi, ho trasferito spesso la dipendenza su Silvano.
Questo tipo di dipendenze, da una persona, sono più difficili da mettere a fuoco perché le relazioni non sono illegali e sono accettate dalla società, quindi è più difficile riconoscerle.
Sono tutte molto belle, queste pillole dell’arco di sinistra, ma questa la sento particolarmente preziosa, per me, soprattutto per il periodo che mi sto vivendo, attraversando.
Riconosco che nei momenti di crisi d’astinenza servirebbe veramente tanto tanto calore, un utero caldissimo, devotissimo e continuativo e penso a Marco.
Tu sei proprio un esistenziologo e lo dimostri tutti i giorni come basterebbe osservate la vita, l’esistenza…l’uovo si schiude e nasce il pulcino nel calore. Così è anche per il bambino nel grembo materno.
Grazie per cercare di aprirci gli occhi continuattivamente. Ti voglio bene.
Patrizia