Salotto Letterario Globale: “Il Visconte Dimezzato” commento di Eleonora.
È partito il Vi.R.U.S. nelle Marche, era un po’ che Mariano non saliva e tutti eravamo felici e in attesa di questo evento, anzi di questi eventi, infatti il Vi.R.U.S. è stato ricco di tanti emozionanti incontri.
Venerdì 30 luglio c’è stata una grande novità, prima di tutto il Maestrepolo è diventato itinerante e si è svolto qui nelle Marche al Bar “Life” e poi c’è stato il Salotto Letterario Globale sul libro di Calvino “Il Visconte Dimezzato”.
Inizialmente per venerdì 30 luglio era previsto solo il Salotto Letterario Globale – Il Visconte Dimezzato: “Come ritrovarsi individue e adulto attraverso le diversità” – che “spintaneamente” (grazie alle spinte di Moris, Victoria, Graziana, Elisa) ho proposto a Mariano di farlo insieme.
L’avevo preparato da due anni: in un momento di grande negativo mi sono spinta a creare una cosa che sentivo buona, che mi piaceva fare per aiutarmi a risalire dal “Pozzo di Vermicino”, ho pensato che sarebbe stato bello per me uscire dalla “Sala M. Staffolani”, dove si sono fatti tanti incontri con la Fondazione e presentarmi con il mio Salotto al Bar, pensavo che saremmo stati pochi e che anche i clienti del bar, incuriositi, potevano affacciarsi e seguire.
Considerato che il SLG sarebbe stato di venerdì, Victoria ha proposto di fare tutto insieme, cioè il Maestrepolo prima e poi il SLG con Mariano, che avrebbe utilizzato le sue 2 ore di teoria nel Maestrepolo, per fare il SLG con me!
Ero molto emozionata perché era sicuramente molto di più di quello che avevo pensato potesse essere questo evento per me, ma fondamentalmente non avevo tanta paura perché la teoria era pronta da due anni! E allora buttati Eleonora che è morbido!
Il Maestrepolo è stato leggero e, anche se fatto fuori dal Bar (luogo non considerato consono ad un incontro di formazione e informazione), è riuscito a procedere in modo fluido e anche i conduttori sono stati bravi a tenere il loro punto mitotico senza spaventarsi. Essendo stato un Maestrepolo itinerante, ha fatto in modo che molti partecipanti, che non possono scendere spesso al Villaggio, hanno potuto partecipare in presenza e quindi è stata una grande novità proprio per i Marchigiani che sono stati presenti.
Mariano mi ha fatto un regalo bellissimo, all’inizio avevo bisogno di una conferma rispetto al senso del salotto letterario e, mi ha dato la conferma che stavo procedendo bene, standomi vicino fisicamente, aggiungendo piccole cose e precisandone altre, ma non cambiando il senso di quello che dicevo; è stato in silenzio facendomi compagnia, mi ha aiutato ad alleggerire e a vedere che si poteva fare e così mi sono sentita un adulto che mi stava vicino e mi riconosceva in profondità, un adulto che aveva le competenze di fare lui quello che stavo facendo io, ma si fidava lasciandomi fare in libertà e senza aver paura che potevo fare cose sbagliate. Altre volte ho dovuto fare da adulta per i miei genitori che li sentivo bambini e incapaci di fare loro e così mi buttavo, otturandomi il naso e chiudendo gli occhi, con la paura di fare quello che stavo facendo perché sola e con in più il peso degli adulti “non adulti” che mi stavano vicino. Questa volta non è stato così perché mi sono sentita protetta e accompagnata
È stato proprio vita e conoscenza, la vita la stavo vivendo io direttamente e Mariano direttamente mi faceva fare teoria globale, la mia teoria che partiva dal mio vissuto e quindi dal mio punto di vista, dal mio star male; più uno scende in profondità rispetto alle situazioni, più riesce ad avere un sapere emotivo di esperienze sul campo e più crea una competenza profonda del “patuto” e non del “saputo”
E’ stato bello, un bel regalo, perché ho sentito che mi piaceva fare quello che stavo facendo e che mi ero anche impegnata con piacere a fare un power point (mai fatto in vita mia e mi ha aiutata mia figlia Michela), ho fatto la locandina (anche quella mai fatta in vita mia, mi hanno suggerito alcune cose Elisa e Graziana e mi sono buttata), questo mostrarmi mi ha spinto a creare anche un video con una parte recitata e quindi a mettere in campo anche la mia arte con il Viteatro, è stato un spettacolo dell’arco di destra anabolico, creativo; si può migliorare e fare anche diversamente, anche in collaborazione, ma intanto mi sono buttata!
Quando studiavo, sentivo che mi piaceva leggere e sapere la storia, ma non capivo il senso, poterlo collegare alla storia reale e ai meccanismi della vita, mi ha dato un senso più profondo.
Quando poi ti vivi questa fusionalità, sicuramente, i vissuti di negativo, lo spazio, tempo e l’eteroreferenzialità si ridimensionano.
Alla fine Mariano mi ha dato tanto valore e poi ha fatto haggadah (ha aggiunto una ulteriore teoria), esponendo una teoria sulla dimidiazione analogica che si vivono i ragazzi durante l’adolescenza, che li porta a chiudersi e ad aver paura di esprimersi attraverso il corpo. È stato un punto di vista che mi ha illuminato rispetto ad altri aspetti dell’adolescenza che si stanno vivendo i miei figli. Inoltre ha dato anche un compito, cioè pensare ad un finale del libro diverso da quello che Calvino ha scritto; un finale più globale che ci piacerebbe leggere; ecco il mio: “il dottor Trelawney (l’uomo che aveva ricucito le due parti di Medardo) cominciò a collaborare con il Visconte Medardo che, guarito dalla dimidiazione esterna ma anche interna, era diventato un uomo saggio al quale tanti si rivolgevano, quando avevano bisogno di giustizia e uguaglianza. Insieme erano riusciti a creare una relazione con gli Ugonotti che, in alcuni casi, sceglievano di trovare risposte nelle relazioni tra di loro e con gli altri abitanti di Terralba, invece di continuare a pregare e a lavorare senza alcun senso di procedere per la vita. Anche gli abitanti di Pratofungo, i lebbrosi, si rivolgevano al dottore e a Visconte cercando di trovare un modo per poter evitare l’allontanamento dagli altri. Sebastiana continuò a fare la burbera e a controllare che tutto filasse in modo giusto, ma qualche volta, anche se non andava come diceva lei, accettava quel modo bizzarro di fare le cose del Visconte, di sua moglie Pamela e del suo nuovo amico Trelawney. Ed io, il ragazzo libero di fare quello che volevo, mi trovai ad avere un gruppo di persone che si interessavano a me e alle quali rivolgermi nelle difficoltà, erano dei compagni di viaggio particolari, ma dai quali ho imparato molto. E vissero felici e contenti fino al prossimo presentarsi dell’arco di scollamento!”
In conclusione ho sentito che Mariano è un grande accompagnatore e devoto, con un grande amore per la vita, la mia e non solo perché, in questo Vi.R.U.S., c’è stato tanto amore per tanti Marchigiani che si stanno spingendo a cocreare, partendo dal proprio jahvè e che si stanno spingendo al battesimo di Fu.O.Ri. Fu.O.Ri.
Eleonora