Ciao ciao nonna, desidero che tu passi oltre con anche una prospettiva…
Ciao Ciao Nonna Vittoria,
Oggi 21 giugno 2021, alle 18.45 circa, ci hai lasciati.
Ti voglio dire che per me sei stata una brava nonna, soprattutto negli anni delle scuole, hai partecipato attivamente alla mia crescita, standomi vicina e donandomi quello che sapevi fare meglio: essere accogliente e trasmettere ed insegnare.
Quanti pomeriggi abbiamo passato, Marcello ed io, da te e dal nonno Franco, ore dedicate principalmente ai compiti per me e alle passeggiate con il nonno per Marci.
Mi ricordo i pomeriggi a fare le torte Cameo insieme, quella al limone e la sacher erano le mie preferite e mi lasciavi sempre le rimanenze delle glasse nelle ciotole da assaggiare.
Quanto ho disegnato a casa tua e quanto mi hai accolta quando stavo male. Ti ricordi? Arrivava il nonno 118 a prendermi e, quando arrivavo da te, mi facevi trovare il pigiama e la camomilla calda, una coccola che ancora oggi mi continuo a fare o a richiedere quando sto male.
Ti ricordi anche quando ti raccontavo dei bulli alla scuola elementare? Mi dicevi di prenderli a calci negli stinchi, di rimandare quello che mi facevano, di non subire.
Ma nonna, come potevo farlo se tu per prima hai subito tanto senza ribellarti, provando dentro di te e trasmettendo, tanti sensi di colpa?
Passavi tutte le domeniche, fino a quando fu in vita, da tua madre, Nonna Maria o Nonna nonnina (come la chiamavo io per la sua bassa statura e per il fatto che fosse curva e gobba) che anche a me sembrava poco dolce nei tuoi confronti e anche molto richiedente, oltre che poco riconoscente del fatto che dedicavi il giorno di riposo a lei. Questa cosa, il passare la domenica a casa della Bisnonna, io me lo ricordo come una cosa bella, anche perché non lo facevamo spesso noi famiglia di nipoti e pronipoti. Però per te doveva essere una tortura, questa madre con te era sempre stata molto disconoscente, poco accogliente e tutta dedicata ai due figli maschi.
Non sorprende che il nonno Franco fosse triste di questo tuo stato e della situazione, nonostante anche lui spendesse molte energie per la suocera. Il nonno, lo dico perché l’ho sentito e più avanti spiegherò meglio come, ha sofferto molto della tua dipendenza dall’approvazione di tua madre, per non parlare di come questo abbia segnato mio padre Diego e la zia Viviana.
Ci tengo a dire che non è un’accusa, questa è una radice delle mie origini che mi ha portato a sentire una forte svalutazione e un forte senso di colpa costante.
Dato che eri una delle poche persone che provava ad ascoltarmi anche quando non stavo bene, mi ricordo chiaramente di quando facevo fatica a studiare e ti dicevo che provavo pesantezza al petto (avevo ansia e non sapevo dirlo in un altro modo, ero ancora piccola) e tu mi rispondevi che era perché non stavo facendo il mio dovere, prima facevo i compiti e prima mi passava…
Con gli strumenti di oggi, vedo come ci hai (Diego, Viviana, me e Marcello) impedito di buttarci in un salto quantico precipiziale, non hai dato respiro all’arco di sinistra del tuo CEU e di quello degli altri.
La tua parte Leone non è mai venuta fuori, hai impedito ai tuoi figli di esprimerla e hai portato noi nipoti (tutti, includo anche Stefano, mio unico cugino) a faticare non poco per frantumare, almeno in parte, il perenne arco di destra dei nostri genitori. Con me hai anche avuto la capacità, come prima nipote, di farmi fare la stessa sorte di perenne portatrice ed equilibratrice dell’arco di destra.
Nonna capiscimi, non ce l’ho con te, ma adesso che sei nel Sincronico, ti voglio aiutare a fare un passaggio e allo stesso tempo aiutare anche noi che rimaniamo nell’esistenza, a lasciare andare questo abito ormai stretto che ci impedisce di ricontattare la nostra grandezza e profondità.
Desidero che tu passi oltre con anche una prospettiva, perché da brava donna credente quale eri, so che sai che c’è un dopo, ma un po’ diverso rispetto all’epistemologia religiosa, in stretto legame con l’esistenza e in cui continui a dare un contributo a quest’ultima, anche se in modo diverso.
So che per farti procedere nel tuo viaggio, non posso solo dirti che sei stata la nonna che mi insegnava a pregare Gesù in un modo unico e speciale inventato da te con una filastrocca su misura, o una donna speciale che cercava di dare un Holding che le era mancato; voglio donarti i limiti che mi hai trasmesso, perché solo così ti posso veramente dimostrare che ti voglio bene e solo così potremo scioglierli insieme.
Io mi impegno a mettere il mio 50%.
Ho sentito e visto chiaramente quanto il tuo essere sfondo della figura di tua madre ti abbia portato a rendere, tuo marito e i tuoi figli, sfondo del tuo essere sfondo.
Non hai avuto gli strumenti per “tradire” tua madre, ma neanche per metterti tu in modo definito come figura in primo piano della tua vita, condizionando così la crescita delle future generazioni a stare dentro un’illusione.
Ti ricordi? Marcello lo chiamavi “poverino”, per come stava, ti faceva compassione nel senso vecchio del termine, ma solo perché in lui vedevi quella parte di te che faceva fatica a crescere, la parte che in questi ultimi anni della tua vita ti ha fatto regredire in tutto e per tutto alla ricerca di un Holding negato nella tua infanzia.
Nonna è un’inciviltà, è ingiusto!
Nell’ultimo periodo mi sono molto ancorata e incancrenita sull’ingiustizia che sento; non riuscivo a trovare una strada adatta per incanalare questa energia e mi sono fossilizzata invece di procedere; ma, grazie a te, oggi sento che ho fatto un passaggio, perché non c’è un qualcosa di fisico e concreto da combattere, c’è un “sistema”, il modo di fare “gravidanza a cielo aperto”, da cambiare radicalmente.
È ingiusto che tu sia stata così male e che si sia creata questa catena di sofferenze, ma non è colpa tua o di chi è venuto prima o dopo… semplicemente c’è e, tornando a quanto detto poche righe prima, sarebbe buono che tutti dessero il loro contributo per sciogliere.
Questo ti chiedo nonna, come ultimo pensiero, facciamolo insieme, tu e tutte le entità del Sincronico che vogliono contribuire e noi dal Diacronico, chi vuole contribuire.
Io voglio!
Ciao Ciao Nonna,
Ci vogliamo tanto bene
Melissa
P.S. La lettera l’ho scritta a mano nonna, come prima versione, come facevi tu. Anche il “ciao ciao” ci ho tenuto a rimandartelo per il tuo modo specifico di salutare chiudendo la mano al contrario, come era specifico il tuo modo di dire ad alta voce “Stupenda! Bella!” ad ogni foto che scattavi alla tua famiglia…sei tu che sei sempre stata e sarai bella nonna.