Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché si ha paura delle cose diverse da noi?” Domanda di Eleonora, riscontro di Moris

Una delle prime cose che ho appreso da Mariano, quando sono approdato alla fondazione, è che diverso e divertirsi, provengo dalla stessa radice, “divertere”- volgere altrove, e questa cosa mi ha fatto riflettere su come sono cresciuto. Quando mio fratello Mauro è diventato un “diverso” io mi sono spaventato, ma non lo potevo dire, tutti a casa facevano finta che andava tutto bene. La cosa triste è che con il tempo e, con il non poterlo esprimere, questo spavento si è inabissato ed in superficie nemmeno lo sentivo più. Il risultato è stato che tutte le cose che non contemplavano la “normalità” oggettiva, a me facevano paura e me ne tenevo alla larga. Ricordo che quando ho conosciuto Luigi Compagnone, ad esempio, non sono riuscito a stare vicino a lui nemmeno a tavola per mangiare. Ma la cosa che ho scoperto essere più triste, è che usavo il mio essere “divertente” per tenere le persone e le relazioni in superfice e lontane, tanto era la mia paura, ormai radicata in profondità, della diversità e dei cambiamenti che mi poteva portare ogni tipo di relazione. In pratica quello che etimologicamente è nato come una spinta al cambiamento, in me è cresciuto come un allontanamento, un disagio emotivo. Grazie al percorso, alla teoria globale di Mariano, ho riacquistato il valore dell’essere “diverso” e il piacere di sentirmi “divertente e divertito” nello stare in relazione, soprattutto con i cosiddetti psicotici. Ho scoperto come le persone che più appaiono diverse da me, fanno da specchio alle mie parti nascoste di cui ancora ho paura, e per questo ho imparato ad avvicinarmi ed a relazionarmi con più piacere. Ho capito che quando una persona sente di avere paura di qualcosa, o addirittura ne vede il mostro, va accompagnata ad accogliere questa emozione, perché probabilmente questo mostro pauroso non è altro che il suo jahvindico che vuole esprimersi. Ecco, oggi sento che dovremmo dare valore alla paura ed osare di essere noi i primi “diversi” in questo mondo schiavizzato dal faraone finanziario. Rispettare e dare valore alla paura, per me significa andare in esodo verso il salto precipiziale Persefone. Rispettare la paura, per me significa affrontare l’anello catabolico, l’anello diverso, con devozione profonda. Be’ grazie alla teoria del CEU sappiamo che, dopo questa sacra paura, esiste un salto quantico oltre che ci porterà verso un nuovo spettacolo della nostra specificità. Buona attraversata paurosa, Moris

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