Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché si ha paura delle cose diverse da noi?” Domanda di Eleonora, riscontro di Ivan
Perché si ha paura delle cose diverse da noi?
La parola paura ha una radice nell’indoeuropeo PVR che significa (battere o abbattere) che diventa in latino pavura e poi in italiano antico paura, un’altra parola legata a “pavura” è Padova che probabilmente aveva una collina che è stata distrutta e appiattita. Quindi la paura è qualcosa che ti abbatte
Credo esistano due tipi di paure, una è quella che riguarda i codici più recenti, legati al linguaggio e alle rappresentazioni. Tra questo tipo di paure, se si perde il controllo, si creano le fobie, le dipendenze che sono la paura di restare senza una sostanza. Sono per lo più paure negative che si si insidiano sino alle radici e controllano il nostro ontologico e lentamente ci uccidono.
L’altro tipo di paura è quella che riguarda i codici più antichi, che non sono creati da rappresentazioni come l’istinto di sopravvivenza. D’altronde l’uomo è un animale che si è evoluto in modo imperfetto perché ha stratificato le capacità e ha mantenuto aspetti dell’evoluzione precedente per arrivare a quello che siamo oggi.
Il diverso che si presenta davanti al nostro graal è soltanto un’incognita, un possibile pericolo da fuggire, o altrimenti abbattere per la difesa del nostro sarvas.
Ivan