Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Quale evento (forse qualche FUK?) spinge ognuno di noi…” Domanda di Cindy, riscontro di Moris

Quale evento (forse qualche FUK?) spinge ognuno di noi ad essere più attratto e/o più portato per una determinata espressione artistica? Perché invece con qualche altra arte facciamo più fatica?

Durante il progetto “pamoja” sono rimasto colpito da come i ragazzi damanhuriani si sentivano senza “spirito di ricerca”, che avevano perso la curiosità di appassionarsi alle cose. Beh, direi che la mia relazione con l’arte questo è. Non mi sono mai riconosciuto portato per esprimere una forma d’arte, disegno ancora come un bambino delle elementari, ho suonato alcuni anni il piano da piccolo, ma non so leggere più neanche le note sugli spartiti, mi piace cantare, ma mi sento stonato, con le mani mi sento impacciato e incompetente. E sì che da piccolo mi piaceva suonare, cantare, disegnare e poi da ragazzino mio padre mi portava spesso con lui ed era capace di fare tante cose, tanti lavoretti con le mani. Allora cosa? Perché non mi sono mai identificato in niente? La prima risposta che mi sono dato ultimamente è che, molte delle cose che ho tentato di intraprendere, erano rivolte al farmi vedere da mio padre, a lui piaceva che suonassi il piano, a lui interessava che apprendessi l’arte dello sfaccendare, molte delle emozioni erano legate al soddisfare i suoi bisogni, probabilmente sentivo la sua sofferenza ed io cercavo di colmare le sue parti inespresse. Ma la mia passione dove era? A me piaceva giocare a calcio, stare con gli amici, ma per mio padre lo sport non mi avrebbe reso ricco, perché secondo lui non ero portato. Mai però è venuto a vedermi giocare… e quanto lo desideravo. Credo che, come i damanhuriani, sono cresciuto senza sentire il piacere di scoprirmi, senza il piacere di incuriosirmi di cosa veramente mi piacesse fare nella vita, senza sentirmi un valore della mia specificità, ma solo il valore di farmi riconoscere negli obblighi/doveri della mia famiglia matrioska d’origine. Oggi, grazie al sapere mitopoietico proposto da Mariano, sto imparando a dare valore a me e alle cose che sono in relazione con me. Una cosa, da cui sto imparando a partire, è il valore etimologico delle parole, io che sono stato portato, in terza elementare, ad una visita specialistica, (non so se in neuropsichiatria, nessuno me lo ho mai detto, ma lo ricordo) perché non sapevo scrivere. Ora sto imparando a dare valore al mio essere co/creatore alla ricerca. Ora sto imparando a darmi valore sulla conoscenza e sul mio essere anche teoria/prassi. Certo, sono ancora molto alla scoperta di me stesso, e a volte mi metto in tante cose con entusiasmo, ma senza riuscire a dare continuità, visto la vita ordinaria, già piena, che sto ancora tentando di alleggerire. Ma in questo mi vedo finalmente adolescente e curioso a scoprirmi. Grazie a Mariano ho colto più in profondità il senso di arte e artistico: L’arte non è già programmabile, l’arte è il frutto della tua creatività. Vi dico anche l’etimologia di “arte”. La radice è una radice ariana: “ar”,che significa “andare, mettere in movimento, muoversi” (cit. Mariano dal “senso del progetto pamoja”). Oggi mi sento di esprimere l’arte quando sento la mia forza fusionale in movimento e quando sento che me la riconosco. Mi sto riscoprendo nelle mie specificità e inizio sempre più a credere che, quello che sento dentro, lo posso realizzare. Se sento che voglio cantare, so cantare. Se sento che posso mettermi in una cosa, posso mettermi. Se sento che voglio tornare a cosa posso, posso iniziare a dedicarmici. Ora, perché scegliamo una cosa invece di un’altra? Per la mia esperienza è perché in quella cosa ci sentiamo valorizzati e riconosciuti dall’esterno, ciò non significa che non è più una nostra specificità. Ma credo che sentendola la nostra parte padre che ci identifica nell’arena esistenziale e non avendo vicino accompagnatori che ci spingono a vedere e valorizzare altro, non andiamo oltre a questo. Sicuramente è già una cosa buona, ma non è il quantum della nostra espressione artistica co/creatrice nell’esistenza. Grazie Cindy di avermi fatto fare una bella immersione dentro di me con questo argomento.

Moris

 

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