Un’alternativa al modello sanitario per il “trattamento” del Covid- 19. Lettera di Serena
Coronavirus? No! Mi sei CARONEvirus!
Lettere, like, ricanti, suppliche, proposte di collaborazione e richieste di amicizia al Virus!
Caronevirus, sei entrato nella mia vita come un fulmine, stravolgendola completamente.
Dopo la mia laurea in infermieristica non trovavo molte prospettive lavorative qui, quindi ho pensato di andare il Germania, dove la richiesta di infermieri era molto elevata.
Il 17 marzo avrei avuto il colloquio con i tedeschi e a breve sarei dovuta partire.
Avevo paura e sicuramente non ero pronta a lasciare casa mia per andare così lontano.
Però avevo scelto di buttarmi.
Forse sarei stata molto male, forse no, chi lo sa! Sicuramente si! Sta di fatto che avrei dovuto lasciare tante cose a me care, ancora vitali.
Tu mi hai fermata regalandomi un lavoro qui, nella mia terra, a casa mia!
Tanti ti vedono solo come negativo… ma nessuno dà valore al positivo, al cambiamento che tu hai portato.
A me hai dato la possibilità di entrare nel mondo del lavoro, nel mondo degli “adulti”, di staccarmi fisicamente dal mio nido d’origine che ormai era diventata una gabbia dorata.
Mi hai dato la possibilità di fare tutto questo dolcemente.
Grazie ad una proposta di Mariano ho iniziato a parlare di te a chi ti viveva solo attraverso i media che hanno solo terrorizzato tutti, mentre io ti vivevo direttamente, sul campo, e avevo a che fare con le persone che avevano contratto il virus. Ho notato e riportato come ti comportavi in base alle loro reazioni, come ti placavi quando venivi accolto e come invece ti arrabbiavi quando qualcuno ti respingeva o ti subiva.
Sei come noi, hai dei sentimenti!
Poi hai deciso di provare la mia casa e sei entrato dentro di me. Lì ho dovuto mettere in pratica la teoria che avevo fatto sugli altri… è stato più difficile. Ho avuto paura di fare la fine dei miei pazienti… Ti ho rifiutato all’inizio! Ero nel panico.
Infatti ero molto stanca, priva di energie.
Per fortuna con me all’inizio c’è stato il mio compagno che mi ha aiutata a venir fuori dalle paranoie.
Ci hai dato la possibilità di fare una stretta convivenza, perché le prime due settimane di quarantena le abbiamo fatte insieme, e di sperimentare lo stare insieme in modo diverso.
Grazie a te abbiamo avuto la possibilità di dirci le verità, di perderci e poi ritrovarci in maniera più onesta e profonda.
Poi lo hai mandato via, perché hai deciso di non entrare nel suo corpo, così lui è potuto uscire dalla quarantena mentre io ho continuato da sola.
Mi hai spinta verso me stessa, ad avere una relazione con me, a conoscermi meglio, più in profondità. Ho visto tanta tristezza e solitudine, ho visto come ancora non so chi sono, ancora non so cosa mi piace o cosa non mi piace…ho visto cose che non avrei avuto la possibilità di vedere se non ci fossi stato tu a dirigere l’orchestra.
Mi hai dato la possibilità di confrontarmi con il negativo delle persone. Spesso mi capita di piacere alla gente perché sono buona, simpatica, carina ecc. quindi tutti sono spesso gentili con me.
Invece con te nel mio corpo ero solo un pericolo!
Gli inquilini del palazzo in cui vivevo mi conoscevano solo per questo e quindi mi vedevano solo come pericolo. È stata la prima volta che un gruppo di persone mi trattava male.
Sul momento è stato brutto e doloroso, ma questa situazione mi ha dato la possibilità di iniziare a difendermi, sentire che io avevo dei diritti, meritavo di essere conosciuta nella mia storia e non solo per ciò che esternamente appariva di me. Per la prima volta ho fatto sentire la mia voce con figure per me autoritarie come la padrona di casa, la questura, i condomini che volevano denunciarmi perché ero uscita sul balcone. Mi sono sempre sentita io quella sbagliata nelle situazioni quando qualcuno mi sgridava, ma quella volta NO!
Sento che questa è la cosa che più ho incarnato grazie a te CaroneVirus… non subire passivamente!
Per questo ti ringrazio!
A “lavoro terminato”, quando ho iniziato ad accoglierti e ad accogliere soprattutto la mia solitudine e il mio senso di vuoto e mettere lì un punto di partenza, ti ho chiesto di andare via e tu lo hai fatto.
Il Coronavirus è un negativo rispetto ai nostri schemi e non nascondo che, avendo ancora degli schemi, ho ancora paura di tornare a viverci insieme.
Però, come ogni negativo, se cambiamo il punto di vista può essere una spinta per un cambiamento, per una rivoluzione.
Ora però mi ha abbastanza stancata la situazione in cui viviamo… purtroppo le istituzioni non capisco che devono cambiare, rivoluzionarsi. E finché non accadrà lui non andrà via!
Serena