Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Se l’esistenza è un viaggio perché preferiamo attardarci nella staticità? Domanda di Grazia, riscontro di Moris
La prima cosa che mi è saltata in mente è l’etimologia della parola esistenza, stare da. E quindi mi viene logico dire che siamo stati educati e cresciuti a “stare da”, anzi “stare per” l’esterno. Quindi ci siamo identificati e posti nelle situazioni ordinarie in modo eteroreferenziale. Il modello finanziario, anticipando i nostri bisogni, ci sta educando a selezionare “l’ora e subito” sempre più in modo virtuale. Che cosa voglio dire? Che ci stiamo trasformando in esseri statici che si accontentano di soddisfare i propri bisogni solo attraverso sballosi sempre più virtuali e stiamo atrofizzando i codici più profondi. Per intraprendere un viaggio, bisogna sentire viva la spinta che viene dal basso, ma se i nostri canali recettivi sono diventati sterili e rinsecchiti, e se non sentiamo più circolinfare la nostra fusionalita, viene spontaneo credere che la soluzione migliore è rifugiarsi nella staticità. La quale non diventa una stampella nella nostra vita, ma addirittura una sedia a rotelle. Se pensiamo al quadro dell’uomo sedato è la rappresentazione chiara di quello che siamo diventati, gente atrofizzata con una grande testa appesantita che non vive più l’esistenza come viaggio, ma attraverso il contemplare solo il pensiero come soluzione risolutivo per procedere, preferisce morire vivendo in modo statico. E questo cosa ha creato? Un mondo interattivo che attraverso la tecnologia ci permette di avere tutto a portata di mano con un click, e ahimè il sistema finanziario ha approfittato del coronavirus per accelerare questo procedimento. Svegliamoci quindi perché, attraverso l’ipertrofia dei codici e con il riattivarsi della circolinfa, potremmo tornare a sentirci vitonauta nell’esistenza e sentire il piacere del viaggio.
Moris