Presidenti… E presidi psichiatrici
𝘜𝘯’𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘵𝘦𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘨𝘭𝘰𝘣𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘥𝘳 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘓𝘰𝘪𝘢𝘤𝘰𝘯𝘰, 𝘌𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘰 𝘎𝘭𝘰𝘣𝘢𝘭𝘦, 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘰𝘯𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘢𝘶𝘨𝘶𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘗𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘭 𝘝𝘪𝘭𝘭𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘘𝘶𝘢𝘥𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘴𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦.
“Bene, durante il Corso Maestrepolo sull’Esistenza vi avevo promesso di dire qualcosa sulla “presidenza”, perché per noi il massimo della repubblica nostra è il Presidente, se si va in una Fondazione o in altre cose, il Presidente è la carica massima ed è quello che comanda di più, quindi ha tutta una serie di cose… La Presidenza è la prima cosa che si costruisce in un edificio, perché il presidente se deve venire là, deve prima avere una stanza adatta perché deve ospitare delle persone, deve ricevere, e insomma, io lo so perché quando ho lavorato nell’Azienda o nella USL prima, perché sono cambiati tanti modelli, so benissimo quali erano le stanze importanti, quella del Presidente, so come bisognava andarci, insomma, tutta una serie di…
Ma questo già lo conoscete… io, oggi, vi vorrei dare una lettura capovolta, un po’ come per tanti aspetti, capovolta direi di no, etimologica, perché se ci pensate l’etimologia dice molto di più dell’uso corrente, per questo vi ho detto che è importante che queste cose le apprendete: “Ma io non so il greco”, e che fa? Ve lo dico adesso. La parola “étymos” significa “vero” che è l’opposto di “pseudos”, di “falso”, quindi ciò che io vi ho detto come presidente, come funzione, è “pseudos”, è falso. Spesso anche le guide diventano troppo presidenti, e quindi, secondo me, con i limiti poi di proiezioni che ricevono e di poteri che, secondo me, spesso possono essere eccessivi.
“Presidente” significa “pre-siedere”, che viene da “pre-sedere”, uno che si siede davanti, questo significa. Leggiamola però in una maniera legata alle dinamiche. Chi è il presidente? È uno che è tranquillo, si sa sedere, non è uno che è preoccupato, che ha bisogno, che si allarma, perché non puoi fare il capo se ti allarmi, se sei ansioso dove vuoi andare? Finisci che muori prima del tempo.
Il presidente si sa sedere, non nel senso che non vuole lavorare, ma nel senso che è tranquillo, sa il fatto suo, ci crede in quello che lui gestisce, non ha bisogno di essere incoraggiato e lo fa per primo. “Pre” significa: “Io mi metto davanti”, vi do un’idea anche etimologica nuova del vecchio concetto di “solidarietà”. “Solidarietà” è diventato: “Io ho tanto da mangiare, porto un po’ di pane alla Caritas per gli altri”, “Do il di più agli altri”, oppure: “Io sto bene, allora vado dagli afflitti per consolarli”. Questa è una visione religiosa che è molto limitata e parziale.
Allora, la parola “solidarietà” viene da: “solidus”, cos’è solido? E quindi la cosa solida dove sta? Dorme sul terreno, non se ne può andare in aria, è tranquilla. “Solidus” viene dal sanscrito “sollus” che è anche alla base della parola “solitario”, “solitudine”, che non significa stare da solo, traduciamola meglio. “Sollus” significa “intero”, più il mio Graal è intero, più circolo e più quindi sono solidale, e allora io ho tradotto così la parola “solidarietà”, non quella di Chiesa o quella che vuole lo stato che è molto meno, oltretutto, efficace.
Se io sono intero faccio per primo quello che l’altro dovrebbe-potrebbe-saprebbe fare, ma ancora non vuole-non può-non sa fare. Quello è davvero difficile da fare! Io ho fatto questo, io non ho comandato gli argonauti oppure ho chiesto: “Eracle”, “Orfeo”, tutti i migliori di allora, “Giasone”, sto parlando di “Giasone e Medea”, il mito l’ha già commentato Giovanna. Il presidente non è quello che prende i migliori e comanda, questo è presente in tutte le mitologie, ma non è così.
L’iniziativa così riesce! Presidente è colui che fa per primo ciò che gli altri potrebbero se lo vogliono, saprebbero, dovrebbero perché è il loro ruolo, però ancora… Non dobbiamo giudicare chi ancora non vuole-non può-non sa fare.
Io sono stato solidale in questo senso e mi sono messo davanti, io sono stato un deposito, deposito delle storie delle persone essendo sensibile, anche avendo sofferto.
Quindi il presidente è uno che dice: “Io sono un uomo seduto”, cioè tranquillo, perché la posizione yoga di Buddha “ispira”? Perché è un uomo seduto, perde le gambe, le braccia, non le può utilizzare, però sorride, è tranquillo. Ma quella è un’icona, poi devo diventare io, sennò sono cose un po’ tecniche e oggi il mondo è pieno di tecniche che sono diventate altri strumenti dell’economia finanziaria.
Quindi il presidente è uno che siede, sta tranquillo, ispira fiducia, ma secondo voi, i Generali che hanno vinto, mettiamo Giulio Cesare che è uno dei più grandi, cioè, e come si dice, il Manzoni, nei Promessi Sposi, racconti della notte, non mi ricordo di chi, che dormì come il Principe di Condé… Il Principe di Condé, quindi, proprio la notte prima della battaglia decisiva che, insomma, opponeva Francia, Spagna, eccetera, dormì profondamente, voglio vedere se voi, se noi dormiremmo se…
Quindi pre-sidente è uno che si siede, ma non per la poltrona. Noi abbiamo detto: “Dove si siede il Presidente?”, per prenderci i meriti, i poteri, no, là siede perché è tranquillo, perché nelle cose che fa ci crede, non ha bisogno di aggiungere altro, mentre i presidenti vogliono bustarelle, raccomandazioni, ordinare.
Nella parola etimologica è uno che siede e si mette davanti, è uno che per primo fa le cose. Quindi tutte cose scomparse dall’uso corrente della parola presidente. E quindi stando davanti vede per primo quali sono i problemi, un presidente che non coglie le cose che non vanno non è un presidente, e per primo si industria anche a pensare. Non è l’unico, è il primo, quindi coinvolge anche gli altri, però deve fare per primo.
Io in questo senso sono stato da sempre presidente perché se non facevo così il presidente, o mi mettevo a dire: “Io sono un medico psichiatra, lei…”. Beh, insomma, penso che quello che le persone più hanno apprezzato di me è il mio pre-siedere, che significa “pre-sedere”, “sedersi”, la “i” è stata aggiunta così, ma è “pre-sedere”.
Questa è stata la forza, adesso mi piace che siete tutti voi presidenti, io mi prendo la presidenza quella scritta, perché è un ambito che se vengo qua almeno ho… Voglio venire qua intanto per scrivere cose, perché non devo avere un posto di riferimento? Allora non è perché sono presidente, è che mi merito che almeno un bugigattolo, una stanza, io la possa utilizzare, possa sentirmi che vado lì non perché ho un’iniziativa o perché ho delle cose da fare, ma perché anche quella è casa mia, oltretutto ho contribuito a costruirla, ci posso stare perché una teoria la posso partorire qua e se mi stanco andare a chiedere agli ulivi che mi dicono o stare… Cioè, questo è quello che questa stanza probabilmente mi potrebbe permette di fare.
Finisco con due cose che sono collegate al sedersi. Sapete un’altra parola che ha la stessa matrice? Allora, un’altra parola, che sicuramente avete sentito, è “Presidio”. Cos’è il presidio militare? Sono i soldati che vanno davanti per, fanno le battaglie più dure per difendere chi sta dietro.
E qual è un altro famoso presidio?
Quello psichiatrico. Pensate, significa che dovremmo avere lì persone veramente tranquille che colgono qual è il valore delle cose da fare e fanno per prime, “pre”, “davanti”. Ma cosa fanno, cosa danno mettendosi davanti? La sanzione che la società vuole perché non accoglie degli indicatori che contraddicono la società e dicono: “Qua le cose non vanno bene!”, ecco perché poi noi parliamo di cosiddetti eroi psicotici, perché contraddicono, spingono la società a cambiare e quindi nessuno vuole cambiare perché ognuno pensa che la sua organizzazione è la cosa migliore.
Per cui uno che intende essere presidente deve volersi mettere davanti a dire “Cambiamo”, “Facciamo”. Ecco perché io sono innamorato delle mie cosiddette psicosi ma anche dei cosiddetti psicotici. Loro sono i presidenti, perché si mettono davanti, siedono davanti e dicono: “Io non mi smuovo”, voglio sapere dei figli vostri chi mai è cambiato solo perché vi ha visto piangere o avete fatto… Ormai sono arrivati a un punto in cui dicono: “O cambi, o niente”, questo è il motivo per cui spingo i genitori, non perché sono cattivi i genitori, ma ognuno di voi che conosco ha i suoi motivi per mettersi in terza, quarta, quinta linea e per non cambiare.
Questi in realtà cosa fanno? Accelerano l’esclusione, le sanzioni del sociale, buttando queste persone nel cestino quando invece sono persone, secondo me, di valore. Io per esempio, mi avrebbero buttato nel cestino, sono riuscito a mantenermi, a nascondermi e a fare altro o a costruire, quindi “presidio psichiatrico” è la cosa più falsa che c’è al mondo, ma io parlo etimologicamente… “Ma che cazzo dici”, “Ma le leggi…”, ma ho capito, ma le cose umanoidi sono “pseudos” spesso. “Pseudos” significa “false” o “parziali” o “limitate”.
Io perché spingo alcune persone? Perché io, quando le vedo, vedo il loro valore ma anche la loro sofferenza. Persone del genere vanno al presidio e le riempiamo di psicofarmaci e non andiamo invece in tutto il loro “Graal” o in tutto il loro Iceberg, in tutta la loro storia per primi, questo dovrebbero fare, insomma, ma come avete capito il presidio psichiatrico non è “presidente” nel senso etimologico. “Presidente” nel senso che hanno il potere, allora: “Legalo”, “Fai questa iniezione”, “Tu tuo figlio non lo vedi!”. Cioè il potere!
Pensate al presidente, presidio è la stessa parola. Vedete come noi pensiamo chissà che siano, ma se andate nell’etimologia vedete la somiglianza strutturale di tante cose. E un’altra parola che è vicina a presidente, che ha la stessa radice, sapete qual è? Assedio! Mi siedo di fronte perché tu devi capitolare.
L’ “assedio” è “ob-sedere”, lì è “pre”, io voglio costruire, lì invece è “ti voglio eliminare”, “ti voglio chiudere”, perché il presidio psichiatrico non è un assedio? Quindi fatto da persone che ci dovrebbero aiutare però in realtà, per carità sono anche brave persone, ma è il modello, io ce l’ho con il modello, non con le persone che poi lo esplicitano, lo applicano, ma se non cambiamo il modello… Questo è il senso del Progetto Nuova Specie! Questo è “Nuova Specie”, sennò ripetiamo cose, diciamo, precedenti.
Quindi “assedio” significa “sedersi tranquillo perché tanto so che tu capitolerai, e ti circondo”. Le città come cadevano prima? Ti toglievo i viveri, nei terreni non ci potevi andare, e l’acqua. Beh! Come resisti? Le città si arrendevano. Capitolavano per l’assedio. Vedete come se noi diamo un senso storico…
Allora, in pratica, per finire, per chi venerdì mi segue… E’ un modo per incentivare a seguire, guardate che il Maestrepolo è una cosa di grande livello, quattro ore alla settimana sono importanti, entrate in merito a tantissime cose! L’altra parola che vi dirò, che è legata a questo, è “ossessione”, “ossesso”, “ossessivo”, quindi adesso questo non lo dirò, ma vi ho creato le premesse che gli altri non hanno, per cui venerdì pomeriggio aggiungo anche questo.
Io ringrazio te, Giovanna, perché è vero, io non avrei mai detto: “Voglio una stanza”, perché sennò… C’è da fare qualcosa, mi metto, mi siedo davanti, e do anche sicurezza agli altri, perché, beh, adesso che io ho finito, ho fatto, però: “Che vengo a fare più qua?”, questa è la crisi, ma molto forte, che io ho descritto, che è una cosa che io ho avuto… E quindi in questo modo la cosa che hai voluto tu, che mi hai offerto, l’hai costruita tu insieme ad altri, mi ha… Infatti all’inizio… Io poi l’ho accettata, non era un mio desiderio, perché neanche ci pensavo, perché quella sala poteva servire a quello, a quell’altro…
Quindi ti ringrazio perché questa presidenza funzionerà per stare qui io come avamposto, per sedermi, stare davanti, se ci sono cose in cui posso spingere gli altri, ma spingere con la teoria, quello per me è la prima cosa, quello so fare bene! Allora perché non venire qua che c’è anche tranquillità, non ci sono come a casa tante… E in più, anche con un piccolo sediolino, posso andare nell’uliveto e così… Quindi ti sono grato di questo, sono grato a te e a tutti quelli che hanno contribuito e collaborato.”
(Estratto della PilSup del 12 novembre 2020).