Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché i fratelli devono soffrire così tanto, prima di potersi incontrare?” Domanda di Annamaria, riscontro di Veronica

Avevo proprio il desiderio di partecipare con un contributo alla domanda “perché i fratelli
devono soffrire così tanto prima di doversi incontrare?”, sentendolo un argomento chiave
nella mia storia e quindi mi accingo a scrivere. Nell’ultimo anno ho potuto vivere degli scambi
interessanti con mio fratello Giuseppe, anche forti, grazie comunque al mio percorso di
crescita e devo ammettere anche al suo percorso di crescita e accompagnamento con la
sua nuova compagna Mariangela e un suo amico padre Serafino, ex prete spagnolo.
Nonostante questo, le dinamiche anche forti che abbiamo vissuto, penso che ci siamo
incontrati proprio nello “scontro”, per donarci cose nuove e punti di vista diversi. Per me, per
noi, credo sia stata una vittoria, uscire dalla simbiosi che abbiamo avuto come orfanelli, dai
ruoli di padre/madre che ci siamo scambiati mentre la rabbia cresceva. Le modalità sue
ancora non le sopporto abbastanza: lo trovo ancora troppo protettivo nei confronti dei nostri
genitori, quindi qui riconosco che uno dei vizi nella relazione dei fratelli è il rapporto che
dovrebbe essere tra pari, ma che nel nostro caso è stato influenzato dal rapporto verticale
con i genitori, ancora riconoscendo loro un ruolo impari nella relazione genitore/figlio,
dandogli potere di decidere come incasellarci.Durante la mia permanenza lunga a casa dei
miei degli ultimi 2 anni, sono riuscita finalmente a trovare una strada mia nella relazione con
mio padre e nella relazione con mia madre, distaccandomi dal ruolo storico che mi avevano
affibbiato di proteggere mio fratello. Questo è accaduto e si è sciolto quando io mi sono
mostrata per quello che ero, per i miei vissuti, mettendomi al centro. Quindi con un lavoro su
me stessa. Allo stesso modo, nonostante alcune modalità siano ancora presenti di
proteggere mio fratello da parte dei miei genitori, lascio correre e me lo vivo come altro
rispetto alla mia storia.
Anche io sono stata protetta da mio fratello. La crescita delle mie parti infantili mi sta
permettendo di liberarmi anche da questa parte.
Per cui penso che la molteplicità sia importante, anche nei rapporti forti, perché non
avremmo potuto fare salti se non ci fossero state altre persone. La prima settimana
intensiva, settembre 2012 a Cesenatico, la feci proprio con mio fratello e Olivia. Devo
ammettere che nella genitorialità di Olivia sento che la mia parte che si è presa cura di mio
fratello mi abbia aiutata ed è come se Olivia non fosse la mia prima figlia. Non so come
spiegarlo, ma per me è una sensazione forte. Non voglio dilungarmi e spero di essere
riuscita a passare la complessità delle relazioni sporcate dai ruoli che assumiamo in
famiglia, anche alternandoli. Sento proprio che la matrioska familiare ci abbia ingabbiati a
lungo anche nei ruoli rispetto all’arena esistenziale. Non ho risolto, ma confido nel percorso
cocreativo e di liberazione che ho intrapreso.

Veronica

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