Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché i fratelli devono soffrire così tanto, prima di potersi incontrare?” Domanda di Annamaria, riscontro di Patrizia R.

Per la mia esperienza, come figlia, posso dire che la causa sono sempre i genitori, mia madre, poverina, senza un punto di vista più ampio, aveva etichettato noi figlie più grandi (io e Paola) come quelle difficili e che creavano problemi, a nostro fratello Stefano, invece, fu “consegnato” il ruolo del figlio bravo e mia madre non perdeva mai occasione di rimarcarlo, evidenziandolo, di fatto impedendo a nostro fratello di manifestare nessun dissenso nei riguardi dei genitori.

Mamma mise Stefano al posto di capo famiglia, vista l’inconsistenza di nostro padre, e per sempre è rimasto il figlio “bravo”, se ne sono convinti i parenti, i conoscenti, i vicini di casa e perfino lui, facendolo sentire lui quello giusto e noi quelle sbagliate, ma di fatto impedendogli a lui di manifestare il suo dolore di figlio non visto, anzi caricato di responsabilità che non gli competevano.
A me, invece, fu consegnato lo scettro di figlia più grande che doveva essere brava, dare il buon esempio ai fratelli e occuparsi di loro.

Le mie sorelle, di fatto, mi hanno sempre percepita come il surrogato della mamma che non hanno avuto, soprattutto Emanuela, che è nata quando io avevo già 13 anni e mi dovetti occupare molto di lei, visto che la mamma era sempre malata, di fatto togliendomi la spensieratezza dell’adolescenza, quando Emanuela iniziò a parlare chiamava mamma a me, oggi loro non lo riconoscono, anzi lo negano, ma ancora si rapportano verso me con atteggiamenti da figlie.
Con questo non voglio condannare mia madre perché comprendo la sua visione limitata e tutte le difficoltà che l’esistenza le mise davanti, anzi, riconosco che pure io ho fatto qualcosa di simile verso i miei figli, meccanismi che ho cercato e cerco di cambiare nella relazione con loro, però dico che bisogna necessariamente togliere dal nascondimento i meccanismi sottili della nostra dis-maturità, per interrompere queste catene karmiche infinite.

Oggi che la vita mi ha riportata vicina alle mie radici, grazie a quel poco di crescita che ho fatto, grazie al Pro.nu.s sto recuperando la relazione con mio fratello, e devo dire che sto andando anche benino, quando riesco a stare nell’umiltà, gli do valore, gli chiedo favori e lo ringrazio sempre facendolo sentire visto, povero figlio, mentre con le mie sorelle faccio ancora fatica e spesso non le sopporto, pur considerando il fatto che anche loro sono state figlie non viste.

Patrizia

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