Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché i fratelli devono soffrire così tanto, prima di potersi incontrare?” Domanda di Annamaria, riscontro di Francesca L.

Quando ho letto questa domanda ho pensato, ovviamente, a quanto è stato difficile e lungo poter incontrare di nuovo o forse per la prima volta mia sorella Barbara. Lei è stata la sorella che forse ho sentito più distante e arrabbiata con me e con cui quasi da subito ho chiuso. Eppure, sotto questo allontanamento c’era tanto desiderio. Beh! Io penso che in un mondo senza FUK non ci saremmo mai allontanate, mai fatte la guerra. Ma questa è utopia non perché è una cosa che non potrà mai esistere ma perché è una cosa che “ANCORA non ha un luogo”. Quando l’utero psiché funzionerà “a pieno regime”, i genitori avranno sanato i loro FUK prima di diventare genitori e sapranno accogliere le specificità di ogni figlio senza aggiungere delle “casacche”. Io sento che è questo che ci allontana dalle persone che invece dovremmo sentire da subito e per sempre le persone più vicine. Come satelliti intorno ad un sole (o a 2 soli), da bambini ruotiamo intorno ai nostri genitori e ricopriamo i ruoli che ci danno o che servono o che scegliamo in base alle nostre sensibilità per non sentirci “fuori orbita”. Lei ha dovuto fare (come capita spesso ai primi figli) quella adulta e responsabile, quella che faceva da membrana tra noi figlie e loro cercando di non appesantire i miei genitori (che già sentiva abbastanza appesantiti e affaticati) con i “problemi” che potevamo creare noi o che si potevano creare nell’ordinario della gestione della casa o di altro. Ha sentito il dolore dei miei e si è attivata mettendo il suo materno (che è davvero grandissimo) a disposizione loro. Io probabilmente ho sentito che in questo teatrino non c’era posto per me.

E così ho scelto di essere quella che rompe, quella che crea i problemi, la pecora nera. Se lei faceva tutto perché sentiva il loro dolore, io ho scelto di fregarmene. Non mi importava se stavano bene o male, se soffrivano oppure no. Pensavo al dolore mio o di persone estranee. Mia sorella collaborava tantissimo in casa per alleggerire mia madre e io, invece, non facevo nulla. Mia sorella andava bene a scuola, io non studiavo. Mia sorella non chiedeva sempre di uscire perché sapeva che mamma non voleva, io uscivo chiudendo la porta prima che potesse darmi un orario. È ovvio che questa non è una scelta razionale. I meccanismi delle nostre famiglia d’origine li percepiamo con i codici più profondi ed è sempre con quelli che rispondiamo decidendo chi essere. Qui la razionalità non c’entra. Anzi, tante volte mi sono chiesta il perché di certi atteggiamenti miei o della mia famiglia senza darmi spiegazioni. Ed essendo cose che scegliamo in profondità, è difficile vedere certi meccanismi e cambiarli. Un volta Mariano ci disse che io e Barbara in profondità siamo invece come è l’altra. La vita ci ha costrette ad invertire i ruoli. E quanta sofferenza c’è dietro un modo di essere che porti avanti non per tua scelta ma per cause esterne? Ovviamente non lo sai consapevolmente ma nei codici più profondi senti che l’altro ti sta “rubando” una parte tua. Ed è ovvio che per rincontrarsi la sofferenza è tanta. Innanzitutto ci si rincontra solo se queste “casacche”, queste zone pellucide vengono sporcare sennò non le si vede e si continua così come si è sempre fatto. E quando una zona pellucida si sporca e finalmente vedi e capisci anche con “la testa”, il dolore è tanto. Poi devi digerire tutta quella zona pellucida e mica è facile! Se hai fatto tutte queste operazioni dolorose allora puoi incontrare tua sorella o tuo fratello libero dai ruoli così come avresti dovuto fare quando sei venuto al mondo.

Bisogna anche dire, però, che è vero che tutto questo processo è doloroso e faticoso ma la ricompensa è grande e ne vale la pena! Oggi sono felice di avere una relazione con mia sorella. So che può ancora crescere, ma finalmente abbiamo cominciato a scoprirci e conoscerci come avremmo dovuto fare 40 anni fa…

Francesca

 

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