Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché i fratelli devono soffrire così tanto, prima di potersi incontrare?” Domanda di Annamaria, riscontro di Cindy

Premetto che questa domanda di Annamaria non poteva non interpellarmi visto e considerato che una delle relazioni più significative che ho avuto nella mia vita è proprio quella con mia sorella, Sandra.
Devo dire che la domanda, come spesso mi capita con la rubrica pasqualina, mi ha dato molto da pensare per com’è stata posta. Mi spiego meglio. “Perché i fratelli DEVONO SOFFRIRE […] prima di potersi IN-CONTRARE?” Per quanto mi riguarda, applicandolo alla mia storia, sento che quel “devono” è limitante. “Devono”, mah? È forse scritto da qualche parte che i fratelli devono per forza soffrire prima di potersi incontrare? Non sarebbe forse il contrario? Non sarebbe più giusto dire: “Perché ci vuole così tanto tempo prima che i fratelli accettino di soffrire, accettino la meiosi e quindi lo scontro, credendo nella potenza di un reale crossingover e quindi di un vero incontro?” Può darsi che stia deviando, può darsi che voglia trovare o prendere un’altra strada, ma poco importa: per me in questo momento è quella giusta.
Innanzitutto, voglio partire dal fatto che non è per niente scontato che i fratelli si vogliano in-contrare! Spesso e volentieri non ci si incontra realmente nei rapporti forti, figurarsi in una relazione così “storicamente fukizzata” come quella tra fratelli e sorelle! Innanzitutto, noi figli siamo spesso stati trattati come delle bamboline nelle mani dei genitori che ci hanno plasmate più o meno inconsapevolmente, ma comunque modellate come volevano loro, per quelli che erano i loro bisogni e le loro necessità, riproponendo spesso e volentieri uno schema già esistente nella famiglia di origine da cui uno dei due genitori proveniva. Nel caso nostro, posso dire senza farmi scuorn’ che la relazione tra Vivette (mia madre) e Anny (la sorella maggiore) è stata determinante storicamente, tagliante, oserei dire, per la relazione tra me e Sandra, così come credo che lo fosse stata la relazione tra mia nonna materna, Tina, e sua sorella Severina. Delle catene in poche parole che si sono “tremendamente” tramandate da una generazione all’altra.
Nella mia relazione con Sandra, sento di essere partita come la sorellina più piccola di sette anni e di aver preso come modello mia sorella, lodata da tutti i miei familiari e dagli insegnanti in comune che abbiamo avuto a Scuola, in Accademia, tranne all’Università per fortuna! Per i canoni dell’esterno, in Belgio, era proprio “comme il faut”, cioè “come si deve essere”! Ho vissuto nell’ammirazione di Sandra da bambina, anche se certe la mandavo a quel paese perché faceva troppo la mammina: “Cindy, si fa così! Cindy, non fare così!” Sai che palle? Via via Sandra è diventata un modello rispetto al quale mi sono sentita in confronto-differenza nella preadolescenza, specie a livello fisico (era magra come mia madre e ho sempre creduto che piacesse di più a mio padre), tanto è vero che ho finito per odiare questo modello con tutta me stessa! In quel periodo, però, mi sono anche molto legata a Sandra, simbioticamente quasi, perché sentivo che la persona che mi volesse più bene (fino all’arrivo e alla discesa in campo di Raffaele nella mia vita), che si dispiaceva che stessi soffrendo per la dipendenza dall’alcol di mamma e per l’indifferenza di papà nei miei confronti, era proprio Sandra.
Lì ci siamo incastrate io e Sandra: sulla sofferenza rispetto alla coppia univoca-diabolica dei nostri genitori. Ci siamo viste e protette l’una l’altra. Questo nostro incastro ha retto fino a poco fa e ha conosciuto tante fasi che non riuscirei a sintetizzare ora: in quindici anni di percorso sono stati tanti le distinzioni, le separazioni, gli allontanamenti e i riavvicinamenti. Sento che all’interno del Graal, abbiamo fatto Crossingover a livello simbolico, a livello analogico (abbiamo anche convissuto in alcuni periodi, nel 2011 e nel 2019), ma è stato molto più difficile in-contrarci a livello bio-organico, sento. A dire il vero, sono convinta che ancora non lo facciamo pienamente.
Certo è che siamo partite da una bella con-fusione io e lei, ma anche mia con la “coppia San-Raf”. Per almeno quindici anni la loro coppia ha rappresentato un punto riferimento fondamentale nella mia esistenza, che è letteralmente saltato l’anno scorso. All’improvviso sono emerse delle verità che non avevo mai contemplato: ho iniziato a vedere degli aspetti nella relazione che con Sandra che non avevo mai considerato, ho iniziato a vedere quanto fossero diverse le nostre modalità, le nostre sensibilità e le nostre specificità. Ho sentito per la prima volta una profonda spaccatura, bio-organica, dolorosa. Il Ricanto che ho scritto nello scorso mese di giugno ne rende conto. Questa rottura/fessura (χαος) mi ha permesso di scendere più in profondità e di avvicinarmi maggiormente al mio Yahweh, senza compromesso per sostenere un equilibrio basato su un vecchio incastro e sul “fare resistenza” rispetto alla coppia sirenica dei miei.
Senza aggiungere tanti particolari, sento che con Sandra abbiamo attraversato le tre prime fasi dell’Unità di Crisi e siamo più pronte a scegliere: di stare insieme, di far emergere le verità e dire “no”. Non ci sento più sorelle biologiche. Ci sento come due specificità che ancora non si in-contrano pienamente, ma posso desiderare un avvicinamento e selezionarlo con calma.
Mi fido e mi affido all’In.Di.Co. e gli rendo grazie perché abbiamo attraversato anche tanto dolore tra aprile e luglio/agosto, ma sento anche che è stata una bene-dizione per le nostre vite! Mi sono alleggerita tanto, distinguendomi da Sandra (probabilmente anche lei rispetto a me) e dalla mia famiglia di origine. Sto finalmente spiccando il volo rispetto a ciò che sono io, alle mie potenzialità, e non mi sento più ferma all’identità mia vecchia, chiusa, disconosciuta, vivendo nella paura di ricevere qualche colpo basso e dovendomi proteggere/difendere, attaccandomi a qualche rapporto forte, come quello con mia sorella.
Concludo dicendo che la relazione si è semplificata con Sandra ed è più vera. Personalmente sento che sto procedendo con lentezza e credo che ciò che ci farà riavvicinare è il desiderio di scambiare a prescindere dai condizionamenti storici, e quindi anche della rabbia, ma più a partire dal potere co-creatore che ognuna di noi ha, come sorelle ontologiche. Mi e ci faccio un applauso di incoraggiamento!

Cindy

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

FACEBOOK

5x1000-Fondazione Nuova Specie