Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché i fratelli devono soffrire così tanto, prima di potersi incontrare?” Domanda di Annamaria, riscontro di Amelia
Perché i fratelli devono soffrire così tanto prima di “potersi” incontrare?
Ecco un altro arcano da affrontare … Io proprio nell’ultimo Rainbow ho cominciato a chiedere di poter fare l’esperienza di essere abbracciata da un fratello, che solo per la sua mole, mio fratello Raffaele, credo sia un uomo forte ed accogliente, cosa che non sa dimostrare certo con il corpo! È inutile ripetere che sin da quando eravamo piccolissimi, io e mio fratello proprio due mondi e modi di pensare diversi! Però fino a quando non si è fidanzato verso i 21 anni, però almeno ci volevamo bene. Mio fratello è nato nella circostanza che mia madre amava mio padre, io 18 mesi dopo sono nata dal tradimento di mio padre. Mio fratello accudito come quello “malato” perché aveva crisi epilettiche da piccolo, a causa di una anestesia fatta male, e mia madre sembrava una madonna addolorata quando aveva ‘ste crisi. Poi un fratello maggiore che sin da piccolini, durante i ripetuti litigi tra mia madre e mio padre, dovute spesso ad attacchi isterici di una madre/moglie gelosa o derubata dello stipendio o parte dello stipendio, e finite violentemente, mio fratello non parlava, si ammutoliva e si nascondeva dietro la porta. Io ero quella che doveva congelare le mie emozioni e dovevo intervenire fino a quando all’età di 19 anni misi il piede fermo a mio padre, che non doveva più toccare mia madre pena una mia denuncia ai carabinieri, mentre avrei voluto almeno fossimo alleati in questo.
Però lo ringrazio perché è grazie ai suoi sacrifici che ho portato anche a termine gli studi, e a 20 anni ho lasciato il lavoro…. Lui mi ha aiutata a pagarmi le tasse.
Un fratello che ha pensato a come diventare ricco imprenditore delle pietre e prestare sempre soldi a mio padre… (interi stipendi o così dice oggi) per farlo star calmo con mia madre, che subito pensava che se li spendeva per i suoi debiti e a donne! Un fratello che si è subito distinto e allontanato, mentre io sono rimasta più invischiata nella pena/delirio di rendere felici un po’ tutti….
Lui nonostante sia il figlio maschio “riuscito” e ricco…. si è attaccato ai soldi come soluzione e pretende che sia io ad occuparmi di mia madre, senza nessun riconoscimento né con una più intima relazione e né pratico, perché sono la figlia femmina! Insomma per farla breve, dalla morte di mio padre non ho retto più le tante bugie si cui si fondava il nostro rapporto, e ci siamo distinti e separati. Ora non ci parliamo più dopo che durante l’ultima celebrazione della laurea di mia nipote Sara, sua figlia, mi ha fatto l’ulteriore cattiveria di far sedere mia figlia, al tavolo con i vecchi mentre c’era tutto un tavolo di giovani. Questo non l’ho sopportato, ho rinunciato a tanto, avrei perdonato qualsiasi comportamento, ma questo non ce lo doveva fare!
Poi il rapporto anche con la sua famiglia acquisita io sempre la sorella “povera e malriuscita”, che non ha fatto l’avvocato (un po’ ha anche ragione) la famiglia dei “cavalli vincenti andriesi”, quali loro sono! Figli all’università regolarmente laureati, una famiglia di chiesa attaccata alle tradizioni piena di regole che questo stile impone, dove ognuno deve restare nel suo ruolo, dove la normalità di un pranzo era il parlare con una tavola imbandita da Re, di case e di soldi e proprietà e qualche pettegolezzo.
Quindi se questa è più o meno la mia esperienza…. secondo me … per esperienza, questo squilibrio tra me e mio fratello, lo hanno certamente creato i miei genitori alla base, e che lui non mi ha mai cercata attivamente nella relazione come sorella, e dopo che non ho fatto l’avvocato si è definitamente allontanato da me. Mai una volta mi abbia chiesto in tutti questi anni cosa facessimo a Troia, anzi mi hanno molto ostacolata, dicendo che Paolo doveva prendere psicofarmaci…Insomma la morte di mio padre mi ha dato la spinta a voler rendere reale il nostro essere lontani…
Certo che mi manca, mi manca sin da quando eravamo ragazzi la sua complicità… vedo fratelli e sorelle complici, poveri ma che si vogliono bene, scherzano, ridono, e le sorelle guai a chi gliele tocca! Che possa rivolgermi a lui non per chiedere chissà che cosa, ma essere sua sorella! ma del resto ho compreso che essere fratelli o sorelle non è facile neanche nella fratellanza ontologica, figurati quella storica! Pare a me che se non si ha lo stesso globale, lo stesso-identico progetto di vita, ogni relazione se ne va a puttane. Quindi per me la parola che spiega meglio questo arcano del perché i fratelli devono soffrire così tanto sta nella parola …poter-si
Io credo e so dalla mia esperienza che tutto sta nel “potere” che si genera … i fratelli hanno poteri diversi, sanno fare cose diverse, hanno ricevuto poteri diversi… anche come impostazione nella educazione e questo genera molta differenza e confronto fondato non sull’affetto ma sui ruoli culturali subiti. La fratellanza e la sorellanza è la base del confronto differenza nell’educazione, e io l’ho combattuta tutta la vita fino al desiderio di esser nata maschio piuttosto che femmina.
Due fratelli perché devono soffrire tanto per potersi incontrare? Io faccio fatica ad incontrarlo, perché tanto vorrei che fosse fiero di me, vorrei che mi stringesse, vorrei che mi considerasse sua sorella, che vedesse i miei poteri come io ho sempre ammirato i suoi-mai gelosa dei soldi e della sua ricchezza… “ammirata” dalla sua stazza e dal fatto di esserci riuscito a mani nude come me negli studi (perché qualche potere ce l’ho anche io), …. Lui nell’albero della vita e io in quello della conoscenza ci siamo fatti da soli!
Vorrei scambiare anche con suoi poteri, sono solo diversi….e io vorrei imitarlo per alcuni aspetti concreti che sono imbranata, che lui ha, mentre io mi perdo, spesso mi dice che sembro una bambina, almeno quanto lui in altri aspetti, e vorrei sentirmelo protettivo nei miei confronti come quando eravamo due fratelli che nonostante le differenze di stili di vita ci volevamo almeno un po’ di affetto e di bene. Lui dice che io voglio sempre aver ragione, ma in realtà lui non ascolta e vuol anche lui aver ragione…cariche uguali che sappiamo che in cuor nostro da qualche parte ci vogliamo ancora bene, io lo amo comunque, ma nel quotidiano facciamo scintille…
Quindi chissà che un giorno, non si possa ricucire con mio fratello perché per fare questo spesso nella vita succede che solo in tarda età, quando si sono scaricate molte cariche uguali forse finalmente finiremo di respingerci e finalmente si cercheremo al di là dei “cosiddetti ruoli di potere”. Questa è la mia esperienza con mio fratello, ma non solo con lui, ma con ogni relazione che ho creduto di sorellanza o fratellanza anche nella famiglia ontologica.
Concludo quindi dicendo che bisogna consumare e aspettare che crolli l’impalcatura, l’armatura … che ci tiene lontani e capire che siamo a tempo su questa terra. Speriamo chissà… non sperare…
Amelia