Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Contributo di Silvia per il logo.
La realizzazione di questo disegno è stata un’opportunità per immergermi con la spinta ricevuta da
Monica, per fare esperienza di un arco sincronico dove il tempo e lo spazio sono una sola cosa,
dove ho interrotto la mia identità statica per generare qualcosa che si aggiunge trovando
un’origine in una parte che mi caratterizza specifica, creativa spesso sovrastata da tanto altro che
torna alla terra per diventare humus, nutrimento. Disegnare è stato un ricanto per me è stato
come ricantare i miei colori. Ho iniziato dal foglio bianco sviluppando ciò che poteva aggiungere un
significato in più alla morte e l’ho pensata attraverso una danza tra gli opposti che racconta la
storia di tutti, dei meccanismi dai quali ci facciamo imprigionare al valore della teoria globale che
ci permette di conoscere nelle tante opportunità del percorso, ciò che abbiamo come patrimonio
genetico di spiriti co-creatori. Trasmettere il movimento di ciò che vive e ciò che muore ogni
giorno per rinascere, continuazione di un viaggio che inizia nella gravidanza dove avviene la sintesi
di quattordici miliardi di anni in appena soli nove mesi. Il segno iniziale è quindi quello della
nascita, di uno spettacolo che già si crea conservando l’espressione della fusionalità dove tutto
avviene in stretto contatto con una oscurità misteriosa che come ogni parte che si forma in
gravidanza dopo tre mesi, comincia ad entrare con tutte le altre parti in una relazione reciproca e
alla pari. Da questa premessa evolutiva, ho voluto valorizzare il percorso di Monica di tanti
passaggi che hai saputo attraversare affidandoti, e come esperienza hai voluto condividere e
intrecciare con tutti. Nel disegno sono rappresentati dalle linee concentriche e dai mattoni
mantenendo tra loro una relazione di ciò che sapendo e potendo si può cambiare. La base della
figura gialla emerge nella zona della notte rendendo intenso il colore che la caratterizza, il giallo
metastorico della stella che ti sei riconquistata. Confine ma anche soglia la zona della notte dove si
costruisce, là muoiono le parti che ci spingono verso un nuovo spettacolo, la figura ha diverse
tonalità di colore e rappresenta il Giano con due facce; quella che guarda indietro è china verso il
basso, il volto che guarda avanti è leggermente inclinato verso l’alto come a desiderare di arrivare
in altro nuovo. La luna è l’icona che meglio si addice alla notte ma anche fa da guida per
mantenere fede, speranza e carità nel viaggio ricordando le fasi lunari che sono importanti per le
semine e i raccolti. La base dell’intero disegno è in movimento come l’ondanza che genera
l’In.Di.Co. e accompagna la specificità di ognuno all’espressione autentica e goliardica di “ciò che
solo io sono”. Immergendomi ho trovato il punto nevralgico di ciò che mi risuonava dentro, la
bellezza del viaggio, la solidarietà degli accompagnamenti e la spinta a non fermarmi.
Grazie Monica per la nostra relazione di sorellanza e amicizia profonda che continuiamo ad
intrecciare e scambiare all’interno del Progetto Nuova Specie e nella vita di tutti i giorni attraverso
i nostri vissuti. Ringrazio Elettra la sincera e profonda sensibilità che mi ha accompagnata nella
realizzazione di questo disegno con il suo spirito.
Silvia
Dedico a Pasqualina questo pensiero dal libro del Piccolo Principe augurandole di aver raggiunto la
sua stella:
“Ho sempre amato il deserto.
Ti siedi su una duna di sabbia.
Non vedi niente.
Non senti niente.
E tuttavia qualcosa brilla in silenzio.”
Antoine De Saint Exupèry