Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Come faccio ad accorgermi… Domanda di Moris, riscontro di Daniela
Grazie al percorso nella fondazione lavoriamo per mettere in relazione la nostra parte maschile a servizio di quella femminile. Ma come faccio ad accorgermi se sono diventate parti in competizione e quindi come posso rielaborare per procedere in armonia?
Voglio partire da queste immagini realizzate dall’artista Stefania D’aries che rappresentano il “mondo-villaggio”, la prima a destra ed il “villaggio-mondo” a sinistra .
Il mondo-villaggio è il mondo in cui viviamo, in cui ogni specificità etno-culturale anche di genere femminile-maschile circolano in tutto il globo, non restando circoscritte dentro il villaggio-mondo, che era quello delle generazioni delle nostre famiglie d’origine, chiuso in settori ben definiti dalla cultura contadina che li ha costruiti.
Tutto questo è stato l’angolo α che ci dato un’identità cosiddetta: il padre ha determinate caratteristiche (lavora e di conseguenza garantisce l’aspetto economico, ma al tempo stesso ha poca disponibilità da dedicare alla presenza nella casa con i figli ); la madre ha caratteristiche che compensano la crescita della famiglia.
In sintesi questo è stato per molti l’idea del maschile e del femminile identificato nelle figure genitoriali.
Il punto di vista così ristretto si è modificato molto con i cambiamenti che ci ha portato il mondo-villaggio, che ha beneficiato tanto anche del virtuale, basta un click e si può aprire un mondo ricco di tante specificità e diversità, le generazioni successive alla nostra lo hanno molto utilizzato con l’illusione di viaggiare per conoscere di più e accrescere altre competenze.
Come ci fa vedere questo ommatidio, per fare un cambiamento sono necessari molti passaggi. Partiamo da un angolo α che ci da un’identità e fa crescere il rapporto con noi stessi, ma non basta per procedere sulla nostra piramide. Necessita fare un percorso β di cambiamento, poi β – γ verso un π mantenendo un collegamento con i rapporti forti, con i gruppi avendo come globale massimo che dia un senso più nostro alla vita che facciamo.
Perché secondo me non è stato possibile creare questo collegamento dal villaggio-mondo al mondo-villaggio? Perché sono rimaste cose espresse maggiormente con il codice simbolico, tagliando, molto più nella cultura contadina del mondo-villaggio, i codici analogico e bioorganico. Quindi le categorie femminile e maschile sono state relegate alle figure specifiche della femmina e del maschio essenzialmente. Anche la virtualizzazione del mondo-villaggio ha tolto il buono, che anche c’era nel mondo contadino, senza creare un collegamento di teoria-prassi che preparasse al grande cambiamento che le nuove generazioni tendono sempre a produrre. Si è prodotto tanto nuovo caoticamente e il disagio è stato dilagante.
Come riassume questo altro ommatidio, secondo me, i due mondi da cui siamo partiti, non hanno saputo/potuto creare un crossing-over tra loro, vedendo ognuno solamente o la parte luce o la parte buio di ciascuno. Con la teoria che siamo in grado di elaborare possiamo dire che non si possono dividere le due parti, ma si possono mettere insieme per creare novità che ci fanno crescere.
Daniela