Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Come faccio ad accorgermi… Domanda di Moris, riscontro di Antonio C.

Grazie al percorso nella fondazione lavoriamo per mettere in relazione la nostra parte maschile a servizio di quella femminile. Ma come faccio ad accorgermi se sono diventate parti in competizione e quindi come posso rielaborare per procedere in armonia?

Io, quando sono arrivato al metodo, non immaginavo che oltre l’albero della Vita c’è anche quello della Conoscenza. Non sapevo che ero custode di queste due parti, cioè il maschile e il femminile. Io che non ho vissuto un padre, mi ero costruito un modello dì “uomo“, secondo il punto di vista della cultura contadina. Sono cresciuto a voler difendere mia madre da mio padre e piegarmi alle esigenze di mia madre, che è molto più confusa di me.

In poche parole non sapevo nemmeno io chi ero. Un uomo che provava a fare il padre secondo il modello della cultura contadina, che però non ero riconosciuto da mio figlio, questa cosa mi faceva stare molto male, provava a fare il marito cercando di non concedersi più di tanto, perché c’era la fregatura che aveva preso mio padre da mia madre e gli insaziabili bisogni di mia madre, ai quali bisognava provvedere. Anche da come ho scritto fino ad ora si capisce che ero un uomo confuso. Questa mia confusione di non sapere chi ero, o meglio ero un jolly, ti porta a sfiancarti. Quando non riconosci quali sono i tuoi bisogni non metti al servizio il maschile per il tuo femminile e viceversa.

Oggi grazie ai tuoi insegnamenti, caro Mariano, a tutti i progetti fatti, sento che dentro di me queste due parti riescono a danzare sempre di più e sono al servizio l’una dell’altra. Mi sento un uomo che, con tutti i limiti, ci prova, provo a vivere con il mio maschile al servizio del mio bel femminile. È stato bello quest’ ultimo anno poterlo sperimentare con Andrea e Alice.

Finalmente ho sentito che quello che ero e facevo bastava, non dovevo fingere di sforzarmi di interpretare una parte, è stato bellissimo, profondo.

Più riesco a vivermi così e più mi ricarico. È importante fare progetti perché, per ogni progetto che ho fatto, ho risanato una parte. Grazie Mariano per tutto quello che ci doni.

 Antonio

 

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