Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Come faccio ad accorgermi… Domanda di Moris, riscontro di Luca
Grazie al percorso nella fondazione lavoriamo per mettere in relazione la nostra parte maschile a servizio di quella femminile. Ma come faccio ad accorgermi se sono diventate parti in competizione e quindi come posso rielaborare per procedere in armonia?
Caro Moris, cari Maestrepoli,
provo a rispondere alla tua domanda in maniera breve, ma partendo dalla mia storia e da quello che ho vissuto/attraversato in questi ultimi giorni e, premetto che, anche scrivere adesso per me è cercare di mettere insieme il femminile di ciò che ho accolto e di ciò che ho vissuto col maschile di impormi di portarlo fuori. Questa “lotta” dura ormai da alcuni giorni e non so, mentre scrivo se questa volta sarà quella buona! Già in questa frase sento di aver racchiuso comunque il senso di quello che è il mio pensiero in merito alla questione che hai posto. Per lo meno il senso simbolico e teorico. Sì, perché poi in realtà è solo, anche questa una rappresentazione, un voler fermare e teorizzare attraverso degli schemi (ovviamente più che validi), il flusso della vita che scorre e di come ci sto io.
Sento che l’unico punto in cui maschile e femminile danzano insieme in maniera armonica, senza sovrastarsi l’un l’altro è quando io sono in contatto con il mio Javhè, con la mia placenta esistenziale, con la mia fusionalità. Solo in quel momento maschile e femminile sono fusi insieme e creano spinte ascensionali potenti e armoniche. Solo nel momento in cui ogni rappresentazione perde di significato come il tempo e lo spazio. Tutto il resto è lotta e ricerca, vivere cercando di armonizzare le due parti nostre. Questo certamente importante e di gran valore ma mentre mi domando se ora sta prevalendo il maschile o il femminile secondo me, dovrei domandarmi di più in quale parte del mio Graal sono in quel momento e perché non riesco ad essere in contatto con la mia scintilla metastorica. Poi, a posteriori, fare teoria è importante per astrarsi e vedere e rappresentare qualcosa che è successo e in ogni dinamica ci può essere, sempre secondo il mio pensiero, una prevalenza della parte maschile o femminile.
Nei giorni scorsi ho dovuto attraversare dinamiche relative ad ogni piano o della mia piramide e quando non mi sono incagliato è stato perché sono riuscito a mantenere il contatto anche “live” con la mia placenta esistenziale e tutte le parti mie hanno danzato insieme in maniera fetogenetica.
Questo sento e insieme a ciò includo anche la capacità di affidarmi, di non dover vedere per forza un colpevole (che spesso ero io) e soprattutto perdonare (e perdonarmi pure). Quest’ultima sento come una tra le più grandi dimostrazioni di saper far danzare insieme maschile e femminile.
Questo sento!
Ci sono riuscito! Maschile e femminile insieme!
Baci a tutti
Luca Pieroni