Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. “Perché i fratelli devono soffrire così tanto, prima di potersi incontrare?” Domanda di Annamaria, riscontro di Moris

Ciao Annamaria

provo ad aiutarti partendo dalla relazione che ho io con i miei fratelli/sorelle. Durante questi anni di percorso ho provato e riprovato in tanti modi a coinvolgere i miei familiari, (nel caso di Mauro, i suoi figli). Ho provato a coinvolgerli partendo dalla teoria che apprendevo, mo’ facendogli vedere la sofferenza (come dici tu), mo’ facendo vedere lo spettacolo dei miei cambiamenti, mo’ facendo vedere i puk che la nostra famiglia d’origine ci ha creato, mo’…potrei andare avanti ad oltranza. Ho tentato e ritentato di farli immergere, attingendo dal cum-munitometro ma, nel mio seminare, ho veramente raccolto poco. Nel tempo ho compreso che per mantenere il “teatrino” familiare ognuno di noi fratelli ha dovuto/voluto/saputo incarnare una parte dell’intero. Troppi sono stati i limiti che le precedenti parziali epistemologie ci hanno trasmesso. Poca, frantumata e condizionata la conoscenza che ne è conseguita. Il limite più grosso che ho riconosciuto è stato il non contemplare il salto quantico precipiziale, se non come soluzione finale. Se penso a mio fratello Mauro è passato, dalla frantumazione psicotica alla morte, solo alla fine e in modo poco armonioso e, mia sorella Morena, è passata dalla contestazione alle dipendenze antibiotiche con rassegnazione… Ed io?? Per non deludere e non sentirmi escluso dall’esterno, sono rimasto sempre appeso agli obblighi senza rendermi conto che stavo nella morte anche mentre tentavo di vivere ed accompagnare a vivere (i miei figli ad esempio). Detto questo credo che ogni essere umano esistente ha dovuto crearsi un Graal rappresentativo dove rifugiarsi, perché non è stato accompagnato a crescere e viversi pienamente il proprio quamif e quindi, invece di sprofondare e affidarsi al salto quantico precipiziale, ha preferito, forse costretto direi, rifugiarsi in un suo specifico Santo Graal rappresentativo (allego gli ommatidi che ho creato). Quindi non so se è esatto identificare una strada predefinita (soffrire tanto per incontrarsi). Credo che ognuno di noi si è rappresentato nell’esistenza e quindi ha rappresentato i vari rapporti (piramide del sarvas) in base a come ha elaborato il suo vissuto e come se lo è immaginato (per non dire gli è servito) nelle dinamiche ordinarie. Oggi come oggi, grazie alla teoria sulla GUK, credo che affidarsi ad una rrrete di specificità e quindi affidarsi a dinamiche di coppiarrrete accompagnate sia la strada buona da prendere e farlo all’interno di un utero psi più devoto di quello che abbiamo conosciuto, e dove siamo “cresciuti”. Possiamo veramente ambire a sciogliere i puk che hanno condizionato le nostre relazioni storiche (fratelli compresi), e che la modalità può nascere dalla molteplicità e dal suo saper co-creare insieme. Nel mio caso sto ipotizzando di invitare i miei fratelli al prossimo corso ciak che co-condurrò’. Un abbraccio sincero e buona consacrazione del tuo Graal delle profondità.

Graal delle trasmissioni parziali e delle rappresentazioni

Moris

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