Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Perché si diventa timidi? Domanda di Mara, riscontro di Moris
Perché si diventa timidi?
Sono un timido di natura, mi dicevo. Ho passato fino a pochi anni fa molto del mio tempo a combattere nel cercare di emergere, fino a quando non ho sentito più il bisogno e mi sono chiuso.
Emergere oggi è il termine che mi piace di più (venire alla superficie dall’acqua).
Penso però alla fatica che ho fatto, penso a quanta energia spesa per riconquistarmi una cosa che la vita mi ha dato di natura.
Credo che la prima emersione avvenga proprio alla nascita.
Emergiamo dalla esperienza fusionale e, come ha teorizzato Mariano, attraverso il respiro e la ricerca del cibo, siamo già in grado di mettere insieme l’albero della conoscenza con quello della vita. E questo per natura non per necessità.
Allora perché tanta fatica per fare una cosa che è già nel nostro specifico modo di vivere l’esistenza?
Oggi grazie all’aletheia fatta da Mariano comprendo, attraverso il CEU, come le dinamiche matriosche familiari ci hanno chiuso.
Comprendo come la mancanza di specchi riconoscenti che ti lascino crescere e vivere in tutti i passaggi del cum-munitometro, salti quantici compresi, non ci hanno permesso di maturare nel nostro Pira-Graal.
Beh, questa mancanza di espressione, questa impossibilità di emergere nelle nostre specificità sono convinto che sono diventate espressioni di timidezza. Diventiamo timorosi e spaventati nell’esprimerci a partire da noi stessi.
Tornando a me, vedo oggi quanto mi sono dovuto ridimensionare e quanto ho dovuto reprimere perché sentivo le dinamiche familiari pesanti, negative e quindi più importanti del mio esprimermi, quanto ho dovuto vivermi in silenzio il bio-organico e reprimerlo, delegando sempre all’esterno, fino ad arrivare a chiudermi, convinto che la timidezza fosse una parte specifica mia. Solo grazie all’alcol riuscivo ad emergere, solo quando ero in bevuta riuscivo ad esprimere le mie emozioni.
Oggi comprendo come questo sballoso sia stato anche importante per me, in fondo mi ha permesso di spingermi nel conoscere Eleonora ad esempio, ma comprendo anche che, trattandosi di una sostanza psicotropa, non ha creato e prodotto linfa vitale per il mio ontologico.
Quindi, oggi come oggi, sono convinto che la timidezza è solo una forte richiesta di emersione profonda ed espressiva delle nostre parti.
Moris Staffolani