Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Perché si diventa timidi? Domanda di Mara, riscontro di Elisa

Perché si diventa timidi?

“Timido” dal latino “timidus”, da “timere” significa “temere”.
Temere cosa? Io direi di temere ciò che io solo sono, perché realmente non so chi sono, nessuno me l’ha mai fatto vedere. 
Alcuni bambini sono timidi fin dai primi anni di vita, moltissime volte anche guardando le loro foto nell’evoluzione del tempo, si vedono dapprima bambini con gli occhi vivaci e man mano che passano gli anni gli sguardi diventano sempre più spenti, che denotano anche un processo di avanzamento della timidezza. In questo processo entrano le condizioni esterne, penso soprattutto alla famiglia dove cresce il bambino. Se il contesto famigliare è prevalentemente angolo alfa, dove ci sono solo regole, ordine e riconoscibilità in base a questi criteri, oppure chiusure forti su punti di vista diversi non lasciando al bambino la possibilità di esprimersi in tutti i piani del Graal, oppure povertà di scambi della famiglia con l’esterno, secondo me in tutti questi casi comincia il ripiegamento del bambino su se stesso.
Parlo di bambino, ma dovrei parlare forse della parte bambino di ognuno di noi. Un processo di avanzamento della timidezza può esserci anche nelle fasi adulte di una persona, magari dopo un evento traumatico (es. perdita di un fidanzato, etc.), ma che riportano sempre alla parte bambina che fin dalle origini non è stata accolta, ascoltata e accompagnata dagli adulti. Quindi c’è stata una situazione genitoriale chiusa, che non è riuscita a far transitare il temere di dire, fare, stare di un bambino, facendolo andare oltre anche distribuendo holding, nel giusto bilanciamento tra femminile e maschile.
Personalmente, a 35 anni mi sono trovata che se andavo ad una festa dove c’erano i gruppi, non riuscivo a spiaccicare una parola, la mia voce era talmente bassa che era impercettibile. Questa situazione sono riuscita a sbloccarla solo andando a profanare il tempio di mia madre e mio padre, iniziando a dire le cose che non andavano a loro e non a me stessa, liberandomi dai loro schemi, facendo le cose che desideravo anche se non erano d’accordo. Ad ogni tappo che ho eliminato, ho riacquistato un pezzetto di voce in più, e assicuro sulla mia pelle che il cambiamento che vedevo ero istantaneo. Oggi canto a squarciagola, oltre le mie stonature, ma contenta di sentire la mia voce.
Elisir

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