Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Perché si diventa timidi? Domanda di Mara, riscontro di Debora

Perché si diventa timidi?

Forse gli psichiatri più zelanti potrebbero insinuare il dubbio che anche la timidezza appartenga al novero delle patologie o perlomeno potrebbe assumere il quadro pre-patologico.
Invece io, come tanti altri/e bambini/e ritenuti molto intelligenti e sensibili, ritengo che la timidezza sia come una predella, un ponte levatoio che non viene ben utilizzato da genitori, insegnanti e coloro che si occupano dell’educazione.
Lo sono stata timida, e mi sono avvalsa della facoltà di non rispondere molte volte: in classe ricordo che non solo non alzavo quasi mai la mano, ma quando la maestra mi diceva: “Debora, io so che tu sai la risposta”, quello era già sufficiente per farmi rinchiudere nel mio bozzolo e non proferire verbo. Ovviamente, studiavo molto a casa e agli scritti ero sempre molto brava, ma il tarlo dell’orale, quello si sbloccò soltanto verso i 12-13 anni, dopo parecchio esercizio.
Pareva quasi che il tremore, il senso di vertigine che mi prendevano volessero farmi scomparire: ricordo che mi toccavo le gambe per sanare il senso di smarrimento e percepire se ancora ero intera. Avrei tanto voluto fare di più e meglio, ma le uniche parole che mi uscivano erano… “io non riesco”.
In realtà, dietro la facciata di insicurezza, si celava – e credo sia per molti bambini e adolescenti così – un atteggiamento punitivo, di rivalsa, come se si volesse aggredire in modo sano la vita, ma la scorciatoia della timidezza appare la via più facile per non vivere appieno. In questo modo, non si comprimono però solo le emozioni negative, ma anche quelle positive, che così divengono un miraggio.
Spesso, il timido diviene anche un bambino innamorato di soluzioni psico-magiche, dove i presunti eroi o eroine delle fiabe lo salvano da tranelli e trappole oscure.
Probabilmente, sarebbe sufficiente invece avviare una serie ininterrotta di abbracci e sguardi rassicuranti da coloro che dovrebbero essere i nostri custodi, per sanare e veder svanire la ferita di non essere mai sufficientemente brava.
Una salita lungo una montagna implacabile pare la timidezza, originatasi da distanze forti tra i genitori, da un ambiente troppo rigido, con aspettative elevate e dove l’amore e il contatto fisico risultano chimere solo a volte raggiungibili.
Per quanto mi riguarda, i nonni molto gioviali e amorevoli e l’attaccamento ad un senso dell’esistenza spiccato mi hanno condotta lentamente fuori dal tunnel della timidezza: riconosco loro e alla mia ferrea volontà di adolescente i meriti di essere qui con voi a raccontarlo e a conoscere il progetto Nuova Specie da 5 anni.
Vi abbraccio dolceForte
DeboraCa

1 Commento/i

  1. topcollection978

    Ciao! timidezza , ansia/angoscia , introversione….. proprio ieri avevo letto in rete una scala che valutava queste tre componenti in quanto pur essendoci delle commistioni tra le tre ci sono degli elementi che non giustificano sempre la compresenza delle condizioni ; diciamo che la punta dell’iceberg può essere la timidezza in certi contesti ma in certi casi è anche slegata da una condizione di angoscia temperamentale , perchè avendo questa alla base ti condiziona dappertutto anche sui sentieri di montagna che conducono fino a Chia ..diciamo che stai male sempre sia da solo che con gli altri ( giustifica quindi la timid.); avendo prime dimensioni scoperte da decenni non è la mia inadeguatezza che mi preme perchè non mi sento inadeguato, ma è la ‘distanza’ e l’incomprensione dell’esterno che si ripresenta sempre ; se hai in mente la figura del Sè con le tre parti è chiaro che la transizione da un sistema all’altro è più veloce nel cod. simbol. :si è rigido ,calcolatore quando si è nell’esterno ,diventi più idealista e alleggerito da Solo…… “l’artista colui che riesce bene a conciliare (evitando la Psicosi) il Sogno tradito dalla società ,famiglia ….’nell’ordinario del sistema simpatico’ – la nostra qualità di Sogni immessi nella realtà possiamo descriverla prendendo in rassegna le rappresentazioni dell’attività onirica : dispersione , condensazione simbolo ec. “

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