Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Il C.E.U. è come DIO? domanda di Roberto, riscontro di Filippo
Caro Roberto, riesco solo ora (19/08/2020) ad ascoltare il tuo bellissimo (in termini poetici) e profondissimo (in termini di contestazione di un sistema e di ricerca) audio… sono riuscito ad ascoltarti con attenzione fino alla fine, quindi almeno per me sei un bravissimo oratore e dici cose molto interessanti.
Beh, io a parte questo, ti dico un po’ come la penso e cioè: per me il CEU è ognuno di noi ed è specifico, non è una cosa al di fuori di noi, siamo noi il CEU e lo esprimiamo nelle nostre parti (o lo subiamo se si tratta del negativo dell’arena esistenziale)… tu secondo me stai vivendo un passaggio “negativo” e quindi non ti accontenti più di tante soluzioni anche sballose che il Fi.fi. ci dà, dalle droghe al sesso, ecc.
Sei un grande contemplatore dell’esistenza secondo me, un filosofo esistenzialista che però non ha ancora trovato una sua strada specifica di co-creare a partire da ciò che solo tu sei, da ciò che il tuo CEU specifico può esprimere, nella sua parte diabolica (in questo ci stai alla grande), ma anche nella sua parte anabolica, di co-costruire insieme all’Indico e ai suoi, “forse” diecimila, esseri.
Guarda, anche io sono “scettico” su teorie che non sento mie o parte di me, tipo la poesia della GUK, con tutto il rispetto per Mariano e la bellezza che può avere, ma ad essere onesto a me ancora non interessa o convince, sia perché non lo sapremo mai, sia perché le teorie a riguardo sono tante, per cui per me possono anche essere “poesie” personali che uno può condividere o meno (su questo faccio anche io un po’ il cigno nero), ma del CEU, della ricerca di fusionalità che abbiamo, io sono abbastanza convinto perché accade tutti i giorni, il ciclo vita-morte, costruzione-distruzione, positivo-negativo, il legame tra il nostro sincronico e il diacronico che creiamo, beh quello lo facciamo tutti i giorni, è nostra responsabilità, non c’entra un Dio o un CEU esterno a noi, siamo noi a ribellarci o adeguarci e, se ci vediamo in questo, anche nel nostro essere pesanti, una parte co-creativa, vuole dire che noi siamo già CEU, come lo sono tutti gli altri 10000 o più esseri che ci hanno preceduto e che con questo “sincronico” (CEU), hanno co-creato insieme all’In.di.co. (ciò che chiameremmo Dio, in cui possiamo credere o meno, io credo che è una forza “esterna” a noi che ci aiuta, io di questo mi fido perché lo sento che l’I.di.co. esiste), mentre del mio CEU che si collega all’Indico e co-crea insieme ad esso, sto iniziando a fidarmi solo ora ed ogni giorno devo fare un atto di fiducia per collegare questa mia parte specifica all’In.di.co… è un discorso bello se ognuno di noi lo fa e cerca di essere CEU ogni giorno per co-creare un diacronico che piace a noi, è espressione di ciò che solo noi siamo in collegamento con l’Indico ed i nostri compagni di questo lungo viaggio (gli antenati, i 10000 esseri).
Caro Roberto, sento in te un grosso potenziale co-creativo, anche perché sei una persona che non si accontenta, gli umanoidi hanno bisogno di virtuale, di sballoso, di fi.fi. per arrivare a cogliere un po’ di fusionalità ma, come dici tu, è una fusionalità, una festa virtuale, che non tiene conto di tutte le nostre parti, anche quelle che in realtà voglio distruggere, non sono d’accordo con un mondo così virtuale, così dominato da questo grande “virtuale” che in realtà ci impoverisce, che è l’economia finanziaria… è una gran presa per il culo, un grande “peccato” e presunzione dell’uomo, essersi allontanato dai codici più profondi e quindi più vicini all’ In.di.co., per seguire, come schiavi e robot, il faraone finanziario. Servono uomini che fanno esodo ed hanno il coraggio di seguire strade diverse, anche se è difficile oggi “ribellarsi” a questo faraone, ci rende schiavi, sembra che non ci sono alternative al sottomettersi, per cui uno preferisce rimanere schiavo ma, cercare la fusionalità in maniera sballosa e virtuale, pur di non fare i conti con la realtà dei fatti, che oggi per me sono fatti negativi, scollati da una armonia di fondo che maltrattiamo, è una finzione. Secondo me hai ragione: chi fa così è disagiato e non se lo vuole dire, sta fingendo!!
Anche per me oggi un globale massimo chiaro, importante, è co-creare una comunità danzante sulla Terra, far danzare il fi.fi. con le profonde esigenze di relazioni, di semplicità, di essenzialità che hanno le persone… oggi siamo in un deserto, nella frantumazione creata dal faraone finanziario (forse necessaria, dato che anche la cultura contadina era un mondo chiuso-embriogentico) ma, appunto, oggi è tempo di fetogenesi, mettere insieme i vari me.me., le varie parti espresse su questo pianeta per creare comunità armoniche, danzanti con il pianeta Terra e i suoi tanti altri esseri ed il fi.fi., che è una espressione molto “embriogenetica” e “virtuale” della specie uomo, nel senso che veramente sta fuori come punto di vista sulla esistenza..
E quindi contestiamo sì, ma concretamente costruiamo, cerchiamo delle alternative più armoniche, mettiamoci insieme a chi vuole questo e incazziamoci insieme con chi è rimasto chiuso nelle sue soluzioni “sballose”, “istituzionali”, “dogmatiche” della esistenza… e questo lo possiamo benissimo fare nel nostro “piccolo”, nel nostro territorio, nelle nostre relazioni ordinarie, di coppia o amicizie, in cui dobbiamo anche esprimere il nostro negativo per co-costruire, dato che oggi la merda è tanta e nessuno la vuole vedere, facciamo tutti “finta” che va bene, che bisogna fare festa… e tu hai ragione, festa perché? per chi? è un imbroglio per far alimentare il fi.fi., il festeggiare di oggi!!
Ricordo la scenetta che abbiamo fatto durante il progetto EVVIVA e il tuo spirito ribelle anche durante il funerale di tuo nonno… mantieni, manteniamo questo spirito, penso che una persona come te, come me, non è stata ascoltata nelle esigenze profonde e ci siamo dovuti accontentare di false “comodità” per non fare casino, ma dentro lo sento che il tuo spirito è un magma, è quella la tua parte specifica che devi seguire.
Ti voglio bene
Filippo