Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Perché l’allattamento… domanda di Elisa, riscontro di Eleonora

disegno di Monica Glorio

 

 

Perché L’allattamento al seno, pur essendo un atto di nutrimento che consente la crescita di un essere umano e quindi della specie, un atto che dovrebbe essere semplice, istintivo e facile, è invece in molti casi per le donne doloroso e anche talvolta dà origine a infezioni (es mastiti), malesseri, etc.?

 

 

Dentro questo gesto di allattamento che, come dici tu Elisa, è un gesto istintivo e facile perché noi siamo mammiferi e quindi nella nostra natura allattare, c’è dentro la nostra memoria emotiva dei nostri FUK. Sicuramente quello che una madre ha vissuto nel momento del suo allattamento e poi la relazione con il suo corpo durante la crescita è secondo me fondamentale.

L’allattamento è holding per il bambino che viene nutrito e accolto e che si trova in un momento di fusionalità che la mamma gli sta facendo rivivere, si attiva il ricordo di quando era nell’utero e circondato da calore e dal rumore del cuore della mamma e cominciava a muovere la bocca! Dentro questo gesto c’è un utero a cielo aperto che gli fa vivere holding che lo spingerà poi nell’arena esistenziale pieno di cibo e di fusionalità che spenderà nello spazio tempo fino al prossimo salto precipiziale di fame e di nuovo holding. Anche la mamma quando era piccola si è vissuta la stessa cosa, noi mamme non ce lo ricordiamo, ma è stato così!

E se per caso non siamo state allattate? Oppure lo siamo state, ma per poco tempo? A causa dei FUK delle nostre madri? La nostra memoria bio-organica se ne ricorderebbe e così avremo paura di non dare abbastanza, oppure di non essere adeguate agli standard dell’esterno (etero-referenzialità), se per caso non ci piace il nostro seno perché la cultura in cui siamo cresciute ce lo ha fatto nascondere, non ce lo ha fatto amare, ci vergogniamo anche di sentire il piacere di allattare perché il nostro seno è stato un oggetto sessuale sporco prima di diventare vita e cibo… insomma quanto siamo state bloccate! Così in questi casi non saremo in ascolto dei reali bisogni del bambino, ma saremo dietro ai nostri FUK, cercheremo di soddisfare i nostri bisogni silenti che abbiamo chiuso dentro una lapide.

In questo caso il bambino non sentirebbe l’holding, ma si sentirebbe in funzione del nostro bio-organico e dei nostri bisogni, non dei suoi. Il bio-organico, che è presente anche se non lo riconosciamo, si attiva mandando segnali di allarme che dobbiamo fermarci ed ascoltare: producendo troppo latte, abbassando le difese immunitarie tanto da fare attivare un batterio nella ghiandola mammaria. È un messaggio che ci dovrebbe spingere a elaborare il vissuto e riconoscere il nostro FUK, farci accompagnare, fare teoria ipotizzando un angolo beta e poi provare un beta-gamma e poi il pi-greco rispetto alla dinamica di holding per il nostro figlio che può diventare dinamica metastorica per noi!

Io mi sono vissuta due gravidanze e Maurizio era un bambino ingordo e tirava tantissimo latte e mi ha fatto sentire utile, capace di soddisfare un bisogno importantissimo per lui: il nutrimento; mi ha aiutata ad accettare il mio seno e godere del mio corpo, ma poi ad un certo punto il mio latte lo vomitava perché il suo stomaco non era pronto, aveva una valvola che non funzionava bene e non riusciva a trattenere il mio latte, probabilmente mangiava tanto non per il suo reale bisogno, ma per soddisfare il mio bisogno di sentirmi importante per lui e ha messo da parte i suoi reali bisogni.

Michela invece è quella che mi ha messo in crisi perché si attaccava poco e ciucciava in modo discontinuo e poi aveva le coliche! Lei non si è piegata ai miei bisogni di riconoscimento e mi ha contestata da subito! Poi di fatto è quella che mi ha messo più in crisi e quando ha compito due anni siamo andati alla nostra prima settimana intensiva!

Eleonora

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