Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Perché l’allattamento… domanda di Elisa, riscontro di Assunta
Perché l’allattamento al seno, pur essendo un atto di nutrimento che consente la crescita di un essere umano e quindi della specie, un atto che dovrebbe essere semplice, istintivo e facile, è invece in molti casi per le donne doloroso e anche talvolta dà origine a infezioni (es. mastiti), malesseri, etc.?
Il quesito posto da Elisa sull’allattamento è molto interessante, come sono interessanti tutti i contributi che ho letto. Mi sono molto incuriosita e voglio provare anch’io a ripercorrere quella fase della mia vita.
Per entrambi i miei figli, Luca e Christian, l’allattamento al seno è avvenuto in modo abbastanza naturale. Ricordo che non hanno avuto nessuna difficoltà ad attaccarsi al seno e non ho avuto nessuna problematica tipo ragadi o altro.
Già dal primo momento mi hanno riconosciuta e si sono nutriti del prezioso nettare che il mio corpo stava producendo. Io ero contenta di continuare a mantenere quel legame che ci aveva tenuti stretti per nove mesi…inconsapevolmente di dare gocce di fusionalità attraverso la poppata.
Per il primo figlio questo legame è durato circa cinque mesi, mentre per il secondo appena tre mesi.
All’inizio, nel primo allattamento, la quantità di latte era superiore a quella che serviva, perciò dovevo provvedere e tirarlo con il tiralatte per evitare che il seno mi facesse male.
Dopo i primi cinque mesi, il latte cominciava a scarseggiare, perciò ho dovuto integrare con il latte artificiale da comprare in farmacia.
In quel periodo non versavo in buone condizioni economiche, perciò per me era abbastanza difficoltoso comprare per mio figlio un bene di prima necessità. Spesso mi sosteneva mia suocera che non ringrazierò mai abbastanza per essere sempre stata disponibile, nonostante i suoi limiti. Per dimostrarle la mia riconoscenza e la mia gratitudine per il bene che ancora continua ad avere nei miei confronti, proprio oggi ho pensato di andarle a fare visita dopo molti mesi.
Durante il primo allattamento perdevo molti capelli ed ero terrorizzata di poter restare calva. Fino a quando andai dal dermatologo (calvo anche lui) che mi rassicurò sul fatto che i capelli mi sarebbero tutti ricresciuti in quanto la caduta dipendeva dal fatto che allattavo. Quando ormai latte non ce ne era più e smisi di allattare, la caduta si arrestò.
Probabilmente, con il senno di poi, mi viene da pensare che il mio latte diminuì gradualmente proprio perché avevo paura di perdere tanti capelli.
Per il secondo figlio Christian, nato dopo sette anni dal primo, la mia situazione economica era più stabile per cui non avrei avuto il problema di comprare anche i beni di prima necessità.
Sono riuscita ad allattare solo per tre mesi, dopodiché il latte andò via quasi di colpo, perciò proseguii solo con il latte artificiale. Ho sempre pensato di aver perso il latte a causa della dieta che la pediatra mi aveva consigliato. Dovevo eliminare molti alimenti che secondo lei aggravavano la dermatite atopica che Christian manifestava sulla pelle.
Quando allattavo, lo facevo con piacere e penso che sarebbe stato meglio se avessi allattato i miei figli più a lungo. Avrebbero beneficiato della fusionalità come nell’utero e il legame tra me e loro sarebbe diventato più solido e consistente.
Un allattamento troppo prolungato, fino ad un anno o due anni, sarebbe stato eccessivo in quanto mi sarei sentita soffocare nel mio spazio vitale e loro non avrebbero acquisito la loro autonomia.
A volte, mi sono sentita in colpa nel pensare questo, in quanto nella cultura contadina i figli si allattavano per periodi molto prolungati.
Assunta