Perché l’allattamento al seno, pur essendo un atto di nutrimento che consente la crescita di un essere umano e quindi della specie, un atto che dovrebbe essere semplice, istintivo e facile, è invece in molti casi per le donne doloroso e anche talvolta dà origine a infezioni (es. mastiti), malesseri, etc.?
Grazie Elisa per il tuo quesito sull’allattamento. Grazie alla tua domanda e alle tante risposte che ho letto, sono riuscita a capire i motivi (o almeno credo) dei problemi avuti con l’allattamento al seno, soprattutto con la prima figlia. Io sono la prima di 4 figli. Mia madre è rimasta incinta di mia sorella quando io avevo solo tre mesi. Vedo mia madre, sola in una grande città dove era emigrata, lontano dalla sua famiglia, con un marito anche violento, immagino come deve essersi sentita quando ha scoperto di essere di nuovo incinta. Capisco che ha dovuto smettere l’allattamento perché non aveva più latte, capisco la sua stanchezza nell’arrivare a sera con due figlie piccole e un marito esigente, ma la cosa che non capisco e che non riesco a perdonarle, è la sua mancanza di accompagnamento nei confronti miei e di mia sorella. So che lei voleva un figlio maschio (che poi è arrivato) perché, nella cultura contadina, il figlio maschio avrebbe mandato avanti il nome della famiglia e immagino la sua delusione nell’avere due femmine ma, proprio perché del suo stesso sesso, avrebbe dovuto capire le nostre difficoltà nel crescere in una società maschilista, difficoltà che avrà avuto anche lei ai suoi tempi. Mi dispiace che non mi abbia accompagnata durante le gravidanze, soprattutto della prima figlia. Ho sempre avuto l’impressione che, siccome lei aveva dovuto fare tutto da sola, pensasse che anche noi dovessimo fare esperienza da soli e poi c’era suo marito che aveva bisogno della madre-moglie e che non le lasciava spazio per i figli. L’unica cosa che mi diceva durante la gravidanza era questa: “devi mangiare per due, altrimenti il bambino non cresce e non ti verrà il latte”. Io mi ero preparata al parto e all’allattamento, comprando e leggendo tanti libri. Pensavo di essere preparata, mi sentivo grande, ero pronta a tutto. Il parto è andato bene ma con l’allattamento ho avuto problemi. Ragadi e mastiti mi hanno reso doloroso l’allattamento. Era una tortura ogni volta che attaccavo la bambina al seno, però era anche una esperienza così fusionale che non ho voluto rinunciarci. Vedere la bambina che mi guardava con amore, sentire i nostri corpi fusi insieme, i nostri cuori battere all’unisono mi ripagava dei dolori. Ho comprato un tiralatte e un proteggi capezzolo ma mi sembrava di tradire mia figlia, di abbandonarla nel non farle sentire il contatto con il capezzolo. Una cosa che mi sfiancava era la stanchezza fisica dopo l’allattamento. Mia figlia Eleonora si addormentava e io avrei voluto dormire vicino a lei, ma non potevo: gli obblighi doveri mi costringevano ad alzarmi. C’era la casa da pulire, i panni da lavare, il pranzo da preparare. Qui mi sarebbe piaciuto avere qualcuno che mi aiutasse e mi permettesse di vivermi di più il mio rapporto fusionale con mia figlia. E invece dopo circa due ore, due ore e mezzo, mia figlia piangeva di nuovo perché voleva mangiare di nuovo e io ero nervosa perché ero stanca e non avevo finito i lavori per casa. La notte poi non ne parliamo: avevo un sonno da morire e allattarla di notte era molto faticoso. Dopo la poppata delle 20,30 mi sarei volentieri sdraiata vicino a mia figlia e messa a dormire, ma tutte le sere venivano mie cognate a vedere la bambina e a me non sembrava educato farmi trovare addormentata. Sempre obblighi-doveri. A tre mesi e mezzo il latte se n’è andato da solo. Mi è dispiaciuto molto perché avrei voluto allattarla di più.
Con la seconda figlia, Alessandra, le cose sono andate meglio perché l’esperienza con la prima mi era servita molto ed ero molto più rilassata. La notte mi sdraiavo nel letto e la bambina ciucciava il latte sdraiata vicino a me, la sera mi potevo rilassare perché le mie cognate non venivano a trovare la 2a figlia. Solo con la prima si erano sentite in obbligo di venire a trovarla. Nonostante questo, a 3 mesi e mezzo se n’è andato di nuovo il latte. Ci sono rimasta malissimo. Penso che l’allattamento sia un’esperienza bellissima, di profonda fusionalita, di nutrimento fisico ma soprattutto emotivo sia per il bambino che per la madre. Non mi sono mai chiesta perché il latte mi è andato via così presto, ho sempre dato per scontato che la natura avesse fatto il suo corso ma ora, dopo le teorie lette, ho capito di aver replicato quello che era accaduto a me. Deve essere stato uno shock non poter sentire più la fusionalita con mia madre a soli 3 mesi, mi devo essere sentita scartata, abbandonata. Mia madre mi diceva che a 6 mesi piangevo sempre, ma il medico diceva che stavo bene, che non avevo niente. Non erano dolori fisici. Mariano disse in un incontro, che non possiamo dare quello che non abbiamo ricevuto. È così, se non ne siamo consapevoli ma affrontiamo i nostri puk e li elaboriamo, possiamo essere ottimi accompagnatori a rrrete. Anche con le mie figlie voglio recuperare, provare a farlo, quella fusionalita nata in gravidanza, continuata con l’allattamento e poi interrotta troppo presto. So che posso farlo.
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