Corso Maestrepolo, rubrica PASQUALINA: I PERCHE’ DELL’ESISTENZA. Il C.E.U. è come DIO? domanda di Roberto, riscontro di Amerigo

rubrica Pasqualina
Disegno di Francesco De Gregorio

Dio o non Dio? CEU o non CEU?

Io sono stato un cosiddetto cristiano, dico cosiddetto poiché non è stata una mia scelta, è stato un qualcosa “caduto dall’alto di mia madre” e i postumi ancora me li sento addosso. È stato un Dio che fin da bambino mi ha dato forti delusioni, ma che, per il mio bisogno di non sentirmi solo e il mio bisogno di credere in qualcosa di rassicurante, ho portato psicoticamente avanti anche nell’adolescenza, una “relazione” con questo Dio, anche se dentro di me il Dio, almeno il Dio cristiano era abbastanza morto ed era diventato qualcosa che non capivo perché ne vivevo le ipocrisie, i controsenso e le parzialità. Nonostante questo, la presenza di mia madre dentro di me, la paura di punizioni e dannazioni e l’angoscia per l’esistenza, mi hanno continuato a legare a lui con fili pendenti per i quali ogni tanto devo ancora prendere in mano la forbice per tagliare.

Dico questo perché credo che non si può prescindere la relazione con qualunque Dio, Globale Massimo o Weltanschauung dalla storia che abbiamo avuto. Credo che sia sempre importante di fronte ai nostri dubbi, incertezze, non speranze o di fronte il non riuscire ad abbracciare un qualcosa con felice tenacia e con semplicità, vedere quali zone pellucide ci impediscono di essere felici, semplici e tenaci. La relazione che abbiamo con il Globale Massimo, con Dio, con il CEU è anche quella segnata e sporcata dalle nostre zone pellucide, può essere che il CEU non lo riconosciamo per le lenti colorate delle relazioni storiche ancora ci condizionano e perché proiettano anche su Dio, anche al CEU le nostre rabbie e i nostri bisogni.

Nel risponderti mi è venuto spontaneo dire questo, sia per sentirmi vicino nelle difficoltà di sentire un “Dio inutile”, ma anche perché penso che, la risposta a quesiti di questo tipo o il motivo perché sentiamo inutile e inesistente, la circolinfa della vita possa arrivare per vie traverse, andando proprio a vedere legacci e Zone Pellucide della nostra storia.

Penso anche che sia importante pensare al CEU non come un Dio, non è un sostituire un Vangelo con un altro VANGELO, affidarsi al CEU non è una conversione religiosa, è un semplice sottomettersi ad un qualcosa che è comune a tutti gli esseri viventi e non viventi che sono presenti nell’esistenza insieme a noi. Purtroppo o per fortuna, gli altri esseri che sono più semplici di noi hanno molto meno problemi perché non si distaccano mai dal CEU, più sono ancestrali e più ce l’hanno inciso in ogni loro iota.

Anche io combatto spesso con la tentazione di non credere che anche per me il CEU possa esistere, ma anche in questi casi penso sia importante legarsi al palo e domandarsi: “Caro CEU, quale mia parte sofferente o nel sepolcro quest’oggi mi impedisce di riconoscerti?”. È difficile, ma forse anche quando il CEU lo sentiamo inutile in realtà ci sta aiutando a fare un ulteriore pezzo di crescita, non trovi?

Amerigo

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