Cara mamma, il regalo più bello che potresti continuare a fare è sempre di più sentirti te stessa.
Cara mamma,
Avrei voluto farti arrivare questo scritto il 10 agosto, giorno del tuo compleanno, ma il mio stato quiete oggi non mi permette di stare in tempi formali o dettati dall’esterno quindi forse il tempo giusto è ora. Per me sicuramente. Ora che sono a Paternò in Basilicata da Giuseppina e Antonio, oggi che sono le 6.30 del 13 agosto 2020.

Il pezzo sotto l’ho scritto il 9 agosto e vorrei rimanesse così:
I figli vogliono che i genitori siano felici. Ci spendiamo tanto per questo, facciamo di tutto. Quando siamo in fasce capiamo che siamo portatori di soluzioni di una parvenza di felicità, e lì ci incastriamo. Anche il genitore che vive per il figlio, lo ama più della sua stessa vita, crea tagli e mette le basi per tagliare la libertà e la creatività.
Ma non voglio mettermi nella posizione di figlia, cara mamma. Oggi io sono una donna con un proprio percorso. Oggi, al tuo 61esimo anno di età, io ne ho 41, tra me e te ci sono solo 20 anni di differenza, potremmo essere sorelle. Tu sei stata una madre perfetta, da “per facere” che significa “fare con continuità”. Sei stata, sei, e sono sicura che continuerai a esserlo, una donna perfetta.
Ma credo oggi che il regalo più bello che potresti continuare a fare è sempre di più sentirti te stessa.
Rispetto a questo, Grazia, ti voglio dire che secondo me quando sono nata tu sei rinata, ne sono strafelice e sicura che sia così; ma oggi sento che questa identità di mamma e nonna ti nutre troppo poco.
Cara Grazia,
Io oggi, come tu avresti sempre voluto, vorrei che ci mettessimo alla pari. Dico che avresti sempre voluto perché, secondo me, noi figli per te siamo stati come fratelli. Io questo l’ho sentito subito. Senza volerlo, tu mi hai messo nella posizione di preoccuparmi di te, di cercare di renderti felice.
“Felice”, dalla radice “fe”, significa “generare”, e sono sicura che quando mi hai generata sei stata felice. Noi figli quella felicità la sentiamo, come sentiamo anche il contrario. La fusionalità che hai sentito guardandoci negli occhi, tenendoci in braccio non ha eguali, ed io lo immagino, anche se non sono madre, lo immagino, ma la ricerca di noi stesse non passa dalla gravidanza di qualcun altro, ma dalla nostra. Ognuno di noi nasce per se stesso, per essere libero e creativo. In ogni momento della nostra vita possiamo rompere i lastroni e ritornare a noi stesse per un percorso,si può fare.
Ho scritto queste poche righe domenica e oggi sento che queste parole le ho scritte anche per me.
Cara Grazia,
Sei stata una madre impeccabile, hai fatto tutto per noi, e ancora lo fai, certo è che comunque ci hai anche messo in funzione tua. Con questo cosa voglio dire? Che da quando sono con te, per te è stato come avere la possibilità di vivere attraverso di me il tanto che tu non hai potuto permetterti, dando amore a me lo hai dato a te stessa.
Io sono stata il tramite di tante tue emozioni che ormai per te non vivevi più. Potrei farti esempi ma non so se serve e poi non mi va. Quello che ti voglio dire oggi che hai compiuto 61 anni è che hai ancora tempo per te. Ti vedo una donna stanca, che non ha più voglia di stare negli obblighi, che ti incastrano, e non trovi felicità, tu non generi più niente. Senti che la vita non ti ha dato niente e non ti godi quello che hai. Tutto ruota attorno alla tua consapevolezza che stai facendo la vita che non volevi. Sei un adolescente piena di sogni che ormai non ricordi più.
Cara Grazia,
Hai costruito tanto, hai 5 figli, 7 nipoti. L’albero si vede dai frutti si dice, e tu di frutti ne hai raccolti. Ma io oggi ti vedo, ti sento, e tu sei tanto altro, ma di questo manifesti poco. Ancora non esprimi il tuo essere adulta, ancora sei imprigionata nell’essere figlia.
La nonna Nella è morta a maggio e il tuo dolore è stato tantissimo, tu che ti sei vissuta da sola tutto. Al telefono con me hai pianto perché non vi siete mai dette che vi volevate bene. Sei scoppiata in un pianto profondo quando io ti dissi: “mammina mia mi dispiace che non sono lì con te per abbracciarti, io ti voglio bene”. Hai pianto dicendo che tu non glielo avevi mai detto.
Amore di una donna bimba che vuole la sua mamma, sei tenera.
Oggi io ti ringrazio per quello che sei e sei stata, sei bella cara Grazia.
Io sono una donna che non vuole più né il ruolo di figlia né quello di madre.
Io oggi voglio essere me stessa. La cultura contadina calabrese ci ha incastrate in ruoli pesanti richiedendo un’adultità che ha ucciso i nostri sogni più a te che a me, perché tu hai cercato di vivere qualche tuo sogno anche attraverso di noi, quindi sicuro non ci hai dato le stesse cose dei tuoi genitori, hai provato a darci quello che per te era più importante, hai provato a modificare qualcosa anche con onestà e amore.
Io ti ringrazio. Penso e sento che arrivato il tempo per te per un percorso per tornare a quello che tu sei.
Ma so anche che tu non sei predisposta, che ci sono tante cose a cui tu dai priorità che ti faranno dire che non hai tempo e soldi.
Va bene, ti rispetto. L’unica cosa che voglio dire è che io non voglio starci come ci sono stata finora. Non sono più interessata a risolvere problemi a nessuno. Non mi piace che vengo vista come quella che non ha problemi, o li ha meno grossi degli altri, non mi piace che io sia vista come quella forte che affronta tutto, che si trova strade su cui ci si può appoggiare o anche dimenticare, o che dato che son lontana, sono quella che quando arriva deve dare in termini di tempo, di ascolto, di confidenze che mi appesantiscono solo. Non è giusto, perché io sono una donna che le pesantezze mie le metto in movimento e ci sto, e la affronto e mi rigenero, e trovo strade nuove sempre più vicina a quello che io sono per essere felice.
Tu hai scelto altro e ti rispetto, ma io ho deciso che nella vita i rami che non mi servono vanno tagliati io mi voglio alleggerire, anche lasciando che tu faccia la vita tua ingarbugliata e pesante che ancora non mi fa volare.
Ti ho scritto tutto questo probabilmente perché ancora credo nella tua e vostra capacità di mettervi profondamente in discussione, ma anche per dirti che io ti voglio bene ma amo molto anche me stessa che è più importante di qualsiasi altro essere su questa terra passando anche dall’amore per l’altro ma non solo.
La verità va detta con amore, ma va detta.
Ti auguro che nel tuo 62 esimo anno di età tu viva a partire dai tuoi bisogni e desideri. E che ti dai le possibilità che ti meriti.
Ti amo tanto,
Grazia Maria Nella