Io oggi sono quasi laureato, ma non mi scordo di essere stato, anche, quasi carcerato.

Caro Mariano
oggi in piscina, dove lavoravo l’anno scorso, hanno rubato un telefonino, ed i proprietari sono venuti a chiamarmi per chiedermi di aiutarli a risolvere la situazione. Io, con il mio sesto senso e un po’ di fortuna, sono riuscito a scoprire il ladro, e a coglierlo in flagrante, mentre andava a nascondere il cell, prima di subire il controllo dello zaino.
Poi, senza farmi accorgere, ho recuperato il telefono e ho calmato gli altri bagnini che volevano fare un casino, controllando zaini e vestiti.
È stato tutto troppo facile per me rispetto agli altri perché io, da adolescente, ne ho fatte tantissime di queste cose. Proprio ricordare l’esperienza giovanile, mi ha fatto un po’ sentire estraneo a quei bravi ragazzi (bagnini, baristi, ecc.) che queste cose non le hanno mai fatte.
Io ormai sono fuori dal giro da anni, non rubo, non spaccio, non faccio casini, ma anche se oggi studio, lavoro, sono serio, do sempre il massimo in maniera onesta, non dimentico quello che sono stato.
All’esterno non si vede più, ma io la sensazione dentro la ricordo e, quando mi capitano ‘ste cose, la ricordo ancora di più.  Ancora oggi scelgo di stare lontano da quegli ambienti e da quelle persone perché non le stimo, sono felice del nuovo me. Ma in cuor mio so che quelle persone sono state la mia famiglia, quando io non avevo una famiglia, e le cazzate che facevo erano le mie modalità per non impazzire. Quindi, anche se oggi ho scoperto un ladro, non l’ho giudicato, neanche per un secondo. Ed anzi non volevo che lo punissero eccessivamente.
Io oggi sono quasi laureato, ma non mi scordo di essere stato, anche, quasi carcerato.
Oggi sono un bravo ragazzo, serio, sensibile e profondo, ma in passato sono stato anche superficiale, freddo, insensibile e arrabbiato.
È la mia storia ed io devo accettarla così com’è: strana, brutta, bella, tragica, felice, non lo so com’è, standoci dentro ancora non lo capisco.
A volte mi sembra che ho fatto tante cose esagerate, e a volte mi sembrano tutte teoricamente spiegabili. Per fortuna, al momento, non ho relazioni di coppia e abito da solo, così da poterle rielaborare da me queste cose. Stanotte ho sognato tutti voi del pro.nu.s. e tutti i miei amici della strada, ho sognato Foggia, casa di mia madre, tutto. Sto facendo teoria anche sulle ragazze, insomma un pot pourri di roba che, se sono bravo, devo comprendere e rielaborare dentro di me. Per fortuna oggi pomeriggio ho una partita del torneo di calcetto. Giocare a calcio mi aiuta a mettere insieme le cose perché, praticamente, è stato lo strumento che mi ha aiutato a tenere vicine le mie personalità, evitando che mi frantumassi in più pezzettini. Lo sport, il calcio soprattutto, ha sempre rappresentato il collante che mi ha permesso di non sprofondare e poi la teoria tua, lo strumento per intravedere delle prospettive e avere un globale massimo. Lo sport e la G.u.k. sono i miei più grandi accompagnatori. Senza di loro sarei nel “pozzo di Vermicino” senza strumenti per riuscire a risalire.
Non ha uno scopo preciso questa mail se non quello di aggiornarti, ma soprattutto di ringraziarti.
Se io oggi sto andando verso il mio sarvas, lo devo primariamente a te. Non voglio scrivere ancora molte parole perché le emozioni contrastanti, ma di scioglimento, che sento dentro, le devo vivere. Ma prima ancora di trovare belle parole per teorizzare quello che vivo, voglio ringraziarti perché tu mi hai insegnato con i tuoi corsi, con gli esempi, i comportamenti, ad elaborare i miei vissuti profondi. Grazie Mariano, niente di più.
Ti voglio bene

Marco

1 Commento/i

  1. Riccardo

    Grande, fratello.

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