Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), giovedì 13 aprile 2017. EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI VITA. Terzo giorno della I Settimana.

“Spintaneamente”, Michele legge la pillola del giorno che contempla la leggerezza, non intesa come “prendere la vita alla leggera” ma, nel senso di reagire facendo teoria, mantenendosi distinti da ciò che accade, anche nelle situazioni negative.

Introducendo la giornata del giovedì santo, Mariano ha esplicitato l’istituzione dell’Eucaristia. Citando la prima lettera ai Corinti si comprende che tale istituzione non è che una supposizione e ideazione dello stesso Paolo di Tarso. 

Ha inoltre chiarito il senso della lavanda dei piedi, che è l’attuazione del servizio di un maestro, l’essere umilmente a disposizione degli altri. 

Prima della relazione sulle epistemologie tradizionali, vengono chiamate Rita, per dare lettura al suo ricanto, e Maria Antonietta, per il suo valore semplice e concreto di andare oltre le difficoltà. 

A questo punto Barbara riprende i passaggi del Caudex-Ciclo Vita e Conoscenza: per passare dall’albero della vita all’albero della conoscenza è necessario rispettare alcuni passaggi, che sono separazione, frammentazione, ceratura e incisione epistemologica. Ciò è accaduto coinvolgendo i corsisti facendo in riferimento al loro vissuto. 

In attesa che i conduttori si preparino per rappresentare l’epistemologia mitica, viene proiettato un monologo di Vincenzo Salemme in cui si evidenzia il fallimento delle telecamere religiosa e filosofica. Intervengono, sollecitati da Mariano, Alberto e Diego, esplicitando il fallimento anche della telecamera scientifica, mettendo così in evidenza il limite delle tre epistemologie tradizionali: il voler chiudere l’In.Di.Co. in una rappresentazione statica e definitiva. 

A questo punto viene fatta una presentazione dell’epistemologia mitica attraverso una drammatizzazione interpretando una famiglia troglodita. 

Davide, dalla drammatizzazione, è riuscito a passare alla concettualizzazione di come si sia evoluta la religione dai 50.000 ai 10.000 anni A.C.

Al rientro dalla pausa pranzo, il gruppo di Cerignola ha presentato il progetto “parlami d’amore Mario”, una tournée che Mario è disposto a fare per la raccolta fondi. Ha dato subito disponibilità di attuazione l’associazione Toscana. 

Prima di dare la parola a Francesca, Mario risveglia le corde vocali dei corsisti e conduttori con un “canto piramidale”. 

A questo punto, Francesca introduce l’epistemologia religiosa partendo dal suo vissuto. Dedica la presentazione alla bambina che è stata, alla sua sofferenza legata al non essere stata vista dal padre e come questa bambina abbia usato la religione ed il Dio-Padre come supporto. 

In questa fase si è visto come Mariano padre, nella sua fragilità, si sia esposto con umiltà chiedendo scusa a quella bambina. Ciò ha permesso ai genitori in sala, anche ai più reticenti, di fare un passo verso i propri figli. 

La bravura di Francesca è stata quella di attuare il passaggio dall’epistemologia religiosa tradizionale ad una epistemologia più globale, dove il negativo non solo viene accolto, ma viene anche considerato come una cosa buona. 

Dopo una breve pausa, Sandra introduce l’epistemologia popolare e filosofica. Anche lei parte dal suo vissuto personale e famigliare, intitolando l’intervento “una vita da migrante”. Presenta la sua esperienza, con l’aiuto della zia Annie, parlando dei suoi antenati emigrati in Belgio. Ripercorre la cultura contadina del villaggio mondo e racconta come sia avvenuto il passaggio al mondo villaggio attraverso il mutamento antropologico. 

Termina Mariano, suggerendo la necessità di transitare dalla posizione confusa del migrante a quella del viandante: questo salto di qualità si può ottenere attraverso l’approccio globale. 

Se stiamo bene con noi stessi, staremo bene in ogni luogo. 

Edoardo, Cetti, Alessandra

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