Santarcangelo di Romagna (RN), martedì 7 marzo 2017. IX Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: quarto giorno.
La giornata ha inizio con primi segnali di appesantimento generale, ed è fisiologico, anche per le tematiche trattate, arrivare a momenti di chiarimento.
Valentina fa una proposta: sente l’esigenza di uscire e di scaricare con esercizi da “stormo” le tensioni accumulate stando all’aria aperta.
Rientrando si inizia con i pensieri “ossessivi”, con l’aggiunta del Cantico delle Creature proposto da Paola per Luisa. Si canta anche “Laudato sii mio Signore”, sempre in onore della “finestrina” che è dovuta rientrare a casa per assistere la madre nel suo trapasso.
Dopo questa introduzione torniamo a quello che ci siamo vissute in mattinata.
Marinella è la prima che manifesta il suo stare male: già nei giorni scorsi aveva sintomi di malessere fisico e non solo; la tematica del padre è difficile da affrontare per tutte le presenti, anche per chi si trova nel coordinamento. Quello che viene portato all’attenzione di tutte è che il ruolo non è un rispondere alle esigenze di chi non ne fa parte, anzi, ognuna di noi può dare il proprio contributo anche notando le difficoltà a cui andiamo tutte in contro, esattamente come Valentina ha fatto durante la mattinata con Marinella.
Questa nostra esigenza di essere a tutti i costi viste dai “ruoli” è un evidente riferimento alla figura di nostro padre che, non avendoci mai viste, ci ha privato di uno specchio riconoscente e noi siamo ancora alla ricerca di quel riconoscimento specifico.
Si dà particolare valore a quello che si sta sperimentando con questo Progetto, una convivenza di sole donne dove non possiamo sanare le carenze lasciate dai nostri padri con dei “surrogati”. Noi donne tendiamo a fermarci a vicenda non riconoscendo il nostro effettivo potenziale, perché sempre troppo proiettate all’esterno e ai bisogni altrui.
Le coordinatrici sottolineano anche il fatto che le “cenerentole” del giorno dedichino più attenzione al gruppo e alle immersioni, piuttosto che agli aspetti pratici della casa.
Con la giornata di oggi si conclude la parte delle immersioni e le ultime quattro finestrine si raccontano alle altre partecipanti.
Dopo pranzo ci si dedica alle prove di uno spettacolo “danzante” a cui l’intero gruppo al femminile si cimenterà nei prossimi giorni.
Conclusa l’ultima immersione, ci dedichiamo alla teoria sfruttando, sotto invito delle coordinatrici, le griglie della teoria o Unità Didattiche.
La storia di Giada offre molti spunti, soprattutto a livello di esperienza fusionale virtuale a cui ci si aggrappa come se noi figlie fossimo vittime di un incantesimo; infatti, anche nelle relazioni di coppia riproponiamo schemi già presenti o comunque strettamente legati alla figura di nostro padre.
La teoria si conclude con l’invito per ognuna di noi di essere Vitonauta della propria esistenza: dovremmo trovare il motivo per cui siamo al mondo, trovare quella nostra specificità unica, legata a quello che solo noi siamo e metterla al servizio della vita.
Concludiamo sulle note di “Volare” e ceniamo; alle 21.30 arriva Lidia per leggerci una favola dei fratelli Grimm, da cui scaturisce una teoria legata al coltivare le proprie parti maschili e femminili.
Melissa e Antonietta