Santarcangelo di Romagna (RN), lunedì 6 marzo 2017. IX Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: terzo giorno.
Oggi siamo state accolte da una giornata di sole per cui, noi finestrine, ci siamo riunite sul terrazzo della Domus Selleri in cerchio e, guidate dalla voce di Marinella, abbiamo cominciato la giornata ricontattando la nostra profondità, concentrandoci sulla respirazione.
Tutti noi non prestiamo attenzione alla nostra respirazione, che risulta essere parziale, per cui siamo state guidate ad andare in profondità anche attraverso la respirazione che prevede l’attenzione nell’inspirare dal naso, in modo lento, far arrivare l’aria fin nella pancia e quindi gonfiarla, per poi espirare e far uscire l’aria dalla bocca anche con un suono.
Lentamente siamo rientrate in casa e ci siamo sistemate in cerchio per cominciare la giornata.
Al centro è stata invitata, per un massaggio rilassante da parte delle donne, Mariella dopo aver constatato i benefici ricevuti il giorno prima dall’antenata del massaggio, Rita.
Il primo pensiero è stato, come ogni giorno, quello di Paola che ha acceso la candela, comunicando al gruppo di aver fatto il suo ricanto mattutino andando verso la natura e ammirando un albero da frutta fiorito.
Il secondo pensiero, tratto dal Pillolendario, è stato un augurio e un messaggio sulla discendenza.
Il terzo pensiero fisso è stato il Ricantare di Marinella, letto da tutto il gruppo con una modalità più devota.
Il quarto è stato la canzone scelta per la nona edizione del Progetto “La finestra di Babich” della di Michele “Io e mio padre” che tocca la pancia di tutte noi.
Attraverso il racconto di alcune donne che riconoscono la messa in atto delle proprie soluzioni, per esempio le sigarette, le chewing gum, il cibo, le parole, lo shopping si è arrivati a dire che riuscire a rinunciare alle soluzioni, anche sforzandosi, può aiutare a dilatarsi e ad allungare i tempi per riuscire a far emergere i bisogni profondi nello spazio del vuoto lasciato dalle soluzioni. È stato anche evidenziato il fatto che le soluzioni, per alcune fasi, sono utili per sopravvivere, almeno fino a quando non si trovano gli strumenti per eliminare le soluzioni e andare verso una vita più intera.
Una delle finestrine è costretta ad abbandonare il progetto perché la sua mamma di 96 anni sta morendo e ci tiene a salutarla, ma quando le altre donne l’abbracciano, lei continua a piangere la morte di sua figlia 35enne ed è straziante il suo dolore. Marinella cerca di farle vedere come il suo amore incondizionato per sua figlia può donarlo anche ad altre figlie come Giada, Serena e tutte le figlie che saprà riconoscere e potrà incontrare facendo anche questo percorso.
Si sono susseguite le varie immersioni di alcune finestrine e una delle cose che ci ha colpito è stata la riflessione di Giovanna sul fatto che anche il pianto tra un padre e una figlia è un linguaggio, un modo di comunicare quando non si riescono a trovare le parole per esprimere le proprie fragilità.
La mattinata si conclude così con le diverse immersioni, si riprenderà alle tre e mezza.
Alla ripresa Sara legge il bel post del giorno precedente scritto con Stefania, segue lo sketch divertente tra Rita e la sua imitatrice Serena, l’altra Rita. Adesso Rita riesce finalmente a sorridere dell’imitazione per quello che lei ha sempre vissuto in maniera negativa perché veniva derisa dai suoi compagni di classe per il difetto di pronuncia di alcune lettere. Da piccola parlava in maniera accelerata, perdendo alcune sillabe per la paura che gli altri non avessero il tempo per ascoltarla.
Dopo, si è dato spazio ad altre donne finestrine che si sono immerse. Pina ci ha rimandato un punto di riflessione dicendo: “Perché ci innamoriamo dei nostri padri?”…
Ci resta scoprirlo strada facendo, sperando di riuscire a trovare qualche risposta entro la fine del Progetto che ci vuole accompagnare a volare insieme al nostro primo uomo.
La seconda parte del pomeriggio è stata dedicata alla teoria attraverso l’utilizzo di alcune Unità Didattiche o griglie di lettura come l’Home-Life o i Graal parziali del femminile e del maschile.
Barbara ci ha invitate a cogliere il fondo comune a tutte le storie e a provare ad applicare la griglia alle storie partendo da una in particolare.
Tutte possiamo dare il nostro contribuito perché è necessario allenarci per arrivare a vedere meglio i meccanismi che sono alla base della vita, fare luce e trasformarli, e vivere una vita più a partire da quello che solo noi siamo.
Angela e Patrizia