“Una voce profonda che oggi si libera e mi unisce ad una molteplicità di persone”: Inno alla Preziosità di Ognuno di Noi.
La famiglia non si sceglie… è vero, ma non completamente… quella biologica forse, ma quella molteplice sì, si può scegliere.
Ma quand’è che possiamo essere pronti a scegliere?
Dopo che abbiamo sciolto.
Sciolto cosa?
Gli strati di pietre che si formano attraverso la rabbia verso chi non solo non ci vede nella nostra specificità, ma neanche fa sì che essa venga fuori.
In questo fermento creativo-associativo, famiglia molteplice può essere anche un’Associazione Alla Salute.
E con questa prospettiva/opportunità vi regalo uno scritto datato ma sempre attuale, ancora “vivo” grazie alla memoria storicache Limax ci ha lascito in eredità.
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– Limax-Edizione marzo 2012-Copertina “Donna di Luce” realizzata da Sara Manenti – |
In questa mattina di dolorosa e piangente lotta tra vita mia specifica e vita virtuale di mia madre, travolta ancora una volta dal suo scalpitare sordo per le sue evasioni, trovo la forza per non perdermi, e recuperare e tradurre in parole pensieri che, come germogli, ho avvertito stamattina venendo al lavoro… ho molta voglia e mi fa molto piacere che domani ci incontreremo.
In questi ultimi giorni ho avvertito tutto il vuoto e il freddo in cui avvengono purtroppo tante nostre e altrui nascite che sbocciano nell’ordinario; quanto poco si celebri e si “incensi” l’unicità e la preziosità di quello che ognuno di noi è; quanto in realtà la società multietnica e globalizzata, come ama definirsi, proceda invece già a fatica nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità all’interno di mura domestiche, figuriamoci poi al di fuori di esse.
Ho sentito quanto possono essere distanti persone che condividono lo stesso sangue, quanto spesso ci intestardiamo nel seminare e seminarci in terreni incapaci di accogliere e far germogliare, quanto in realtà il tempo è tanto eppure poco perché la vita ci veda impegnati per-versamente a non vivere, presi come siamo dagli attaccamenti troppo strettamente storici a cui culturalmente, e un po’ per scarsa lungimiranza e scarso spirito metastorico, siamo stati sottilmente ma in realtà prepotentemente educati a dar valore e significato.
Sì, sento che il tempo è tanto eppure poco e tante delle nostre gravidanze sono quasi giunte a compimento perché ognuno di noi si impegni in travagli di creazione e liberazione.
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– “Gravidanza” di Michela Garbati – |
Sento che siamo spiriti forti, ardenti, dai colori viviche però forse ancora si attardano a prendere quota.
Sarebbe bello se domani, incontrandoci in parresia, ci sentissimo liberi di “umiliarci” e raccontarci senza veli. Vedo questa come un’occasione di incontro più vero e più profondo delle nostre specificità e delle nostre storie. E, siccome sento che questa è premessa fondamentale a qualsiasi gruppo di lavoro ed eventuale progettualità da condividere, sono contenta che abbiamo sentito insieme l’esigenza di questo tempo.
Sento che, tra le tante creazioni che da noi possono generarsi, qualcuna possiamo farla insieme. Di ricchezza e diversità ne abbiamo. Il positivo c’è, il negativo anche. Si aprano le danze!
Metto in comune queste mie righe molto felice per aver saputo trasformare la mia rabbia di stamattina in creazione e non nell’ennesimo mal di testa o mal di stomaco…
Questi pensieri e sensazioni
sono figli di tanti incontri e scontri degli ultimi tempi.
Sono figli dell’ultimo gruppo alla salute.
Dei suoi pregi e dei suoi ancora difetti.
Delle e-mail di Vania.
Dell’insistenza di Elena.
Delle condivisioni di Francesco.
Della cena dedicatami da Giusi.
Delle trasformazioni di Cristian.
Dello sbocciare di Barbara.
Dell’umanità di Giovanna.
Della freschezza di Antonella.
Di quanto riusciamo a comunicarci io e Serena in pochi istanti.
Di quanto Mariano viva pienamente. E di quanto di questo sia Testimone concreto e non predicatore teorico.
Degli scritti dalla sensibilità ricca e spietata di Eliseo. Delle sue aperture e delle sue ancora resistenze.
Del chiedermi come stiano Fabrizio e Loretta.
Degli auguri di Fabrizio arrivati proprio
poche ore dopo aver pensato a loro.
Del riscoprirmi concretamente più adulta dei miei genitori.
Del rispettare i miei tempi e le mie priorità
prima di quelli degli altri.
Del comprendere e sperimentare che ti senti molto più adulto
se impari a rimanere nella relazione
anche se ci sono istanze aperte, scoperte.
Dell’amare la parzialità e i limiti dei miei amici.
Dell’amare prima di tutto i miei di limiti, le mie paure
che si trasformano in spine che allontanano
chi invece desidero avere vicino.
Del bello di arrivare a capire che
chiedere di essere accolti è più bello che mettere alla prova.
Del capire che quando ti dai valori e ti vivi
incuriosisci gli altri a venirti a visitare in quello che sei
e non in quello che di te serve a loro.
Per tutto questo condivido questa voce profonda con quanti sento risuonare con me in questo tempo.
Vi abbraccio con la tanta serenità che ora provo per essere andata oltre quella che poteva trasformarsi in una mattinata da subire.
Graziana