“Dalla Clinica Oncologica alla Clinica Ontologica”: la “lucemia” è stata la mia svolta… per comprendere il meraviglioso dono della morte.

“Il negativo è proprio l’artista principale delle trasformazioni”.

– Mariano Loiacono 5 novembre 2016 –

Pina Pitta mia,

Dedico a te questo mio bilancio sui tre giorni trascorsi insieme a Piazzolla. Il tuo è stato il primo scritto-bilancio-immersione che ho letto e che mi ha spinto ad andare a visitare le mie emozioni, oltre alla condivisione orale fatta domenica sera sulla via del ritorno.  

In quell’occasione non sapevo che un altro evento di morte avrebbe accompagnato le mie giornate novembrine: un altro giovane ha deciso di morire per non aver saputo vivere, perché nessuno gli ha permesso di vivere per come era lui. Nessuno lo ha accompagnato a vedere il negativo come parte integrante della vita, anzi come il motore essenziale per “risorgere” a nuova vita. 

– “L’oscurità misteriosa” di Michela Garbati –

Mi sento privilegiata. Pina, siamo privilegiate perché sia Alessio che Maurizio non hanno avuto la nostra fortuna di essere accompagnate a risorgere da situazioni mortali. 

Bello il passaggio che descrivi e che hai vissuto durante la seconda alba del nostro soggiornare in una terra così accogliente e dai paesaggi mozzafiato! 

Nei tre giorni, grazie a Giuseppina e alla teoria di Mariano, ho rivisitato la mia “piccola morte” vissuta negli ultimi mesi. È stata la nostra Madonna di Piazzolla a spingermi, con il suo esserci, ad entrare in contatto con la mia spiritualità (ora teo-fondità) scegliendo di accettare la morte che stavo vivendo. Scegliere la morte non è significato rassegnarmi, ma sottomettermi alla vita, al ciclo vitale. Ha vinto la vita sulla morte perché ero preparata da tanti anni di percorso, perché ero pronta a lasciare andare tante parti che da anni non mi servivano più, ma che io “ancora” consideravo essenziali

La “lucemia” è stata la mia svolta. Ne avrei voluto parlare durante il Seminario, ma adesso ho imparato a saper ascoltare perché so che “la devozione” che ho verso me stessa mi ha liberato da molte aspettative simboliche.

Ora, sento la vita, Pina, per la prima volta sento la mia vita, ed è bella la mia vita!  

La mia storia non è più triste perché adesso ringrazio chi ha contribuito a portarmi nella tomba, per arrivare a ricontattarmi con il mio disco placentare. È un contatto che mi piace Pina, che mi fa godere di ogni singolo momento che la vita mi dona. Non avevo mai “sentito” il dolore, che bello il dolore quando è tuo. Forse tu mi puoi capire perché penso che anche tu ora stia risorgendo!

Che bello averti conosciuta e aver conosciuto Giuseppina, Mariano, Barbara, Francesco, Cindy… Che bello conoscerci oltre la storia, con la profondità vissuta in una piccola stanza, tutti ammassati l’uno sull’altro a rubarci gli unici posti comodi. Che bello l’intreccio tra clinica oncologica e clinica ontologica, tra spiritualità e teo-fondità, tra Madonna Maria e la Madonna di Piazzolla, che bello osservare, contemplare con gli occhi di chi può acquisire gli strumenti per non comprendere la vita con un simbolico culturale parziale e spesso schizofrenico! 

Abbiamo ascoltato teorie di altissimo livello che ho desiderio di rileggere, di riascoltare, di rielaborare per arricchirmi e trovare spinte per ricontattarmi con la mia teoria. 

Che bello far parte di un Progetto che ci vuole far sprofondare nelle nostre profondità al punto da riuscire ad avere un interno vivo che pulsa di amore per se stesso e non ha posto per i confronti differenze, per le critiche, per le banalizzazioni culturali. 

Per anni ho rincorso il senso profondo della parola “libertà” perché volevo comprenderne il vero significato, ora so. So che la libertà sta nel saper morire e vivere come la vita ci insegna e, nella morte, trovare la voglia e il coraggio di emanare luce e calore attorno a sé. Proprio come Giuseppina ci ha insegnato con i suoi racconti tranquilli, pacati, regolari. Racconti profondi che solo una clinica ontologica può regalarci e che supera i limiti di una terapia solo medico scientifica

In ospedale non avevo compreso il senso delle sette regole, sapevo che era oro colato perché me le mandava Mariano, ma non sapevo collocarle all’interno della mia morte, alle volte non avevo neppure la forza di leggerle. Quando ho acquistato un po’ di forza le ho riscritte prima con il computer, poi con la penna; passaggi lenti, come lento è stato il mio percorso, come è la lentezza che caratterizza ogni mio istante adesso che le giornate si sono allungate e il “sole splende anche di notte”, come recita il titolo di un film dei fratelli Taviani.

Grazie alla mia morte, ho scelto di “ascoltare” e di “creare” nonostante le mie poche capacità accompagnata da chi mi vuole stare a fianco: tutti abbiamo bisogno di tutti, come ci insegna lo stormo, per fare un gioco di squadra, perché siamo “ermafroditi insufficienti”, però è bello anche in solitudine contemplare la teo-profondità, e trasformare i movimenti messaggi in movimenti ontologici e risalire, tramite correnti ascensionali, come ci insegna Giuseppina, Madonna di Piazzolla. 

Io mi sento la prima miracolata di una clinica ontologica dove lei, come direttrice, ha segnato il passo a tutti noi. Lavorerò con le mie teorie, con il mio esserci anche con i miei silenzi, ci sarò per me stessa e per i tanti che non hanno potuto avere la possibilità di credere nell’Infinito Dinamico Complesso, nella cordicella che ci lega a ciò che non sappiamo, una parte importante che noi non vediamo poiché siamo intenti a preoccuparci della storia. Vorrei essere come Maria che, ai piedi di Gesù, lo ascoltava e non essere presa dalle faccende domestiche che la vita ti impone.

Sai perché è bella la morte? Perché nella morte trovi tracce di ciò che tu sei veramente. Quando si sta male, si soffre è bello perché la sofferenza ti porta giù verso te stessa. Poi stai bene e dimentichi come era bello non doverti giustificare, non dover aver paura, dover essere libera da simbolici “strozza-anime”. 

Sento che questa volta è diverso, Pina, il senso di pace, di beautitudine sta continuando e mi preservo dal sottomettermi a ciò che non è vita. 

Ringrazio Mariano per averci donato la sua vita, la sua intelligente, il suo profondo impegno e soprattutto la sua teoria. 

Voglio avviarmi ora verso una mia teoria, voglio contribuire, con la mia specificità, a far sì che anche altri abbiano la fortuna di comprendere il meraviglioso dono della morte.

Tua Cometa Vagante

2 Commenti

  1. pina pitta

    Grazie Sabrina!

  2. Unknown

    Cara sabrina sono contento ke stai meglio. Continua così nel firmamento delle tue stelle comete. Un abbraccio

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